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Blue Origin e SpaceX scelte dalla NASA per il programma di razzi della Space Force
La Space Force ha annunciato di aver identificato i fornitori che si occuperanno di portare i suoi razzi nello spazio. La forza spaziale dell’esercito americano, attraverso un’asta gestita dalla NASA, ha deciso che i vettori da portare nello spazio saranno quelli di SpaceX, Blue Origin e della United Launch Alliance. Rimane dunque esclusa Boeing, che nel frattempo sta riscontrando ritardi e difficoltà con il suo programma Starliner. Per le aziende capitanate da Jeff Bezos e Elon Musk, si tratta di un risultato non da poco. La corsa dei miliardari verso lo spazio sta identificando dei vincitori e il contratto in gioco vale $5,6 miliardi per oltre 90 lanci di razzi.
La U.S. Space Force è un ramo dell’esercito americano introdotto dall’amministrazione Trump, che inizialmente aveva generato reazioni di ironia. L’idea di una forza militare dedicata alle “guerre spaziali” sembrava fantascienza, eppure sembra che l’istituzione abbia già identificato un piano di missioni e priorità. Con i satelliti e la cybersecurity che sono questioni sempre più all’ordine del giorno quando si parla di potere geopolitico, la Space Force è intenzionata ad assicurare un forte presidio americano di ciò che si trova nelle prossimità dell’atmosfera terrestre.
Spinta economica importante per SpaceX e Blue Origin
La NASA continua a dimostrare una forte predisposizione a lavorare con le società private anziché occuparsi in prima persona di progettare e costruire i razzi. Blue Origin e SpaceX nel frattempo continuano con le loro rispettive missioni: per la società di Jeff Bezos è quella di rendere accessibili a tutti i viaggi spaziali commerciali, mentre quella di Elon Musk continua a puntare sulla visione di portare l’umanità su Marte. I progressi sono estremamente evidenti, ma le due aziende continuano a bruciare una quantità enorme di capitali. I contratti con la NASA sono il metodo principale con cui continuano a finanziarsi, al di fuori delle donazioni dei ricchi proprietari e investitori.
Solo United Launch Alliance (ULA), SpaceX e Blue Origin avranno la possibilità di vincere appalti con la NASA da qui fino al 2029. Rispetto a prima, questo significa aggiungere una sola azienda: quella di Jeff Bezos, che al momento era rimasta fuori dalle gare d’appalto. Invece SpaceX e ULA sono già abituate a competere tra loro dalla fase precedente di questo progetto. ULA ha già gestito 26 missioni per un valore di $3,1 miliardi e SpaceX ne ha gestite 22, per un valore complessivo di $2,5 miliardi.
Il Pentagono intensifica le operazioni
Il programma di appalti pubblici per i razzi del Pentagono è ormai giunto alla sua terza fase, aggiungendo un terzo fornitore. La US Space Force sembra continuare a trovare operazioni strategiche da gestire: la terza parte sarà infatti la più grande di sempre. Fino a qui le prime due fasi hanno portato al lancio di 60 missioni in totale, mentre la terza fase da sola prevederà 90 lanci. La gran parte dei carichi saranno top-secret esattamente come nei contratti precedenti, dando alle aziende private una grande responsabilità sulla difesa del paese. Il Pentagono sembra aver ormai deciso che il futuro della sua forza spaziale sarà legato alle collaborazioni con il settore privato.