Si chiudono le olimpiadi: Francia e sponsor ora fanno i conti
Si chiudono le Olimpiadi di Parigi 2024 che passano il testimone a Los Angeles per la prossima edizione. Un evento sportivo di livello mondiale, al quale sono però associate anche tante questioni economiche: da quelle degli sponsor – che hanno sborsato cifre importanti – a quelle dell’economia del paese che le ha organizzate, in questo caso la Francia. Ci si aspetta per il terzo trimestre di Parigi una crescita aggiuntiva dello 0,3% per il PIL, una cifra relativamente ridotto rispetto, ad esempio, all’edizione record di Londra, alla quale fu attribuita una crescita di 1 punto percentuale per il prodotto interno lordo del Regno Unito.
Le questioni sono diverse e sulle stesse non vi è mai stato ampio consenso da parte degli economisti e degli analisti, per fattori di difficile misurabilità e che devono tenere conto anche dei costi – enormi – di organizzazione di un evento di questa portata.
Tra i brand vince Nike a mani basse
Nike è di gran lunga la società quotata vincitrice di questa kermesse sportiva. I dati che circolano ormai da più di una settimana sottolineano come la scelta del brand statunitense in termini di atleti sponsorizzati sia stata della più felice. Effetti positivi sono stati già registrati in termini di visite e dunque vendite dirette online, per dati di gran lunga migliori del principale concorrente Adidas. I dati definitivi arriveranno tra qualche settimana e certificheranno gli ennesimi giochi olimpici sfruttati in modo magistrale dal marketing del brand dello swoosh.
Saranno poi da valutare gli impatti delle olimpiadi su uno dei main sponsor, Toyota, che invece dovrà far fronte a cambiamenti radicali in termini di mobilità per le prossime Olimpiadi Los Angeles, per le quali gli organizzatori puntano allo sfruttamento di mezzi pubblici o di mezzi privati più sostenibili, non esattamente la migliore delle passerelle per un brand di questo tipo.
Male invece Intel – ma non per questioni che sono legate ai giochi olimpici dei quali è stata ancora una volta sponsor. Il gruppo ha annunciato dei tagli importanti a causa di vendite in difficoltà e di attese sui prossimi trimestri di molto al di sotto della concorrenza diretta. Una situazione difficile in termini industriali e che anche la sponsorizzazione dei Giochi Olimpici non è stata – chiaramente – in grado di invertire.
Quale effetto sul PIL?
È una questione molto difficile da misurare. Gli studi pubblicati da Julie Kiren, Mathilde Niay e Guillaume Roulleau tramite INSEE, l’omologo di ISTAT in Francia, si concentrano su due fattori. Il primo è l’effetto dovuto alle spese per l’organizzazione e la costruzione di infrastrutture, che dovrebbero essere a questo punto ormai ampiamente scontati. Il secondo sono le entrate maggiori dovute al turismo che le Olimpiadi stimolano durante le gare. Biglietti e spese in loco per hotel, ristoranti e attività di svago potrebbero aiutare il PIL francese, per il trimestre in corso, a crescere dello 0,3% aggiuntivo.
Difficile quantificare però gli effetti di lungo periodo. Se c’è chi parla di effetti positivi sul turismo fino a 20 anni dopo l’evento sportivo più importante del mondo, c’è chi fa notare che gli effetti su economie come quelle europee e nordamericane, dove il turismo è già su livelli molto alti, potrebbero essere in verità assai ridotti.
Sono considerazioni che dovranno essere però fatte dati alla mano, tenendo conto del fatto che non tutte le organizzazioni dei Giochi Olimpici hanno prodotto effetti economici comparabili. Londra è storicamente considerata un grande successo anche sul piano economico, altre un po’ meno. E trattandosi di eventi che vedono la corposa partecipazione di denaro pubblico, le polemiche sono sempre presenti.