Finanza Personale
Bonus casa, scatta l’operazione antifrode di Poste Italiane. Chi è nel mirino
Prende il via l’operazione antifrode di Poste Italiane, che è andata a verificare tutte le operazioni connesse alla cessione dei crediti sui bonus casa.
I bonus casa finiscono nel mirino di Poste Italiane. No, non è un refuso o un errore: l’ente ha avviato un’operazione antifrode attraverso la quale ha intenzione di verificare la criticità dei crediti che ha acquistato nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022, collegati alle varie agevolazioni che sono state rilasciate proprio in quel periodo, nelle quali rientra anche il Superbonus.
Volendo entrare un po’ più nello specifico, quanti nel periodo in questione avessero venduto a Poste Italiane un qualsiasi credito legato al bonus casa, potrebbe ricevere in questi giorni una missiva con l’intimazione ad adempiere, attraverso la quale viene richiesto di inviare la documentazione relativa ai crediti di imposta che sono stati ceduti.
Bonus casa, cosa contiene la lettera
Ma cosa contengono le lettere inviate da Poste italiane? A fornire qualche indicazioni in merito è stato Il Sole24 Ore, che per primo ne ha preso visione è, in un articolo, ha riportato una delle prime frasi che si trovano:
A seguito di alcune richieste di chiarimenti pervenute dalle autorità preposte, Poste Italiane sta svolgendo un’analisi di alcuni dei crediti di imposta presenti nel proprio portafoglio.
È bene precisare che, prima che entrasse in vigore il decreto con il quale sono state bloccate le cessioni dei crediti dei bonus casa (è entrato in vigore nel corso del mese di febbraio 2023), non era necessario presentare particolari documenti da parte del cedente nel momento in cui venivano acquistati i bonus casa. Generalmente veniva richiesta una documentazione sommaria.
Con ogni probabilità questa operazione si è resa necessaria dopo che l’Agenzia delle Entrate ha avviato alcuni accertamenti sui crediti che sono stati acquistati da Poste Italiane.
I documenti che vengono richiesti da Poste Italiane
In altre parole Poste Italiane ha deciso di passare sotto la lente d’ingrandimento tutti i crediti acquistati e ha avviato un’indagine per chiedere i documenti che sono stati elencati dalla legge entrata in vigore nel 2023.
Complessivamente sono 14 i documenti che i contribuenti devono produrre in relazione ai bonus casa di cui hanno usufruito. Tra questi rientrano:
- titolo edilizio abilitativo degli interventi;
- fatture ricevute e i bonifici parlanti per attestare l’avvenuto pagamento;
- le asseverazioni, nel caso in cui lo prevedesse la legge;
- il visto di conformità e i dati relativi alla documentazione attraverso la quale siano stati attestati i presupposti che permettono di accedere alla detrazione;
- l’attestazione che devono rilasciare i soggetti obbligati alla disciplina antiriciclaggio, che sono interventi nelle cessioni. Con questi documenti deve essere attestato il rispetto delle norme in vigore.
Come devono rispondere i destinatari della lettera?
Le famiglie che dovessero ricevere le comunicazioni da parte di Poste Italiane possono rispondere con una Pec o con una raccomandata, che devono essere inviati all’Ufficio Affari Legali.
Al momento, però, non è stato chiarito quali siano le conseguenze nel caso in cui i diretti interessati non dovessero rispondere o se la risposta dovesse essere incompleta.
Ricordiamo che lo scorso maggio Poste Italiane aveva annunciato che non avrebbe accettato ulteriori richieste di cessione dei crediti d’imposta. A partire da quel mese:
Ai sensi del DL 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i. Le richieste di cessione pervenute prima di tale data saranno valutate secondo i processi ordinari e la normativa vigente; al riguardo, si ricorda che Poste Italiane non assume alcun obbligo a contrarre – riservandosi, quindi, di valutare, a proprio insindacabile giudizio – l’eventuale accettazione delle singole richieste di cessione pervenute.
Bonus casa, attenzione alle nuove differenziazioni
Ricordiamo, infine, che l’ultima Legge di Bilancio ha ulteriormente differenziato i bonus casa, a secondo che si tratti della prima abitazione o meno: 50% e 36%. Ai fini pratici questa differenziazione penalizza quanti acquistano un immobile e avvia la ristrutturazione, me proprio per il suo stato non può prendervi la residenza. Potendo, in questo modo, beneficiare di una detrazione più bassa.
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