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Petrolio, prezzo di nuovo in calo. Pesa la debolezza della Cina
A condizionare il recente calo del prezzo del petrolio è principalmente la debolezza dell’economia cinese. Oltre che una domanda sotto le aspettative proveniente dagli Usa.
Il prezzo del petrolio amplia le perdite dopo la decisione dell’Opec di aumentare la produzione a partire dal mese di ottobre. I segnali che arrivano dalla Cina e dagli Stati Uniti che indicano una domanda debole hanno sollevato una serie di preoccupazioni sulla possibilità che i consumi possano crescere in futuro.
In mattinata i future sul Brent sono scesi dello 0,3% pari a 21 centesimi. Il prezzo si è attestato a 76,74 dollari al barile. Il greggio West Texas intermediate, invece, ha perso lo 0,2% pari a 14 centesimi. Il prezzo era pari a 73,41 dollari al barile. Nel corso della giornata di venerdì il Brent e il Wti hanno perso rispettivamente l’1,4% e il 3,1%.
Cosa sta accadendo al prezzo del petrolio
Chris Weston, responsabile della ricerca presso la società di brokeraggio Pepperstone, spiega che con la tendenza al ribasso c’è un rischio concreto che il prezzo del petrolio possa avvicinarsi nuovamente ad un intervallo sui minimi plurimensili.
I paesi che fanno parte dell’Opec sono intenzionati a procedere con gli aumenti pianificati della produzione di petrolio a partire dal mese di ottobre. Otto membri dell’organizzazione avrebbero in programma di aumentare la produzione di petrolio di 180.000 barili al giorno. Il progetto fa parte di un più ampio programma volto ad annullare il più recente livello di tagli alla fornitura pari a 2,2 milioni di barili al giorno, mantenendo, ad ogni modo, i tagli fino alla fine del 2025.
Achilleas Georgolopoulos, analista di investimenti presso la società di brokeraggio XM, spiega che attualmente è viva la preoccupazione che un aumento maggiore della produzione possa andare ad alterare l’equilibrio tra domanda ed offerta. E che, soprattutto, possa esercitare una pressione più forte sui prezzi, determinandone un calo. Secondo Georgolopoulos gli incrementi della produzione si potrebbero verificare in un momento in cui l’economia globale sta rallentando, con la Cina che continua a deludere.
Il Wti ed il Brent hanno registrato una serie di perdite nel corso degli ultimi due mesi. Le preoccupazioni relative alla domanda proveniente dagli Usa e dalla Cina hanno ampiamente superato quelle relative alle interruzioni nell’approvvigionamento di petrolio libico e i rischi che si sono venuti a generare in seguito al conflitto in Medio Oriente.
Tony Sycamore, analista di mercato di IG, ha spiegato che l’indice PMI cinese, pubblicato nel fine settimana, è più debole del previsto: una situazione che accresce i timori che l’economia cinese non sia in grado di raggiungere gli obiettivi di crescita.
Secondo i dati dell’Energy Information Administration pubblicati nella giornata di venerdì, negli Stati Uniti il consumo di petrolio a giugno è sceso ai minimi stagionali registrati l’ultima volta durante la pandemia di Covid 19 nel 2020.
Petrolio, cosa c’è da aspettersi in futuro
Come si muoverà il prezzo del petrolio nel corso delle prossime settimane? Già da tempo le quotazioni sono state spinte al ribasso, oltre le media mobili a 50 e 200 giorni. La commodity non ha registrato un temporaneo rialzo nemmeno grazie alle interruzioni degli approvvigionamenti che sono stati registrati in Libia e in Iraq. Se questa questa situazione si fosse verificata in altre circostanze, il petrolio si sarebbe ripreso.
Partendo dal livello tecnico registrato con l’ultima chiusura settianale, le quotazioni del petrolio Wti si potrebbero spingere in questo momento sotto il supporto immediato di 73,5 dollari al barile. Il passo successivo sarebbe ritestare i target fissati a 72,8, 72,5 e 72 dollari.
Un’eventuale ripresa, con ogni probabilità, si andrà a scontrare con la resistenza intermedia fissata a 75 dollari, che potrebbe diventare un vero e proprio limite agli eventuali stimoli rialzisti.
A pesare sul prezzo del petrolio, ad ogni modo, ci sono gli sviluppi del conflitto in corso in Medio Oriente.