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Forex: si attende settimana a alta tensione

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Ci saranno diverse notizie che arrivano dai mercati – in particolare sotto forma di dati economici– che andranno a dominare il quadro del Forex durante la prossima settimana. Dollaro, sterlina, euro e yuan potranno essere agitati rispettivamente da notizie che riguarderanno manifattura, situazione economica generale, prospettive di crescita e, indirettamente, anche inflazione. Ci sarà spazio anche per sentire direttamente Jerome Powell, governatore di Federal Reserve, banca centrale che è la più importante in via generale e che in questa fase di turbolenza giocherà un ruolo ancora più importante.

Ci saranno poi dati importanti anche per quanto riguarda l’Europa: mercoledì avremo infatti i dati che riguardano l’inflazione nell’area euro – dati che dovranno segnalare, o almeno queste sono le speranze, una decisa riduzione della crescita del livello dei prezzi, pena il rinsaldare i convincimenti hawkish che albergano almeno in una delle fazioni che governano Francoforte. Ci sarà spazio anche per discutere di Bank of England e delle prossime mosse che potrebbero impattare sull’andamento della sterlina.

Forex a alta tensione

Sul fronte dollaro USA: cosa aspettarsi dalla settimana

Sarà una settimana a Washington potenzialmente più tranquilla rispetto a quella di Francoforte. Per quanto riguarda lunedì 16 ottobre ci saranno infatti i dati del NY Empire State Manufacturing Index: sono dati a nostro avviso poco correttamente ignorati dagli investitori del Forex. Permetteranno infatti di capire – per quanto la manifattura sia contenuta come impatto sull’economia USA – l’andamento di almeno una parte della crescita USA. Dati non entusiasmanti potrebbero segnalare uno stato di salute peggiore di quanto previsto.

Ci sarà un dato certamente più importante martedì, quando verranno rivelati i numeri che riguardano le vendite retail. Anche in questo caso buone notizie sarebbero in realtà cattive notizie: dati su vendite ancora importanti segnalerebbero un’economia ancora troppo calda (e in grado di assorbire altri rialzi dei tassi). Sarebbero dati però positivi per il dollaro USA, che da un ulteriore rialzo dei tassi avrebbe di cui giovarsi. Giovedì i dati sul lavoro – riguarderanno le richieste di di disoccupazione – potrebbero aiutare a completare il quadro per analizzare i futuri intendimenti di Federal Reserve in termini di politiche monetarie.

Diversi i dati economici che potrebbero influenzare il mercato

Area euro: gli appuntamenti da lunedì 16 ottobre

Sarà una settimana densa di appuntamenti anche per l’area euro: i dati di lunedì riguarderanno le bilance commerciali e saranno un buon indice per analizzare l’andamento delle economie europee. Economie europee che, a partire da quella tedesca, versano in uno stato potenzialmente peggiore rispetto agli Stati Uniti.

Il dato che però tutti aspettano riguarderà l’inflazione, i cui dati verranno rivelati mercoledì 18 ottobre. Ci si aspetta un calo deciso tanto per quanto riguarda l’inflazione Core, tanto per l’inflazione classica. Dati più alti delle previsioni farebbero da spunto per politiche monetarie ulteriormente restrittive per l’eurozona.

Sempre mercoledì ci sarà il discorso di Christine Lagarde, che in molti ascolteranno alla disperata ricerca di indicazioni su come potrebbe muoversi l’Euro e più in generale i tassi di interesse. Sarà un discorso – così se lo aspettano i principali analisti – attendista, a patto di non avere dei dati molto lontani dalle aspettative, in un senso o nell’altro.

Londra alla prova dell’inflazione

Sempre in tema di inflazione ci sarà Londra che rivelerà i dati il prossimo mercoledì. Ci si aspetta anche qui una riduzione della crescita dei prezzi, per quanto molto modesta. La situazione a Londra – e dunque per la sterlina – è tra le più complesse, seconda soltanto, tra le maggiori valute, a quella dello yen giapponese.

Sarà una settimana di tensioni importanti anche a Tokyo, con lo yen che è ancora bersaglio dei ribassisti. Le principali autorità del Giappone hanno giurato fedeltà ai piani per sostenerne il valore, con azioni spot che però, almeno fino a oggi, hanno fallito nell’invertire il trend.

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