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Tinkoff Bank, Apple rimuove la banking app dall’App Store

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Written by Samanta Musai
Diplomata in Scienze Economiche, con parte del mio percorso formativo svolto presso l'Université Paris-Est Créteil a Parigi, ho conseguito una specializzazione in Amministrazione Aziendale. La mia professione di analista è incentrata sulla geopolitica e sulla macroeconomia.
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La banca russa Tinkoff Bank ha comunicato nella giornata di ieri che la sua app di banking è stata cancellata dall’App Store dei dispositivi Apple, in seguito all’imposizione delle sanzioni dell’Unione Europea la scorsa settimana. Tinkoff, di proprietà di TCS Group Holding, è stata inclusa nel decimo pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia come punizione per l’invasione della Russia in Ucraina.

La banca era già stata costretta a sospendere il trading in euro a seguito delle sanzioni e, ora, ha visto la sua app rimossa dall’App Store. In una dichiarazione, Tinkoff ha tranquillizzato i suoi clienti dicendo che coloro che avevano già installato l’app avrebbero potuto continuare ad utilizzarla con tutte le sue funzionalità.

Anche altre importanti banche russe, precedentemente sanzionate dall’UE o dagli Stati Uniti, hanno visto le loro app cancellate dalle piattaforme di Apple e Google in seguito all’introduzione delle sanzioni. Tinkoff ha dichiarato di lavorare a una soluzione per consentire agli utenti di scaricare nuovamente l’app in futuro.

foto di un computer, foto di un uomo con in mano un cellulare, icona di un cellulare e una carta di credito
Ulteriore conseguenza delle sanzioni per la banca russa: la sua app di banking è stata eliminata dallo Store di Apple

L’UE sanziona le banche russe, ma non tutte

Essendo una banca digitale senza filiali, Tinkoff ha milioni di clienti che dipendono dai suoi servizi online per le loro esigenze finanziarie. Fondata dall’imprenditore Oleg Tinkov, ora un aperto critico della guerra in Ucraina, la banca russa è cresciuta rapidamente negli ultimi dieci anni e rientra tra le 13 istituzioni finanziarie più importanti della Russia.

Tinkoff sta attraversando una serie di problematiche, dopo che l’Unione Europea ha approvato il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, in occasione dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Adesso, l’Unione Europea sta considerando di tagliare fuori sette banche russe, tra cui la seconda più grande VTB, dal sistema internazionale SWIFT utilizzato per elaborare i pagamenti.

Ciò che lascia perplessi è che l’elenco non include né Sberbank, la banca più grande della Russia, né Gazprombank, il terzo più grande istituto di credito, che è strettamente legato al settore energetico. Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Rossiya Bank, Sovcombank e VEB costituiscono le altre sei banche nell’elenco.

L’UE ha esitato, nel corso dei mesi di conflitto, a rimuovere le banche russe da SWIFT a causa della sua dipendenza dal petrolio e dal gas russi. Un blocco totale della partecipazione delle banche russe a SWIFT sarebbe visto come una vera e propria opzione nucleare, poiché renderebbe i pagamenti quasi impossibili per il Paese. Sebbene ci sia una pressione politica per prendere una posizione più forte, l’assenza di Sberbank e Gazprombank dall’elenco indica che c’è ancora preoccupazione per le possibili ripercussioni economiche.

La dipendenza dell’UE dalla Russia

La dipendenza dell’UE dalla Russia si concentra principalmente sull’energia, poiché l’UE importa una grande quantità di gas e petrolio dalla Russia. Questa dipendenza energetica ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento, poiché l’UE si trova a dipendere dalle forniture di gas e petrolio provenienti da un solo Paese, aumentando la vulnerabilità alle interruzioni delle forniture a seguito di conflitti politici o tensioni internazionali, come accaduto nell’ultimo anno.

bandiere della Russia e dell'UE, foto di un gasdotto
L’Unione Europea è fortemente dipendente dalla Russia, ma sta cercando di rendere il loro legame meno stretto

Ci sono state anche preoccupazioni riguardo la dipendenza dell’UE dalla Russia per le forniture di materie prime come metalli rari e uranio, che sono utilizzati in settori come l’energia nucleare e l’elettronica.

Se nella prima fase delle sanzioni la Russia ha reagito bene causando più danni economici ai Paesi europei rispetto a quelli sopportati, nel lungo-medio periodo potrebbe pagare le conseguenze di un vero e proprio blocco nell’import/export del Paese. Per ridurre la sua dipendenza energetica, l’UE ha infatti sviluppato una serie di strategie volte a diversificare le fonti di approvvigionamento, ridurre i consumi energetici e sviluppare fonti di energia rinnovabile. L’UE ha anche lavorato per promuovere l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Dall’altro lato, la Russia ha risposto con delle contro-sanzioni per danneggiare l’economia europea, introducendo specifiche misure come modifiche dei termini contrattuali di pagamento nel settore energetico. Con il passare dei mesi l’interscambio UE-Russia si è man mano ridotto e i Paesi europei sono riusciti a importare prodotti energetici e materie prime da Paesi diversi dalla Russia.

Per quanto riguarda in particolare il gas naturale, è importante osservare come la dipendenza dell’UE si stia semplicemente spostando dalla Russia a Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito: questo mette in difficoltà il Paese russo, ma dall’altra parte genere un nuovo vincolo per l’Unione Europea, che dovrebbe invece cercare di rendersi più indipendente dal punto di vista energetico, diversificando le fonti di energia attraverso l’uso di tecnologie come il gas naturale liquefatto e l’energia solare.

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