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Risparmio

Alert Btp, i rendimenti 2025 stanno crollando? Scopriamo cosa sta accadendo

Scatta un vero e proprio alert sul rendimento dei Btp, che stanno iniziando a preoccupare la maggior parte dei risparmiatori e degli osservatori.

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Alert Btp, i rendimenti 2025 stanno crollando? Scopriamo cosa sta accadendo

Riflettori puntati sui rendimenti dei Btp nostrani. Il piano di riarmo annunciato dalla Commissione europea ha avuto un impatto immediato sul rendimento dei Titoli di Stato europei e ha messo in moto un diffuso sell-off sull’intero mercato obbligazionario.

In un certo senso siamo davanti ad un cambio di passo rispetto al passato: la Germania non starebbe risparmiando, i suoi Bund costituiscono l’epicentro dei crolli. Lo spread italiano è arrivato a scendere al di sotto dei 100 punti base, ma il Tesoro ha ben poco da festeggiare, perché la quotazione dei Btp non a 10 anni è finita letteralmente sotto la lente d’ingrandimento dei risparmiatori.

Ma cerchiamo di capire cosa stia accadendo.

Btp, quali sono i rendimenti e le cedole effettive

Ma cosa sta accadendo ai Btp e perché sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dei risparmiatori? Partiamo con l’analizzare cosa sta accadendo al bond con scadenza 1° agosto 20235 e cedola al 4,65% – è possibile identificarlo con il seguente Isin: IT0005631590 -. Questo titolo di Stato venne emesso lo scorso gennaio in quella che è stata la prima asta dell’anno. Nella giornata di ieri sul mercato secondario è arrivato a sfiorare il minimo a 97,45 centesimi. Nel corso dell’ultima seduta di febbraio – stiamo parlando, quindi, solo di una settimana fa – stava viaggiando sui massimi dalla sua emissione: 101,36.

Nell’arco di poche sedute, in altre parole, il Btp a 10 anni è riuscito a perdere il 3,9%. Indubbiamente una pessima notizia per quanti avessero acquistato a prezzi più alti e avevano effettuato l’investimento sopra la pari. Se invece si cambia il punto di vista, siamo davanti ad una fortuna per quanti stanno entrando sul mercato proprio in questo momento.

A fine febbraio il rendimento lordo offerto dal titolo era pari al 3,47%: ieri pomeriggio eravamo intorno al 3,94%. Siamo davanti ad un aumento di quasi mezzo punto percentuale: l’investitore che tenesse il titolo fino alla scadenza, d’ora in poi riuscirebbe ad intascare il 5% in più comprando adesso rispetto solo a sette giorni fa. Non dimentichiamo poi che la cedola netta effettiva è passata dal 3,155 al 3,28%: questa percentuale si riesce ad ottenere al netto dell’imposta del 12,50% rapportandola alla quotazione del Btp a 10 anni.

Volendo proprio mettere i puntini sulle i, l’aumento si limiterebbe ad uno 0,13% – pari ad uno 0,15% lordo – che corrisponde a meno di un terzo del maggiore rendimento. 

Dove vogliamo arrivare con questo discorso? Volendo sintetizzare al massimo, significa molto semplicemente che la quotazione del Btp a 10 anni è crollata, mentre risulta essere esploso, nell’arco di poche sedute, il rendimento. Il beneficio per i nuovi investitori, per meno di un terzo, arriva attraverso la cedola. Per quanto riguarda i restanti due terzi si riusciranno ad avere unicamente alla scadenza: il Tesoro, infatti, rimborserà il titolo a 100, mentre gli investitori lo hanno acquistato a meno di 97,50. Quello che al momento costituisce uno sconto superiore del 2,50%, si trasformerà in una plusvalenza.

Cosa succede se il Btp a 10 anni risale

Purtroppo per riuscire a portare a casa il rendimento che abbiamo visto prima è necessario attendere almeno dieci anni. Sempre che non si voglia vendere il Btp prima della scadenza ad prezzo simile o – almeno si spera – superiore a quella di qualche settimana fa.

Chi dovesse fare questa scelta, però, deve mettere in conto che perderà le cedole dalla data di rivendita a quella di rimborso ufficiale del titolo. Ma non solo: si dovrà accontentare della plusvalenza degli interessi – con ogni probabilità pochi – che sono maturati fino a quel momento. C’è da aspettarsi, a questo punto, che l’emissione del nuovo decennale, prevista per la seconda metà del 2025, potrebbe prevedere una cedola più alta. Troppo presto per dirlo: anche pochi mesi, per i mercati finanziari, possono essere sinonimo di un’eternità.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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