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Dollaro: occhi puntati sui verbali del FOMC

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Sarà ancora un mercato del Forex a trazione a stelle e strisce. Tra poche ore si attendono i verbali del FOMC, le minute all’interno delle quali si trovano gli elaborati ragionamenti dei membri che votano la politica monetaria degli Stati Uniti d’America. Dopo l’ultima riunione si sono inseguite voci di tagli netti già nel 2024, calmate poi solo parzialmente da interventi dei governatori locali di Federal Reserve. Le aspettative delle grandi banche d’affari e dei principali analisti rimangono comunque superiori a quelle che il FOMC ha lasciato intendere nel suo dot plot pubblicato a dicembre.

Una situazione di grande incertezza che però vede il dollaro USA aprire il 2024 con una forza relativa importante, segno che in realtà le fantasie più sfrenatamente dovish e dunque ribassiste per USD si stiano progressivamente sgonfiando. Questo anche con la complicità di una corsa importante dell’euro e delle altre valute principali scambiate sulle piazze internazionali.

Tutti gli occhi puntati sui verbali del FOMC

Il dato importante di oggi per i mercati dovrà essere ricercato in quelle che negli States chiamano le minutes, i verbali del FOMC, la riunione che negli USA decide sui tassi di interesse. Saranno verbali che dovranno spiegare non quanto è accaduto, dato che lo sappiamo già, ma quanto potrebbe accadere in futuro. Quello che sappiamo, dalle parole stesse di Jerome Powell, è che si è iniziato a parlare di tagli per il 2024, per quanto ci siano ancora delle divergenze importanti tra quanto ritengono i mercati (tagli più importanti, e prima) e quanto invece vorrebbe far trapelare SEC.

Almeno in parte potremmo avere una situazione più chiara dunque leggendo tra le righe di documenti che però si sono rivelati essere privi di grandi novità nelle tornate precedenti. Il mercato di inizio anno però è questo – ed è da qui che si dovrà ragionare per cercare di intravedere possibili trend futuri.

Si cercano chiare indicazioni anche per il breve periodo

Altrove le preoccupazioni sono altre

Ci sono poi situazioni molto diverse che stanno maturando altrove, a partire dalla Cina, dove ormai è quasi certo un nuovo programma di stimoli che potrebbe esercitare ulteriori pressioni ribassiste sullo yuan. Pressioni ribassiste che arriverebbero al termine di un anno durante il quale la tenuta della divisa nazionale è stata una delle preoccupazioni principali per quanto riguarda i vertici della politica cinese.

Situazione ancora diversa a Tokyo, dove si attende per i prossimi mesi un ritorno dei tassi di interesse in territorio positivo, complice un’inflazione che dovrà essere in qualche modo arrestata e che però farà pagare un prezzo alto ad un’economia già in grande difficoltà. Kazuo Ueda sta preparando i mercati, che però non sembrerebbero aver prezzato un’eventuale marcia dello yen spinta da queste decisioni.

Situazione difficile da analizzare in Europa: non è chiaro quali saranno, se in parallelo con Washington o meno, le prossime decisioni di BCE, dove però si dovrà pur iniziare a parlare di tagli ai tassi, dati i problemi economici che si devono fronteggiare ormai in quasi tutti i paesi dell’area euro.

Rimangono poi da valutare le situazioni delle cosiddette economie emergenti. La Turchia è più che proiettata in un percorso di lacrime e sangue che potrà essere allentato soltanto il prossimo anno. Recenti aumenti dei salari minimi continuano a rendere difficile il cammino della Banca Centrale di Ankara e promettono altre scelte impopolari in futuro.

Quel che è certo è che si comincia ad avvertire la fatica di un periodo che è stato oggetto, presso tutte o quasi le principali economie, di rialzi dei tassi tanto rapidi quanto… ripidi. Per ora però dovremo accontentarci di quanto verrà fuori dai verbali del FOMC.

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