domenica, Ottobre 6, 2024

Kamala Harris non proibirà il fracking. L’annuncio in un’intervista

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Kamala Harris torna sul fracking e afferma pubblicamente che non lo vieterà nel caso in cui dovesse essere eletta presidente degli Stati Uniti d’America. La questione era stata negli scorsi giorni centrale nelle discussioni delle principali associazioni di categoria, che si aspettavano un cambiamento rispetto a quella che era stata la posizione storica di Harris in passato, a favore di restrizioni (anche totali) di questa pratica. Una pratica che ad oggi è quella tramite la quale si estrae più petrolio negli Stati Uniti.

La questione è inoltre importante in uno degli swing state (gli stati in bilico) più rilevanti, la Pennsylvania. Il cambio di paradigma sul fracking continuerà ad essere uno dei temi centrali di questa campagna elettorale, sfruttato dall’avversario di Harris, Donald Trump, per sottolineare l’instabilità dei programmi politici della candidata democratica.

Obiettivi climatici, fracking e energia entrano nell’agone elettorale

Nella campagna elettorale che anticipa le elezioni per il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America entra di prepotenza la questione climatica, verso la quale le sensibilità democratiche sono certamente più rilevanti di quelle repubblicane. Sensibilità che tuttavia potrebbero essere d’impaccio all’interno di una campagna elettorale senza esclusione di colpi e che vede i due candidati, secondo tutti i principali sondaggi, appaiati.

Kamala Harris ha negato con forza, durante un’intervista concessa a CNN, di voler procedere con il ban totale di queste attività, che secondo quanto affermato dalla candidata, non sarebbe necessario per raggiungere i pur ambiziosi obiettivi climatici fissati – per ora in modo invero vago – dal suo programma.

Si continuerà dunque a fare fracking, per quanto le dichiarazioni di Harris difficilmente metteranno a tacere le polemiche che l’hanno coinvolta proprio in relazione a questa specifica questione, sulla quale Donald Trump è storicamente più aperto.

Un Donald Trump che in settimana ha parlato anche di nucleare e di necessità di produrre molta più energia negli Stati Uniti a supporto di industrie fortemente energy intensive come l’AI. Il tema energetico, che interesserà dunque anche i mercati in via collaterale, rimarrà con ogni probabilità uno dei più caldi nelle settimane che ci separano dalle elezioni.

Un cambio di programma

Il cambio di programma segnala come il tema sia particolarmente sentito negli Stati Uniti. Soltanto nel 2019 Kamala Harris si era detta a favore della proibizione di certe attività senza alcun tipo di moderazione della sua posizione.

La questione è però estremamente rilevante in diversi degli Stati che dovrà conquistare per garantirsi la vittoria delle elezioni che la porteranno eventualmente alla Casa Bianca. Una questione energetica sulla quale la convergenza tra i due partiti sembrerebbe accelerare, per quella che è una fase storica di relativa debolezza di tutti i temi ESG, debolezza in realtà avviatasi per conto proprio da ben prima che si arrivasse alla tenzone elettorale.

Settimane calde, quelle che ci separano dall’appuntamento di novembre, che finiranno per vertere anche su temi squisitamente economici, con Harris che ha già indicato di voler proseguire con la cosiddetta Bidenomics e che ha presentato un piano ambizioso di nuove tasse, che potrebbero colpire anche gli unrealized gains, almeno per livelli patrimoniali di alta fascia.

Gianluca Grossi
Gianluca Grossihttps://gianlucagrossi.org/
Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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