Mercati azionari, i market mover che li condizioneranno questa settimana
Lo yen continua a perdere terreno nei confronti del dollaro e i mercati azionari ne risentono. Questa settimana le contrattazioni sono ridotte al lumicino a causa delle festività in Giappone. Gli investitori sembrano aver intenzione di rimanere alla finestra, ancora indecisi sul da farsi: a determinare questa situazione c’è il probabile taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed, che è atteso il prossimo mese. La tregua nei mercati azionari segue una settimana senza dubbio tumultuosa, nella quale sono state cedute molte valute – prima tra tutte lo yen – a causa delle crescenti preoccupazioni per l’economia statunitense e per l’atteggiamento aggressivo assunto dalla Banca del Giappone.
Ma vediamo un po’ quali potrebbero essere le prospettive future.
Mercati azionari, le prospettive dei prossimi giorni
L’ultima settimana si è chiusa, sostanzialmente, in modo tranquillo. I dati sull’occupazione negli Stati Uniti presentati giovedì sono stati più forti del previsto. La reazione dei mercati azionari è stata immediata: le scommesse sui tagli dei tassi di interesse si sono ridimensionate. Ad ogni modo gli investitori non sono convinti che la Fed possa permettersi di andare verso il taglio dei tassi in maniera lenta: l’ipotesi più accreditata è che si possa andare verso un allentamento di 100 punti base entro la fine dell’anno (previsione elaborata dal FedWatch del CME Group).
Questo è il motivo per il quale i mercati azionari continuano a rimanere altamente vulnerabili. A preoccupare sono principalmente i dati sui prezzi alla produzione al consumo negli Usa, la cui uscita è prevista nel corso delle giornate di martedì e mercoledì. Ma non solo: i riflettori sono puntati anche alla riunione delle banche centrali mondiali a Jackson Hole che è in programma la prossima settimana. Per non lasciarsi sfuggire proprio nulla, continuano a rimanere sotto osservazione anche i guadagni di una delle big tech che sta traendo i maggiori profitti dall’intelligenza artificiale: Nvidia.
Christopher Wong, stratega valutario presso la OCBC Bank di Singapore, ha spiegato che la fase che stiamo attraversando è, sostanzialmente, un modo per il mercato di rimettersi in carreggiata in vista della pubblicazione dei dati negli Stati Uniti.
Secondo gli analisti di Mizuho gli investitori dovrebbero tenere a mente ben altri dati rispetto a quelli attesi sull’occupazione e sull’inflazione in uscita nel corso di questi giorni. Almeno fino a quando la Fed non renderà nota la sua decisione sul taglio dei tassi d’interesse a settembre.
La scorsa settimana l’euro è salito fino a 1,1009 dollari per la prima volta dal 2 gennaio 2024. Nella giornata di lunedì, invece, il dollaro australiano era salito a 0,6584 dollari, mentre il dollaro neozelandese è rimasto al di sotto del massimo di tre settimane (0,6035 dollari).
Quali sono le attese dei mercati azionari
La scorsa settimana Wall Street ha chiuso in rialzo. I future E-mini S&P 500 hanno chiuso pressoché invariati rispetto alla settimana precedente, dopo che nella giornata di lunedì avevano registrato un -4,75%. I rendimenti dei titoli del Tesoro a più lunga scadenza sono diminuiti.
I mercati azionari, in particolar modo quello del Giappone, sono stati scossi dalla fine del carry trade sullo yen: lo strumento permette di prendere in prestito yen a basso costo per reinvestire in altre valute e attività che garantiscono dei rendimenti più elevati.
La violenta svendita della coppia dollaro-yen tra il 3 luglio e il 5 agosto, innescata dall’intervento del Giappone, dall’aumento dei tassi da parte della Banca del Giappone e dal successivo scioglimento delle operazioni di carry trade finanziate in yen, ha causato un calo di 20 yen.
Secondo i dati pubblicati venerdì dalla US Commodity Futures Trading Commission e LSEG, la posizione dei fondi con leva finanziaria sullo yen giapponese si è ridotta al livello più basso di posizione corta netta da febbraio 2023 nell’ultima settimana.