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J&J, ottimi dati per il farmaco contro il morbo di Chron

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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La multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson, da tempo coinvolta nella ricerca sul morbo di Chron, è sempre più vicina all’approvazione di un farmaco efficace. Si chiama Stelara e ha appena dimostrato a livello clinico di poter aiutare chi soffre di questa condizione, con dati incoraggianti anche per gli investitori: fino a questo momento, infatti, non esistono medicinali specifici per il trattamento del morbo di Chron.

Attualmente il farmaco è già approvato per l’utilizzo nei bambini al di sopra dei 6 anni che soffrono di artrite psoriasica. Nelle ambizioni di Johnson & Johnson, però, dovrebbe diventare un pilastro della lotta al morbo di Chron anche per chi non presenta queste caratteristiche. La notizia arriva dopo la pubblicazione dei dati di bilancio del Q4 2022 da parte della maggior parte delle case farmaceutiche, che hanno mostrato come l’anno scorso la spesa in ricerca e sviluppo di nuovi medicinali abbia raggiunto nuovi record.

presentazione della notizia secondo cui Stelara sarebbe efficace contro il morbo di Chron
Il farmaco Stelara è già commercializzato per combattere altre condizioni mediche

I dati incoraggianti di Stelara

I dati sono stati presentati da Janssen, la divisione europea di J&J. Sui pazienti oggetto del test, l’80% ha dimostrato una risposta clinica e il 67% ha dimostrato un miglioramento a livello endoscopico. Questo significa che ci sono le basi di sicurezza e di efficacia affinché Stelara possa proseguire con ulteriori trial clinici, arrivando poi alla commercializzazione su larga scala.

Il test è durato 200 settimane, circa quattro anni, ricordando agli investitori quanto siano lunghi e dispendiosi i processi per l’approvazione di un nuovo farmaco. Fortunatamente, però, i risultati sono stati incoraggianti. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino, che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale.

Non si conosce la causa esatta del morbo di Crohn, ma si ritiene che sia una combinazione di fattori genetici, ambientali e immunologici. Non esiste ancora una cura specifica per il morbo di Crohn, ma ci sono diverse opzioni di trattamento per aiutare a controllare i sintomi e prevenire le complicazioni. Si stima che circa 1,6 milioni di persone negli Stati Uniti soffrano di morbo di Crohn. La malattia può colpire persone di tutte le età, ma è più comune tra i giovani adulti dai 20 ai 30 anni.

foto di persona affetta da morbo di Chron
Il morbo di Chron rende l’intestino molto facilmente irritabile

Battaglia legale contro il clone di Amgen

Amgen, società biotech con sede in California, sta altrettanto cercando la cura al morbo di Chron e pare che la sua strada si sia incrociata -forse fin troppo- con quella di Johnson & Johnson. Quest’ultima ha citato in giudizio Amgen di fronte a un tribunale del Delaware, difendendo il suo brevetto e accusando Amgen di averlo violato.

La battaglia legale per il momento favorisce Amgen, ma più per un fatto burocratico. La corte ha infatti respinto la mozione iniziale dal momento che Johnson & Johnson avrebbe presentato una documentazione eccessiva, in violazione ai limiti sulle pagine che possono essere presentate nella mozione iniziale del processo. Stelara è già approvato per il trattamento di altre patologie e lo scorso anno ha prodotto ricavi per $6.9 miliardi, ma la concorrenza inizia a farsi sentire.

Altri prodotti simili, sotto il profilo molecolare, sono già in fase di sviluppo da parte di Biocon Biologics e di Alvotech. Si stima che questi nuovi farmaci potrebbero raggiungere la commercializzazione su vasta scala già nella seconda metà del 2023.

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