Investimenti
Uber sotto inchiesta FTC: il servizio One avrebbe violato le leggi a protezione dei consumatori. Titolo brucia 1,5% dai massimi di giornata
Parte l’inchiesta sulle modalità di cancellazione dal servizio One, che FTC ritiene in violazione delle leggi.
La US Federal Trade Commission ha annunciato un’inchiesta nei confronti di Uber, per presunte violazioni delle leggi a protezioni dei consumatori per il suo servizio in sottoscrizione. Dietro le indagini di FTC ci sarebbero lamentele di diversi utenti che affermano di essere stati iscritti al programma senza il loro consenso e di aver incontrato anche difficoltà importanti nel bloccare il servizio. Le indagini a carico di Uber diventate pubbliche oggi sarebbero già in corso, secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, già da tempo, senza che però ci sia una data certa.
Il titolo non ha eccessivamente risentito della notizia, e si appresta a chiudere una sessione piuttosto scialba, in linea con una performance negativa sia di NASDAQ che di S&P 500, in una sessione pre-Ringraziamento priva di grandi e emozioni e di parziale correzione. Non sono stati ben digeriti i dati arrivati prima dell’avvio della sessione su PCE, PIL e richieste di sussidi di disoccupazione.
È Uber One la pietra dello scandalo
A far drizzare le antenne a FTC è stato il servizio Uber One, un servizio in abbonamento che permette di accedere a tariffe scontate e che per l’azienda vuol dire fidelizzare una clientela pagante e che utilizza di frequent il servizio. Il passaggio al servizio sarebbe stato però forzato per alcuni utenti, che poi hanno riportato alla stessa FTC difficoltà nell’annullare l’abbonamento. Cosa che secondo FTC potrebbe aver violato le leggi che negli USA esistono a tutela dei consumatori.
Anche Uber ha confermato la ricezione di richiesta di informazione e ha anche confermato la sua intenzione di collaborare pienamente con le richieste dell’agenzia governativa USA. Il nodo da sciogliere riguarderebbe le modalità di cancellazione dal servizio, che secondo Uber seguirebbe per filo e per segno ciò che è previsto dalla legge, con l’intero processo di cancellazione che non porterebbe via più di 20 secondi agli utenti.
Seguiranno aggiornamenti su eventuali evoluzioni delle indagini, che a quel punto potrebbero avere un impatto sull’andamento del titolo in borsa.
Investimenti
Broadcom: +26% in borsa dopo gli annunci AI. OpenAi e Apple già clienti?
Broadcom piazza una performance incredibile in borsa. Ed è tutto merito dell’AI.
È stata una giornata incredibile per Broadcom, che ha chiuso la sessione di trading oltre il +26%, per una svolta verso l’intelligenza artificiale che già negli scorsi giorni aveva coinvolto il gruppo in notizie di mercato che la vedevano a fianco di Apple. Arrivano le prime stime di Hock Tan, CEO del gruppo, che ha detto di aspettarsi una revenue tra i 60 e i 90 miliardi di dollari nei prossimi 3 anni dai tre clienti che per non sono stati nominati.
La società ha inoltre annunciato che i tre hyperscaler già annunciati includeranno 1 milione di cluster con chip propri già nel 2025. Notizie importanti, in un trend che rimane il più importante di questo ciclo di mercato, quello dell’AI, e che ha già lanciato NVIDIA sulla vetta dl mondo per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato. Si chiameranno XPU, e potrebbero essere una delle novità più apprezzate dai mercati, anche finanziari, del 2024 e del 2025.
Tre clienti, che potrebbero già far girare tanto denaro
Continuano intanto i rumors su chi potrebbero essere i due nuovi clienti – per ora top secret – di questa nuova soluzione creata dal gruppo Broadcom, che secondo il CEO starebbero già lavorando allo sviluppo della loro prossima generazione di chip AI XPU. Secondo i rumors che circolano già da qualche giorno a Wall Street si potrebbe trattare di OpenAI e Apple, società sia interessate a questi tipi di sviluppo, sia in grado di andare a solleticare gli animal spirits dei mercati borsistici.
Broadcom si avvia a chiudere l’anno con il raddoppio del valore delle sue azioni in borsa, con il titolo che nella sessione di oggi ha superato i massimi di 221%. Siamo ormai nel territorio dei trillionaires, un Olimpo di società quotate al quale hanno accesso in pochi e che per altre realtà geografiche è soltanto un miraggio.
Tutto questo nella settimana che ha visto anche la circolazione di altri rumors di collaborazione con Apple per la realizzazione di chip per server di datacenter AI. Un momento particolarmente felice per Broadcom, che potrebbe essere una delle soluzioni di diversi operatori di mercato per tagliare i costi legati all’approvvigionamento di soluzioni targate Nvidia.
Investimenti
USA e Texas pronti alle riserve in Bitcoin. Tra il dire e il fare c’è però un mare politico e tecnico
Doppia proposta negli USA: sia Trump, sia un parlamentare texano vogliono una riserva Bitcoin.
L’onda lunga dell’innamoramento tra Donald Trump e Bitcoin colpisce anche il Texas. Lo stato della Stella Soliaria potrebbe presto prepararsi ad attivare una riserva strategica in Bitcoin, in una giornata che per la prima delle criptovalute per capitalizzazione di mercato è stata di quelle importanti, almeno sotto il profilo degli annunci elettorali. Di fatti ne sono successi diversi e hanno contribuito ad una forza relativa di Bitcoin rispetto agli altri asset risk on, in una sessione USA che è stata piuttosto convulsa. Ma sarà necessario andare con ordine per capire cosa è successo davvero e che tipo di impatto potrebbe avere sui mercati, anche sul medio e lungo periodo.
Donald Trump ha suonato la simbolica campanella del NYSE, la borsa più importante del mondo, e nel mentre è stato intercettato da Jim Cramer, storico presentatore di CNBC, che lo ha intrattenuto anche parlando delle criptovalute. Una gestione molto diversa da quella della precedente amministrazione, ha detto Cramer, che ha raccolto da Donald Trump una rivelazione sconvolgente, per quanto nell’aria ormai da tempo: Trump sarebbe a favore di una riserva strategica di Bitcoin e crypto, sulla scorta di quella federale petrolifera, per quanto i dettagli sono ancora fumosi. Poco dopo, è arrivato l’annuncio di un disegno di legge in Texas per creare qualcosa di simile, con dettagli ancora più interessanti, perché in realtà… non prevederanno acquisti diretti. Tra il dire e il fare ci sono però in questo caso due mari diversi. Sulla riva federale le modalità con le quali il governo si doterà effettivamente di una riserva. Sulla riva texana invece il consenso effettivo intorno ad una proposta del genere.
Trump, Capriglione e Bitcoin
Donald Trump ha risposto in modo affermativo sulla possibilità di avere una riserva federale USA di Bitcoin e crypto. La questione, almeno secondo le brevi battute che Donald Trump ha consegnato a Jim Cramer, sarebbe anche geopolitica: tanti paesi si stanno muovendo verso l’apertura a questi asset, e Trump non vorrebbe vedere un’America rimasta indietro. E anzi, vorrebbe vedere gli USA primeggiare anche in questa tecnologia, che ha curiosamente abbinato a quella AI. In realtà il trait d’union è un altro dei temi cari a Trump, che è quello energetico. Gli USA avrebbero bisogno del doppio di energia che producono oggi, ha tuonato il presidente che giurerà il 20 gennaio, e le tecnologie che ne sono più avide, aggiungiamo noi, sono AI e mining Bitcoin, settore quest’ultimo dove Trump vorrebbe vedere gli USA primeggiare più di quanto facciano adesso.
Lontano da New York, in Texas, si sta consumando un altro pezzetto della storia di Bitcoin. Questa volta è un semi-sconosciuto deputato del parlamento nazionale a volerne scrivere una pagina. Giovanni Carpiglione, Repubblicano, ha presentato un disegno di legge che imporrebbe al Texas di accettare pagamenti in Bitcoin per le tasse locali, per le multe e per altri tipi di attività. I Bitcoin così accumulati però non potranno essere venduti per i primi 5 anni, andando a creare così una riserva strategica. L’obiettivo di Capriglione sarebbe quello di proteggere le casse statali dall’inflazione, proprietà che però Bitcoin, dati alla mano, sembrerebbe non aver ancora dimostrato. Ora ci sarà da fare la conta dei parlamentari a favore. E nel caso di ampio consenso, Capriglione ha affermato di voler fare ancora di più. Per ora però, tanto a Washington quanto a Austin, siamo ancora in altissimo mare.
Investimenti
Elon Musk, il suo patrimonio supera i 400 miliardi di dollari
Il patrimonio personale di Elon Musk ha superato i 400 miliardi di dollari, raggiungendo una cifra record.
Elon Musk supera i 400 miliardi di dollari di ricchezza personale. Il primo in assoluto a raggiungere questo traguardo. A riferirlo è Bloomberg, che ha fatto due conti in tasca al miliardario e ha calcolato che le azioni Tesla sono aumentate di oltre il 70% da quando, nei primi giorni di novembre, Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti.
Come se questo non bastasse, SpaceX e i suoi investitori hanno concordato di arrivare ad acquistare qualcosa come 1,25 miliardi di dollari dell’azienda: grazie a questa operazione la società spaziale è arrivata a valere 350 miliardi di dollari. La transazione ha fatto in modo che il patrimonio personale di Elon Musk crescesse di 50-58 miliardi di dollari, arrivando alla considerevole soglia di 440 miliardi di dollari.
Elon Musk beneficia della nuova valutazione di SpaceX
Nel corso della giornata il patrimonio di Elon Musk ha fatto un bel balzo in avanti: è cresciuto di una cifra compresa tra i 50 ed i 58 miliardi di dollari a seconda delle fonti che lo riferiscono. Il miliardario statunitense ha beneficiato di un’operazione che ha coinvolto SpaceX: l’azienda e i suoi investitori interni hanno accettato di riacquistare le azioni interne. L’accordo ha assegnato alla società una valutazione pari a 350 miliardi di dollari.
Partendo proprio da questa valutazione, la quota in mano ad Elon Musk – che è stimata al 42% – vale la bellezza di 147 miliardi di dollari. Ossia il 50% in più rispetto alla valutazione effettuata a giugno, quando l’ultima offerta di azioni aveva stimato il valore di SpaceX in 210 miliardi di dollari. Tra l’altro questa nuova valutazione contribuisce a rendere SpaceX la società privata con il valore più alto al mondo, arrivando a superare:
- TikTok;
- ByteDance:
- OpenAI (lo sviluppatore di ChatGPT);
- Stripe.
Su X Elon Musk ha scritto che la cosa pazzesca è che quasi nessun investitore aveva intenzione di vendere delle azioni nemmeno quando si era arrivati alla valutazione di 350 miliardi di dollari.
L’anno d’oro di Elon Musk
Indubbiamente i 400 miliardi di dollari raggiunti da Elon Musk rappresentano, a tutti gli effetti, una pietra miliare. Dal 1° gennaio di quest’anno il patrimonio è aumentato di oltre 150 miliardi di dollari. A questo risultato è riuscito ad arrivare grazie all’aumento della valutazione di SpaceX e a Tesla, la quale, indubbiamente, costituisce una delle parti più importanti del suo patrimonio. Non deve essere dimenticato, inoltre, il suo 54% in xAI, la startup di intelligenza artificiale, che alcuni investitori privati avrebbero valutato 50 miliardi di dollari a novembre.
Dalle elezioni presidenziali che hanno visto vincere Donald Trump, le azioni Tesla sono cresciute del 70%. Con il tycoon Elon Musk è riuscito a costruire un rapporto sempre più stretto, arrivando ad investire centinaia di milioni e innumerevoli ore nella sua campagna elettorale. Con ogni probabilità Elon Musk dovrebbe arrivare ad avere un ruolo anche nella nuova amministrazione Trump: potrebbe assumere il ruolo di co-responsabile del previsto dipartimento per l’Efficienza governativa (Department of Government Efficiency, Doge), che ricoprirà un ruolo attivo nelle decisioni che potrebbero portare al taglio delle spese del governo federale. Ma soprattutto un ente che potrebbe avere un ruolo su importanti decisioni normative che potrebbero impattare direttamente sulle aziende di Elon Musk.
Il 2024 è stato contrassegnato da molte buone notizie per il miliardario. Ma ce ne sono state anche di negative: nei primi mesi dell’anno, per esempio, un giudice del Delaware ha annullato il suo accordo del 2018 per ricevere opzioni pari ad un ulteriore 9% di Tesla, che in quel periodo valeva 56 miliardi di euro. Nel corso delle ultime settimane il giudice ha ribadito la sua decisione, anche se gli azionisti hanno approvato una seconda volta il pacchetto.
Investimenti
Inflazione non morde: NASDAQ sopra i 20.000, volano anche crypto e Bitcoin
Nasdaq chiude per la prima volta sopra i 20.000. Spinge il tech, bene le crypto.
Gli attesi dati sull’inflazione USA non spaventano più di tanto e preparano il terreno perfetto per un taglio dei tassi di dicembre. Tutto secondo aspettative, con l’inflazione classica che fa registrare un +2,7%, confermando il leggero rimbalzo dai minimi di due mesi fa e la Core – la misurazione che non tiene conto di alimentari e energetici – che rimane stabile al 3,3%. Una sorta di situazione idilliaca per gli asset risk on, che possono così far registrare una corsa importante che ha visto non solo Bitcoin tornare sopra i 100.000$, ma anche Tesla e alcune delle magnifiche sette fissare nuovi record.
È un mix importante tra aspettative di una politica monetaria finalmente in volo verso i territori meno restrittivi, la solita luna di miele che accompagna le elezioni del nuovo presidente e più in generale un ottimismo che è alimentato da un’economia USA che continua ad avere fondamentali molto più solidi di quelli delle altre economie sviluppate.
La lunga corsa dell’azionario USA continua
NASDAQ per la prima volta della sua storia sopra i 20.000 punti, alimentato da una fiducia per il settore tech che poggia sulle spalle dell’intelligenza artificiale ma non solo. A fare notizia oggi è l’intenzione di Apple di sviluppare chip per l’AI insieme a Broadcom, nonché quanto di interessante è stato prodotto anche da Tesla nel corso dell’ultimo incontro con gli azionisti, ovvero quella Model Q che arriverà sul mercato con un prezzo di 30.000$ e pronta a conquistare quote di mercato importanti.
Una giornata che passerà agli annali, in attesa dell’incontro del 18 dicembre del FOMC che deciderà sui tassi, e che – cosa più importante – sarà accompagnato anche dalle previsioni di Federal Reserve sul ciclo di tagli. Previsioni che non sempre poi vengono seguite dai fatti, ma che comunque innescheranno delle reazioni importanti da parte dei mercati. Reazioni che si intensificheranno proprio in avvicinamento all’ultima delle grandi decisioni di un 2024 che si chiuderà comunque in modo molto positivo per gli investitori in azioni sul mercato USA.
Investimenti
Tesla: il mercato premia le novità con un +2,9%. DB alza il target
Tesla vola dopo l’annuncio di Model Q, un low cost da 30.000 dollari che potrebbe conquistare una fetta di mercato importante.
Arriva una buona notizia per Tesla. La società guidata da Elon Musk incassa un incremento del prezzo target di Deutsche Bank, che premia le novità che il gruppo ha annunciato agli investitori. Tutto questo in un momento di enorme difficoltà per tutto il settore dell’elettrico e più in generale per il settore dell’auto, tanto negli USA quanto, in modo forse più accentuato, in Europa. A piacere agli investitori – e in particolare agli analisti di Deutsche Bank, ci sono le nuove proposte. Dalla Model Q che arriverà durante la prima metà del 2025 e che – sussidi inclusi – dovrebbe avere un prezzo sotto i 30.000$ per gli Stati Uniti. Una risposta dell’azienda in grado di poter muovere le vendite e che, per l’appunto, è piaciuta ai mercati.
Mercati che hanno premiato il titolo con un solido +2,87%, nonostante la riunione si sia occupata di prodotti dell’azienda più trendy: dai sistemi a guida automa passando per i robot Optimus e per i robo-taxi, prodotti che però almeno sul breve avranno con ogni probabilità un impatto ridotto rispetto appunto alla Model Q.
La battaglia per gli EV a basso costo
Da un lato c’è l’aiuto del governo USA, che anche prima dell’insediamento di Donald Trump è stato molto duro con la componentistica cinese e con i veicoli prodotti in Messico, dall’altro una soluzione che sembrerebbe poter accontentare tutti. Un’auto elettrica dal costo ridotto – con soglie minime di prezzo che per molti saranno fantascientifiche – e con una buona capacità di output e vendite già dalla prima presentazione.
Il prezzo sarebbe comunque interessante anche se dovesse essere rimosso il sussidio: si parla di 37.499$ per veicolo, come prezzo base, che renderebbe comunque molto appetibile la vettura anche per i ceti meno abbienti. Per l’analista di Deutsche Bank questo aumenterà lo share di mercato di Tesla, nel settore EV, in modo sostanziale. Staremo a vedere come risponderà il mercato degli acquirenti di auto. Le borse, almeno oggi, hanno già parlato.
-
News2 mesi fa
Petrolio, il Brent in mattinata guadagna lo 0,4%. Chiusura settimanale positiva
-
News2 mesi fa
Morgan Stanley rivede i propri obiettivi climatici. La transizione green c’è, ma è lenta
-
Guide Azioni2 mesi fa
Migliori azioni da comprare
-
Guida1 settimana fa
Migliori 10 Piattaforme Trading Online
-
Guide Azioni2 mesi fa
Comprare azioni Eni: Conviene oggi? Analisi e Previsioni
-
Guide Azioni2 mesi fa
Comprare azioni ENEL: Conviene oggi? Analisi e Previsioni
-
Guide Azioni2 mesi fa
Azioni Intelligenza Artificiale: Migliori 6 azioni IA [2025]