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Money Flow Index
Il Money Flow Index (MFI) è un indicatore di momentum che, mediante l’analisi dei volumi, fornisce indicazioni sull’andamento del prezzo di un determinato asset (valuta forex, cryptovaluta, azione, indice, commodity e così via).
Questo strumento fu creato da Gene Quong e Avrum Saudack ed è anche conosciuto come “RSI con volume ponderato”. Il Money Flow Index rientra nella categoria degli oscillatori, alla quale appartengono altri algoritmi molto celebri tra i trader come il CCI e lo Stocastico.
Prima di procedere alla sua descrizione ed utilizzo è necessario chiarire quella che è la differenza tra i termini “indicatore” e “oscillatore” sulla quale spesso si fa molta confusione.
La differenza è sostanzialmente nozionistica, mentre a livello operativo non ci sono differenze. Gli “indicatori” sono liberi di muoversi all’interno di un grafico, mentre invece gli “oscillatori” sono vincolati all’interno di un indice fisso, come per esempio i valori dell’RSI, che sono obbligati ad oscillare tra 0 e 100, oppure intorno ad un parametro fisso, per esempio la “linea dello zero” del Momentum.
Indicatore MFI (Money Flow Index) – Introduzione argomento:
❓Cos’è: | Indicatore di Momentum che analizza i volumi di trading di un determinato asset. |
🎮Come testare: | Conti di trading demo [I migliori sono gratis] |
💪Difficoltà: | Media |
👍Efficacia Trading: | Alta |
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🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Money Flow Index cos’è
Il Money Flow Index è uno strumento per l’analisi dei mercati finanziari che misura la forza del flusso di denaro in entrata e in uscita da un titolo in un determinato periodo di tempo, considerando come fattori sia il prezzo che il volume per misurare la pressione d’acquisto. Questo strumento è una variante dell’oscillatore RSI (Relative Strenght Index), esso infatti implementa alle funzioni dell’oscillatore in questione l’analisi del volume degli scambi nel mercato.
Il MFI analizza infatti il momentum, ovvero la combinazione tra forza e velocità di prezzo in un preciso lasso temporale. Il concetto di momentum può essere compreso attraverso un semplice esempio: il paradosso della palla.
L’esempio in questione è quello citato su tutti i libri che trattano l’argomento, ovvero il fenomeno del lancio della palla come caso studio per lo studio del momentum sui mercati finanziari.
Il lancio di una palla in aria prevede una fase iniziale caratterizzata da grande forza e velocitò, un fenomeno detto momentum. Gradualmente, la velocità con la quale la palla viaggia verso l’alto diminuisce, finché essa giunge ad un temporaneo arresto prima che la forza di gravità le faccia invertire la direzione e inizi a scendere verso terra.
Questo processo di rallentamento, conosciuto come perdita di momento (momentum) verso l’alto, è applicabile anche al mercato azionario. Paragonando il volo di una palla all’andamento di un prezzo sul mercato finanziario, possiamo notare che la velocità di avanzamento del prezzo inizia a diminuire notevolmente prima che venga raggiunto l’ultimo prezzo massimo, nonostante un forte momentum nelle fasi iniziali della tendenza.
Analogamente se il lancio verso l’alto della palla avviene in una stanza e la sua traiettoria viene interrotta dal soffitto mentre il suo momentum è ancora in crescita, nello stesso istante avremo un’inversione della direzione con pari forza e velocità, ovvero con lo stesso momentum.
L’andamento dei prezzi sui mercati finanziari presenta un comportamento simile, poiché può accadere che il massimo livello di prezzo coincida con la fase massima di momentum, in questo caso l’inversione dei prezzi è forte e repentina.
Questa teoria è molto applicata nell’analisi dei mercati, soprattutto nell’utilizzo degli oscillatori, la cui funzione principale è valutare le oscillazioni del prezzo e la forza del movimento in atto. La possibilità di ottenere indicazioni sul momentum di prezzo è estremamente importante per un trader perché può aiutarlo nel prendere le decisioni relative alla sua operatività giornaliera. Tipico è il caso in cui l’investitore analizza un lungo trend rialzista, formato da massimi crescenti e sostenuto da trend line di lungo periodo.
Il trader potrebbe essere indotto all’incremento delle posizioni rialziste ad ogni nuovo massimo raggiunto dal prezzo, in questo particolare pattern grafico il Money Flow Index ci aiuta rilevando il momentum che, se decrescente, indica l’esaurimento della spinta rialzista del trend in atto ed è consigliato monitorare con attenzione le posizioni aperte per individuare il miglior punto di uscita anziché aprire altre operazioni long.
Quello appena citato è solo uno dei casi in cui l’oscillatore MFI può rendere “visibile l’invisibile” aiutando in modo determinante il trader nelle sue scelte.
Leggi anche: Cos’è e come funziona il Momentum nel Trading
Money Flow Index come funziona
Il funzionamento del Money Flow Index è molto simile all’utilizzo dell’oscillatore RSI. È possibile considerare il MFI come un perfezionamento del più celebre RSI.
Se l’oscillatore RSI si basa sull’analisi della forza dei prezzi identificando fasi di ipervenduto e ipercomprato nei livelli 30 e 70 del grafico, il MFI si comporta in modo analogo con l’aggiunta di un fattore analizzato: il volume delle transazioni.
L’analisi del volume rende i segnali del Money Flow Index più affidabili ma aumenta il rumore dello strumento, per questo motivo i suoi sviluppatori hanno apportato delle modifiche ai livelli di ipercomprato e ipervenduto, portandoli rispettivamente a 80 e 20 per ridurre al massimo i falsi segnali.
L’oscillatore MFI genera segnali attraverso le divergenze tra grafico e indicatore e attraverso i breakout dei valori di ipercomprato e ipervenduto. In particolare si identifica un livello di ipervenduto al di sotto del valore 20 e i livelli di ipercomprato si verificano in genere al di sopra del valore 80. Questi livelli, però, possono cambiare a seconda delle condizioni di mercato.
In realtà i livelli di ipervenduto e ipercomprato non sono generalmente una ragione sufficiente per aprire posizioni di buy o sell, è necessario quindi che il trader consideri ulteriori analisi tecniche fornite da altri strumenti compatibili al Money Flow Index (come gli indicatori grafici o il MACD) per confermare il punto di ingresso nel mercato.
Se il trend in atto è in una forte fase di momentum i classici livelli di ipervenduto e ipercomprato perdono di valore poiché nonostante il raggiungimento di fasi di ipercomprato, i prezzi potrebbero semplicemente continuare ad andare verso l’alto, in caso di una forte spinta rialzista che ancora non si è esaurita del tutto.
Viceversa, in casi in cui il momentum del prezzo è elevato e la spinta ribassista è ancora forte, un’eventuale rottura del livello di ipercomprato potrebbe essere solo un falso segnale di inversione e il prezzo potrebbe quindi continuare il suo andamento bearish.
Per ovviare a questo problema dell’oscillatore MFI, i trader più esperti adottano il valore 90 come livello di “veramente ipercomprato”, e il valore 10 come livello di “veramente ipervenduto”. Per questo motivo, se il prezzo rimane all’interno del range 11-89, l’operatività di questo strumento è influenzata principalmente dai segnali di divergenza.
Le divergenze tra la linea dell’oscillatore e la linea di prezzo sono dei forti segnali di inversioni poiché si tratta di punti di ingresso basati sull’analisi dei volumi di acquisto.
Si verifica una divergenza in un trend rialzista quando il prezzo del grafico continua a produrre massimi crescenti ma l’oscillatore non segue l’andamento del grafico dell’asset, generando invece un massimo decrescente. In questo caso è consigliabile la chiusura delle posizioni long aperte perché una probabile inversione ribassista è imminente.
Una divergenza rilevata nel Money Flow Index genera un punto di ingresso più rilevante rispetto alla medesima divergenza nell’oscillatore RSI, poiché il primo valuta tra i suoi fattori di analisi anche il volume delle transazioni.
È possibile identificare, invece, una divergenza di prezzo in un trend ribassista quando le candele del grafico generano massimi decrescenti ma nel grafico dell’oscillatore MFI avviene un cambio di rotto con la formazione di un massimo crescente. Al verificarsi di una divergenza rialzista, i trader esperti chiudono parzialmente le operazioni short aperte in attesa di un’inversione di prezzo.
Come si calcola il Money Flow Index
Nonostante le piattaforme moderne di trading siano dotate di algoritmi avanzati che svolgono in tempo reale i calcoli per ogni strumento di trading, gli investitori sono soliti informarsi sulle metodologie di calcolo di una indicatore prima di utilizzarlo nelle loro analisi. L’obiettivo non è imparare il calcolo del Money Flow Index, in questo caso, ma le variabili che vanno ad impattare sui segnali generati dall’oscillatore.
L’ottenimento del valore del Money Flow Index richiede una serie di calcoli che per convenzione possiamo suddividere in cinque passaggi:
- In primo luogo, viene calcolato il Typical Price per gli ultimi 14 periodi.
Typical price = (prezzo massimo +prezzo minimo + prezzo di chiusura) / 3 - Successivamente viene calcolato il Money Flow moltiplicando il Typical Price per il Volume attuale.
Money Flow= Typical price * Volume - Per ogni periodo è possibile identificare se il Money Flow era positivo o negativo confrontando il Typical Price relativa al periodo “n” con quello del giorno precedente (Typica Price “n-1”)
- Si procede calcolando il Money Flow Ratio sommando tutti i Money Flow positivi e dividendo il risultato per la somma di quelli negativi.
Money Flow Ratio= (Money Flow positivo del periodo) / (Money Flow negativo del periodo) - L’ultimo passaggio consiste nel calcolo del MFI tramite la seguente formula: Money Flow Index= 100 – (100 / 1 + Money Flow Ratio)
La formula del MFI ha molte somiglianze con quella dell’oscillatore RSI, per questo molti analisti sono soliti questo strumento “RSI con Volume Ponderato”, o The Volume-Weighted RSI.
Money Flow Index Grafico ed esempi reali
Anche a livello grafico questo indicatore presenta diverse analogie con l’indicatore RSI, dal quale però differisce per l’oggetto della formula: mentre l’indicatore di Wilder concentra la sua attenzione sui prezzi, il Money Flow Index prende in esame ed elabora i volumi.
A livello visivo il grafico del Money Flow Index è costituito, come ogni oscillatore, dalla linea che oscilla tra i valori 0 e 100, di default impostata a 14 periodi, e da due rette orizzontali una posta al valore 80 (la linea superiore) e una posta al livello 20 (la linea inferiore) che indicano il raggiungimento delle fasi di ipervenduto.
Nell’immagine sottostante si può vedere come è composto il grafico del MFI, che si pone solitamente al di sotto del grafico dell’asset analizzato.
I valori impostati di default sono fissati dai suoi due sviluppatori Quong e Saudack sono: 14, 20, 80. Il numero dei periodi passati analizzati è dunque 14, ma vedremo in seguito come questo valore possa essere modificato e quali sono le conseguenze sui segnali generati. A differenza dell’oscillatore RSI, invece, i valori che indicano le fasi di ipercomprato e ipervenduto sono rispettivamente 80 e 20.
Anche questi due valori possono variare per adattarsi meglio alla strategia di trading online applicata, i trader più esperti che utilizzano questo strumento sono soliti impostare i valori a 10 e 90 per ridurre i falsi segnali ottenuti e rendere i breakout più significativi.
Come si usa il Money Flow Index
Il Money Flow Index raramente viene utilizzato come unico strumento su cui basare una strategia di trading. A questo oscillatore è più comunemente attribuita una funzione di supporto ad altri indicatori come le Bande di Bollinger o il MACD per confermare i loro segnali.
Una conoscenza superficiale dello strumento può portare ad una sovrastima dei segnali generati dal breakout dei valori di ipercomprato e ipervenduto. In realtà il punto di ingresso rilevante generato da questo strumento è la divergenza tra prezzo e indicatore poiché l’ingresso in fase di overbought e oversold, se accompagnato da un forte momentum di prezzo, può perfino consolidare la tendenza in atto, proseguendo la sua spinta direzionale. Per questo motivo i trader considerano i veri valori di ipervenduto e ipercomprato i livelli 10 e 90, in modo da ridurre i falsi segnali ricevuti.
Al raggiungimento di questi valori le possibilità che una spinta direzionale sia giunta al termine sono molto più realistiche rispetto ai valori 20 e 80, a questo punto è quindi importante porre maggior attenzione all’analisi grafica per individuare pattern di inversione.
Il Money Flow Index, infatti, se impostato al suo settaggio standard non viene quasi mai utilizzato da solo in una strategia di trading. Raramente una buona strategie per individuare i punti di ingresso in un grafico si basa esclusivamente al raggiungimento dei valori di ipercomprato e ipervenduto poiché il prezzo può stazionare in questa fase anche per lunghi periodi prima di esaurire del tutto la sua spinta e generare un’inversione di trend.
Indicatore Money Flow Index: dove si usa?
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Come Fare Trading con il Money Flow Index
Come fare trading grazie ai segnali del MFI? Da un punto di vista operativo l’oscillatore è utilizzato principalmente per individuare le inversioni di tendenza attraverso la ricerca delle divergenze tra prezzo e indicatore. La rilevanza di una divergenza aumenta al crescere della vicinanza ad una zona estrema di ipercomprato o di ipervenduto.
In realtà, una divergenza rilevata attraverso il MFI è sempre rilevante, in qualsiasi zona del grafico dell’oscillatore si trovi, poiché le caratteristiche intrinseche del Money Flow Index, ovvero l’analisi dei volumi, portano ad attribuire una particolare importanza a questo segnale.
Se la divergenza avviene in prossimità dei valori 20 e 80, il segnale di inversione di trend assume ancora più importanza ed è consigliabile la chiusura delle operazioni di trend following aperte in attesa dello swing.
L’oscillatore viene inoltre utilizzato in modo similare al più famoso RSI per i breakout dei valori estremi del grafico. In questo caso, però, è richiesta la conferma di almeno un altro indicatore combinata ad un ulteriore conferma da parte degli strumenti grafici.
In sintesi, il breakout del livello di ipercomprato combinato alla rottura di un supporto dinamico genera un buon punto di ingresso per un’operazione di sell ma non sicuro al 100% se non validato da un altro indicatore.
Money Flow Index: Segnale di acquisto (buy)
Il Money Flow Index restituisce un segnale buy quando avviene il breakout del valore 20 che delimita la fase di ipervenduto. Il raggiungimento di questo valore indica che la spinta direzionale ha raggiunto il suo termine.
Un segnale di breakout fornito dal MFI è, però, un punto di ingresso debole e necessita di essere validato da altri strumenti. Un segnale long con una rilevanza ben diversa rispetto a quello precedente è il verificarsi di una divergenza rialzista.
Per divergenza rialzista si intende un’inversione di tendenza al rialzo generata da un’andamento dei prezzi al ribasso con conseguente trend ribassista con minimi decrescenti mentre il grafico dell’oscillatore restituisce un nuovo trend al rialzo con minimi crescenti. Questo segnale di trading è riconosciuto dagli investitori come il più importante generato dall’indicatore e la sua rilevanza aumenta tanto più l’oscillatore si trova vicino alla zona di ipervenduto.
Nell’immagine sottostante è possibile individuare una nuova tendenza rialzista generata dalla divergenza tra oscillatore e prezzo.
Money Flow Index: Segnale di vendita (sell)
L’identificazione di punti di ingresso per l’apertura di operazioni short da parte dell’oscillatore avviene mediante eventi simili ma contrari per quanto riguarda i segnali di acquisto.
Un breakout del valore 80 che porta il prezzo in fase di ipercomprato può rappresentare un segnale di sell solo se confermato da altri strumenti di analisi tecnica, ad esempio analizzando la volatilità del mercato con l’indicatore ATR o la forza del trend in atto con l’indicatore ADX.
Nell’immagine sottostante possiamo vedere invece il segnale di sell più affidabile fornito dall’oscillatore MFI, ovvero la divergenza ribassista.
Si parla di divergenza ribassista nel caso in cui ad una linea di prezzo con trend rialzista si contrappone in contemporanea una linea dell’oscillatore al ribasso con massimi decrescenti. Questo segnale è uno dei più ricercati dagli analisti che si avvalgono dell’ausilio dell’indicatore MFI e la sua affidabilità è tanto maggiore quanto più è vicino al valore 80 che delimita l’inizio della fase di ipercomprato.
Ulteriori consigli utili sul Money Flow Index
Nulla è stato ancora detto riguardo sul settaggio dell’oscillatore Money Flow Index. Le impostazioni di default indicate dai suoi due sviluppatori, ovvero Gene Quong e Avrum Saudack, prevedono che siano analizzati 14 periodi per il corretto funzionamento.
Come per gli altri oscillatori, l’analista può modificare le impostazioni di default per meglio adattare lo strumento alle caratteristiche delle proprie strategie. Un aumento del numero di periodi, infatti, riduce i segnali generati ma li rende più affidabili, restituendo importanza ai valori 80 e 20.
Viceversa, una riduzione del numero dei periodi analizzati renderà lo strumento molto più sensibile al rumore di sottofondo del grafico e agli spike speculativi di prezzo, aumentando notevolmente i (falsi) segnali generati.
È richiesta, però, una profonda esperienza nei mercati finanziari per poter modificare a proprio piacimento il settaggio degli strumenti di trading, oltre che una conoscenza molto dettagliata dello strumento analizzato. I trader principianti dovrebbero quindi attenersi alle impostazioni di default dell’indicatore per non ricevere segnali che non rispecchino la condizione attuale del mercato.
Opinioni e considerazioni finali
Il Money Flow Index è un indicatore che combina momentum e volume, fornendo segnali di trading sia sulla base dei livelli estremi che può raggiungere (ipercomprato e ipervenduto), sia grazie alle divergenze con i trend dei prezzi e, se interpretato in maniera corretta, può fornire in maniera accurata non solo semplici segnali buy o sell ma anche la possibilità di comprendere a fondo la condizione del mercato e lo spazio ancora a disposizione del movimento direzionale attuale.
Il suo abbinamento a soli pattern grafici e indicatori grafici non è sufficiente per fornire segnali affidabili. Si tratta di un oscillatore che performa al meglio se svolge una funzione di supporto ad altri indicatori e oscillatori, fungendo da conferma dei segnali.
Ad oggi esistono centinaia di indicatori validi di trading con funzionalità diverse che aiutano gli investitori a fare scelte di mercato ponderate e logiche.
Comprenderne la loro applicazione e come utilizzarli, può essere molto utile per chi decide di operare nel mercato finanziario, fornendo gli strumenti necessari per comprendere a fondo la natura dei movimenti rialzisti e ribassisti che si verificano ogni giorno sulle borse mondiali.
Il MFI si inserisce ottimamente in questo contesto, fornendo agli investitori un ottimo strumento di supporto per la loro operatività quotidiana. È necessario, inoltre, scegliere con cura un’indicatore da affiancare al Money Flow Index, i più utilizzati sono il MACD e le Bande di Bollinger, ma il consiglio è di consultare la pagina “Indicatori e Oscillatori”, dove è possibile trovare guide dettagliate, come quella che sta per concludersi, su quelli che sono ad oggi gli strumenti più utilizzati dai trader.
A fronte di quanto detto, si ricorda che l’utilizzo del Money Flow Index non mette al riparo dalle perdite al 100%, è consigliato dunque abbinarlo ad altri strumenti per ottenere segnali più performanti e affidabili.