Inflazione Italia ancora in calo. Europa a +2,2%, favorisce tagli a settembre

Avatar di Gianluca Grossi
Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

L’Italia conferma un’inflazione che cresce ben al di sotto del target del 2%: modesto 0,2% mese su mes e +1,1% anno su anno per l’inflazione classica, mentre la HICP fa registrare sempre anno su anno un comunque modesto +1,3%. I problemi con la crescita fuori controllo dei prezzi sembrerebbero essere ormai contenuti nel Belpaese, con le pressioni in seno a BCE da parte di Panetta e Cipollone per tagli ulteriori ai tassi che potranno pertanto intensificarsi.

Giù, per quanto in modo perfettamente allineato al consenso delle previsioni, anche l’inflazione UE: +2,2% per la classica, risultato meno edificante per la HICP senza alimentare e settore energetico, che rimane a +2,9% e ben al di sopra del target. Sono numeri comunque complessivamente positivi. L’euro rimane stabile sul dollaro dopo la normale volatilità che ha anticipato il rilascio dei dati.

Tutto pronto per un ulteriore taglio?

Il calo dell’inflazione UE rispetto ai dati del mese precedente dovrebbe essere sufficiente per far prevalere le ragioni delle posizioni più dovish in seno a BCE, dove comunque si sta consumando un’accesa battaglia per quanto riguarda la prossima decisione sui tassi di interesse, che dovrà essere presa il prossimo 12 settembre e dunque una settimana prima di quando dovrà esprimersi anche Federal Reserve.

Una battaglia che terrà impegnati i massimi vertici della banca centrale dell’area euro e che rimarrà terreno di scontro anche a livello politico, con una divergenza di posizioni importante tra i paesi storicamente con maggiori difficoltà economiche e i cosiddetti falchi del nord.

I dati sull’inflazione, per quanto in tanti – tra i quali Philip Lane – stiano invitando alla calma, sembrerebbero però essere quelli giusti per garantire un altro taglio da 25 punti base già a settembre. In assenza di stravolgimenti da altri data point i tagli a questo punto dovrebbero essere più che scontati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *