Oro, dopo la Cina a farne incetta adesso è l’occidente

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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In mattinata il prezzo dell’oro è stato in lieve calo, ma si è mantenuto stabilmente oltre i 2.500 euro l’oncia. Il Gold Spot, ossia il metallo prezioso con consegna immediata, veniva scambiato a 2.508,17 dollari l’oncia con un calo dello 0,17%. Il Comex, l’oro con consegna a dicembre, è stato scambiato a 2.543,60 dollari l’oncia con una flessione dello 0,15%.

Ma vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo alle quotazioni dell’oro e come si stanno muovendo gli investitori in questo particolare segmento.

Gli investitori scommettono sull’oro

Secondo quanto riporta il Financial Times, nel corso delle ultime settimane gli investitori occidentali hanno puntato in maniera massiccia sull’oro. Nello stesso tempo si iniziano a preparare ai tagli dei tassi d’interesse che potrebbe predisporre la Fed. Un incrociarsi di situazioni che hanno fatto in modo che il prezzo dell’oro schizzasse a dei livelli record.

Il metallo prezioso continua a stazionare, grosso modo, oltre i 2.500 dollari l’oncia e contribuisce a far quintuplicare i guadagni. Questi ultimi sono spinti dagli acquisti effettuati dagli investitori istituzionali e dalle scommesse rialziste degli hedge fund. Gli acquisti effettuati nel corso di questa settimana arrivano in un momento in cui gli investitori occidentali sono rimasti quasi sempre in disparte: a fare la parte del leone nel rally dell’oro sono stati principalmente quelli cinesi, che hanno puntato sul metallo prezioso utilizzandolo come bene rifugio per proteggersi dal caos vissuto nel corso degli ultimi mesi nel mercato azionario ed immobiliare della Cina.

Ruth Crowell, amministratore delegato della London Bullion Market Association, ha spiegato che in questo momento l’Occidente si starebbe svegliando rispetto a quanto è accaduto fino ad oggi in Asia. Bisogna poi considerare anche che importanti acquisti sono stati effettuati direttamente dalla Banca Popolare Cinese: un’operazione effettuata, secondo molti analisti, per rendere lo yuan meno dipendente dal dollaro.

Il Financial Times, inoltre, mette in evidenza che la corsa all’oro, che è stata avviata alla fine del 2022, è stata sostenuta dalle banche centrali dei mercati emergenti, che stanno cercando di diversificare le proprie riserve rispetto al dollaro. Oltre che dall’enorme domanda proveniente dagli investitori cinesi. Ad ogni modo la recente spinta rialzista dell’oro, che è partita nel corso del mese di giugno, sembrerebbe essere stata guidata dagli investitori statunitensi e da quelli europei, che stanno facendo leva su dei costi di prestito inferiori. Questi tendono ad aumentare l’attrattiva dell’oro rispetto ad asset come le obbligazioni.

Le scommesse rialziste sull’oro

Sul Comex di Chicago le scommesse rialziste hanno raggiunto i nuovi massimi post-Covid. Sono state raggiunte più di 100 tonnellate nella settimana che si è conclusa lo scorso 13 agosto (dati della US Commodity Futures Trading Commission).

Ricordiamo che il mercato dei futures viene utilizzato principalmente dagli hedge fund e dai trader speculativi. Gli Etf, invece, risultano essere molto più popolari in Nord America e in Europa per gli investitori tradizionali.

John Reade, del World Gold Council, ha spiegato di aver notato che gli investitori e gli speculatori occidentali stanno tornando sul mercato dell’oro. In vista del discorso che Jerome Powell, presidente della Fed, terrà venerdì, i prezzi dell’oro sono stati sostenuti dalle aspettative che la federal reserve possa tagliare i tassi d’interesse a settembre. Le aspettative sono di un taglio di un punto percentuale entro la fine dell’anno.

Ole Hansen, Saxo Bank, spiega che l’oro stava andando bene anche prima dell’inizio del ciclo di tagli dei tassi, quindi la domanda è quanto il previsto taglio dei tassi sosterrà ulteriori guadagni. Hansen ritiene che gli investitori si siano riversati sui lingotti utilizzandoli come bene rifugio alla luce delle crescenti preoccupazioni per gli elevati livelli di debito pubblico e per l’instabilità geopolitica.

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