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Giappone: niente rialzi prima di ottobre secondo l’economista TOP. In Turchia elezioni di fuoco anche su lira
movimenti Forex down
Le due notizie più importanti per il mondo Forex, in quello che almeno in Italia sarà ancora un giorno a trading limitato data la festività, arrivano tutte e due da oriente. La prima riguarda le intenzioni di Bank of Japan in termini di prossimi rialzi ai tassi di interesse. Nonostante le importanti difficoltà dello yen sulle piazze, difficilmente si procederà con ulteriori rialzi prima del prossimo ottobre, almeno secondo l’opinione di Tsutomu Watanabe, prima in forza a BoJ e ora tornato alla vita accademica e che per molti sarà il candidato più forte quando ci sarà il cambio al vertice della banca centrale giapponese.
La seconda notizia arriva invece dalla Turchia: per il partito di governo le elezioni amministrative sono state una sconfitta su tutti i fronti e, nonostante le preoccupazioni di diversi analisti, non sembrerebbe che ci siano delle ripercussioni importanti sulla Lira Turca in particolare e più in generale sulla dura politica monetaria restrittiva che il governo ha inaugurato lo scorso maggio. Per ora nulla di fatto, per quanto durante la sessione mattutina in Turchia TRY abbia dimostrato una relativa – ma non eccessiva – debolezza.
Yen giapponese: per il prossimo rialzo ai tassi ci sarà da aspettare
Non ci saranno altri rialzi ai tassi in Giappone a stretto giro. Questo almeno secondo l’opinione di Tsutomu Watanabe, personaggio di una certa affidabilità e di certo prestigio proprio in Giappone. Watanabe non ritiene che ci saranno movimenti al rialzo per i tassi a stretto giro, per quanto sembri essere questa invece l’opinione di diversi dei quadri di Bank of Japan, probabilmente preoccupati anche dal pessimo andamento dello yen sulle piazze internazionali e della permanenza della valuta di Tokyo nella vicinanza della soglia ritenuta come quella di intervento da parte del Ministero delle Finanze e della stessa Bank of Japan.
Secondo lo stesso Watanabe, anche il recente ritorno in territorio neutro per i tassi non sarebbe stato giustificato dai dati, ma più probabilmente da questioni politiche e interne. E senza alcun tipo di influenza che sarebbe stata esercitata dall’intrinseca debolezza dello stesso yen, per la quale Bank of Japan avrebbe comunque avuto altri tipi di strumenti per intervenire.
Per quanto Watanabe non sia più in Bank of Japan (e per quanto vorrebbe rientrarci magari al vertice), rimane uno degli economisti più importanti del Giappone ed è direttamente coinvolto in diversi workshop dell’istituto.
Lira Turca: le elezioni importano poco?
Le elezioni amministrative in Turchia hanno punito in modo netto il partito di governo, che ha perso in tutte e cinque le principali città, diverse delle quali – a partire dalla Istanbul – erano però già sotto il controllo del principale partito di opposizione. Per quanto diversi analisti hanno guardato alle elezioni in termini di termometro della popolarità delle manovre lacrime e sangue della banca centrale, non sembra che per il momento ci siano stati grossi scossoni per la lira turca.
Nel concedere la sconfitta, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha comunque ribadito che si andrà avanti con il tentativo di ritorno ad un’inflazione più sostenibile, per quanto proprio il prezzo pagato dalla popolazione sul breve periodo, aggiungiamo noi, sia stato uno dei motivi della debacle elettorale.
Difficile per il momento immaginarsi che il pur netto risultato elettorale sarà motivo di ritrattazione del percorso di ritorno a politiche monetarie più ortodosse. La lira turca rimarrà sotto osservazione per le prossime settimane, con il trend di medio e lungo periodo che rimarrà ribassista nonostante le coraggiose decisioni in termini di rialzi dei tassi e nonostante i 500 punti base comunicati a sorpresa nell’ultima tornata. Una situazione comunque locale, che almeno a nostro avviso difficilmente avrà ripercussioni a livello nazionale.