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Disastro in Kazakistan: governo nazionalizza attività ArcelorMittal
Le attività di ArcelorMittal in Kazakistan saranno nazionalizzate. Il governo locale ha comunicato di aver raggiunto un accordo, di carattere ancora preliminare, con gli azionisti di ArcelorMittal Temirtau e dunque di essere pronto a procedere con il trasferimento che, di fatto, nazionalizzerà le attività del gruppo. La decisione è arrivata dopo la morte di almeno 21 addetti in un incendio che si è sviluppato nella miniera di Kostenko, incendio che ha portato all’evacuazione di oltre 200 persone e di altri 18 ospedalizzati.
Il presidente del paese, Kassym-Jomart Tokayev ha comunicato di aver ordinato l’interruzione di ogni tipo di cooperazione e investimento con il gruppo. Non è chiaro quali saranno le tempistiche che porteranno al passaggio di consegne e di quote, né quali siano i piani per la gestione futura dell’impianto da parte del governo kazako. Le autorità kazake hanno inoltre sottolineato che saranno avviate delle indagini al fine di individuare eventuali responsabilità.
Guai in Kazakistan per ArcelorMittal: nazionalizzata la miniera, scattano le indagini
Il disastro è stato di proporzioni importanti. In seguito a un incendio che si è sviluppato all’interno della miniera di Kostenko, nella regione del Karaganda, sono morte almeno 21 persone e almeno 18 sarebbero state ospedalizzate. Il disastro ha innescato la pronta reazione da parte del governo kazako, che in poche ore ha avviato le trattative con gli azionisti della divisione kazaka del gruppo e ha potuto comunicare di essere già arrivato all’accordo. Nelle prossime ore, sempre secondo il comunicato diffuso dall’ufficio del Primo Ministro, sarà perfezionato il passaggio delle quote.
Sarà inoltre interrotto qualunque programma di collaborazione tra ArcelorMittal e il governo kazako, così come saranno immediatamente sospesi finanziamenti di attività comuni. La miniera di Kostenko è una miniera sotterranea di carbone, che fino a oggi è stata controllata dalla sussidiaria kazaka del gruppo ArcelorMittal. Quanto estratto dalla miniera viene utilizzato per alimentare il centro siderurgico, sempre di proprietà di ArcelorMittal, di Temirtau.
Il rapporto tra il governo kazako e ArcelorMittal si era incrinato però già da tempo, con Astana che contestava al gruppo di non aver investito secondo quanto pattuito e di non aver neanche condotto i piani di ammodernamento previsti. La rottura aveva portato il governo kazako anche al tentativo di individuare eventuali investitori che fossero pronti a subentrare al colosso della produzione di acciaio.
E ora? Quali rischi per ArcelorMittal?
I riflessi sul titolo di ArcelorMittal dovranno essere valutati alla riapertura delle borse lunedì, con la situazione che è rapidamente peggiorata nonostante ci fossero già avvisaglie da tempo. Ci sarà anche da valutare nel tempo quali saranno gli esiti delle indagini promesse dal governo kazako e che potrebbero risultare in conseguenze legali importanti per il gruppo.
ArcelorMittal sarà ritenuta anche responsabile dei danni prodotti dall’incendio e della soddisfazione economica di tutti i soggetti purtroppo coinvolti. La questione avrà certamente delle ripercussioni sul valore del titolo.
Le notizie inoltre che arrivano dal Kazakistan non permettono, almeno per il momento, di valutare la portata dei danni e dell’eventuale liquidazione degli stessi che verrà richiesta a ArcelorMittal.
Il centro siderurgico di Temirtau ha reso la città che lo ospita una delle più inquinate su scala globale. Le attività di ArcelorMittal nel paese sono state già al centro di studi e di azioni da parte del governo kazako. Azioni che spesso sono risultate in multe ritenute dalla stampa di entità assai modesta rispetto agli eventi che ne erano stati presupposto. Non è chiaro cosa accadrà ora agli impianti, né a ArcelorMittal in termini di eventuali rimborsi per quanto causato, ammesso che vengano appunto individuate delle responsabilità dirette per il secondo produttore di acciaio al mondo.
Per il passaggio delle quote si attende invece l’ufficialità, che dovrebbe però arrivare a breve.