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Northvolt riduce l’attività. Per l’Europa tramonta il sogno di diventare leader nelle batterie
Tramonta definitivamente il sogno dell’Europa di diventare un leader nella produzione di batterie per le auto elettriche.
Non c’è pace per il settore automobilistico europeo. Questa volta a decidere di ridurre le proprie attività è Northvolt, che vuole anche licenziare i dipendenti; ma che, soprattutto, ha alimentato i timori che l’Europa non possa diventare un leader a livello globale nella produzione di batterie per veicoli elettrici. Lo stop di Northvolt, sostanzialmente, ha frenato completamente le ambizioni del vecchio continente.
Northvolt, al momento, è in ritardo con gli ordini e, a giugno, ha perso un contratto da 2 miliardi di dollari con la BMW. Peter Carlsson, Ceo della società ed ex dirigente di Tesla, ha dichiarato che l’azienda avrebbe smesso di produrre materiale catodico attivo: stiamo parlando di un componente essenziale per le batterie. Ma non solo: avrebbe anche abbandonato completamente i piani per uno stabilimento in Polonia.
Northvolt avrebbe intenzione di concentrarsi unicamente sul proprio core business, che è costituito dalla produzione di celle per batterie. Sono, in estrema sintesi, le unità necessarie per immagazzinare l’energia chimica.
L’azienda, che è il produttore di batterie più sviluppato in Europa, ha deciso di abbandonare la sua missione originaria, ossia quella di essere un’azienda completa, in grado di offrire tutto il materiale necessario alla produzione delle batterie. A cui si va ad aggiungere il loro riciclaggio a fine vita.
La decisione di Northvolt è stata annunciata proprio nel momento in cui Mario Draghi, l’ex presidente della Bce, stava mettendo in guardia dalla concorrenza della Cina nel settore green. Ma soprattutto sollevava dei dubbi sulla capacità dell’azienda svedese di svolgere un ruolo di primo piano nella spinta della mobilità elettrica in Europa.
Andy Leyland, co-fondatore di SC Insights e specialista della supply chain, ha spiegato che Northvolt è stata la decana dell’industria europea delle batterie e se non riuscirà a produrle, ciò dimostrerà davvero che, a livello industriale, l’Europa in futuro continuerà a dipendere dall’Asia.
Secondo Evan Hartley, analista di Benchmark Mineral Intelligence, l’abbandono della produzione di materiali catodici attivi metterà l’Europa in una situazione di ulteriore svantaggio per quanto riguarda la produzione locale.
Ad ogni modo sembra che Northvolt abbia avuto dei problemi nella produzione di batteria di alta qualità in grandi volumi per soddisfare degli obiettivi, che, almeno in un certo senso, possono essere ritenuti ambiziosi. E, nello stesso tempo, si trovava nella situazione di dover combattere con dei rivali cinesi del calibro di Catl e Byd.
Northvolt, nell’approntare la nuova strategia, non ha affrontato il problema della questione dei ritardi. Si è semplicemente limitata a sottolineare che ha intenzione di concentrarsi per diventare leader nel settore delle celle per batterie.
Northvolt e il problema dei contratti annullati
Sono diverse le difficoltà che Northvolt deve affrontare, anche se, nel corso degli anni, si è aggiudicata degli ordini per oltre 50 miliardi di dollari da diversi clienti, tra i quali c’è anche Volkswagen. Purtroppo la situazione dell’azienda svedese mettere in evidenza le difficoltà dell’Europa di ridurre le dipendenze dalla Cina, che, in questo momento, sta controllando l’85% della produzione di celle per batterie.
Secondo alcuni documenti ufficiali regolarmente depositati presso gli enti di controllo, Northvolt avrebbe ottenuto qualcosa come 15 miliardi di dollari di finanziamenti azionari ed obbligazionari. Tra i finanziatori ci sono Goldman Sachs e Blackrock. Al momento starebbe cercando dei finanziamenti per sostenere la sua costosa crescita.
Le difficoltà nella produzione e i conseguenti ritardi nelle consegne delle batterie hanno fatto in modo che BMW cancellasse un ordine da 2 miliardi di dollari. Questo ha determinato la decisione di invertire completamente rotta. A questo si aggiunge il fatto che a maggio Scania – unità svedese concentrata nella produzione di camion che fa capo a VW – a maggio ha dichiarato che i continui ritardi nelle consegne fa parte di Northvolt hanno impedito di spedire migliaia di camion.