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Bot in asta ad aprile 2025, quanto potrebbero rendere

Quanto potrebbero rendere i Bot in asta nel corso del mese di aprile 2025? Ecco le previsioni e le prime ipotesi degli esperti.

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Bot in asta ad aprile 2025, quanto potrebbero rendere

Scadenza al 14 aprile 2026 ed importo massimo pari a 7 miliardi di euro: sono queste le caratteristiche della prima tranche dell’asta dei Bot Annuali che il Tesoro ha avviato quest’oggi. Il Mef, inoltre, ha comunicato la riapertura del del Bot annuale con vita residua di due mesi per 1,5 miliardi di euro. Siamo davanti, sostanzialmente, alla terza tranche della collocazione che è stata emessa per la prima volta nel corso del mese di giugno 2024. La scadenza prevista, in questo caso, è il 13 giugno 2025.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e vediamo quali sono le novità previste per questa collocazione di Bot.

Bot, le scadenze della nuova emissione

Tempi strettissimi per i Bot annuali, le cui prenotazioni da parte del pubblico potevano essere effettuate fino allo scorso 9 aprile, mentre la domanda in asta si chiude oggi 10 aprile 2025 alle 11. Domani venerdì 11 aprile, alle ore 15.30, si chiuderà la consueta asta supplementare, che è dedicata esclusivamente agli Specialisti in Titoli di Stato per un ammontare che potrà arrivare fino ad un massimo del 10% rispetto all’importo che è stato assegnato con l’asta ordinaria di oggi 10 aprile.

Per sottoscrivere i Bot è necessario mettere in conto un investimento minimo di 1.000 euro. Ogni singolo operatore che partecipa alle aste può presentare fino ad un massimo di cinque richieste di acquisto. Nel caso in cui le richieste di ogni operatore dovessero superare anche singolarmente gli importi che sono stati offerti dal Tesoro, si prenderanno in considerazione partendo da quelle con il rendimento più basso, fino a quando si arriverà a coprire l’importo dell’offerta.

Quanto dovrebbero rendere i Bot

I rendimenti di un investimento sono sempre proporzionati al rischio dell’operazione. Per i Titoli di Stato sono generalmente in calo se si prende in considerazione il breve-medio termine.

Giusto per avere un termine di paragone, basti pensare che l’ultima asta dei Bot, che si è chiusa nel corso del mese di marzo, ha visto fissare un prezzo di collocamento pari a 97,692 centesimi: il rendimento lordo è stato pari al 2,337%.

Stando alle ultime stime effettuate dagli analisti, i nuovi Bot a 12 mesi potrebbero essere collocati ad un prezzo intorno ai 98 centesimi, mentre il rendimento lordo potrebbe essere di poco superiore al 2%. Rendimento simile è atteso anche per i Bot che sono stati riaperti alla terza tranche e che hanno un vita residua di sessanta giorni: martedì 8 aprile, quelli con scadenza al 13 giugno, registravano in chiusura di seduta un prezzo di 99,607 centesimi, mentre il rendimento è stato fissato al 2,15%.

Quali sono le previsioni per i Bot in collocazione oggi

L’ipotesi è che il Tesoro possa riuscire ad arrivare a raccogliere fino a 9,35 miliardi di euro. Tra l’altro il prossimo 14 aprile arriveranno a scadenza altri Bot annuali per un valore complessivo pari a 9,925 miliardi di euro.

Il totale dei bot in circolazione lo scorso 31 marzo 2025, era pari a 129,68 miliardi di euro, di questi:

  • 25.57 miliardi sono semestrali;
  • 104.11 miliardi sono annuali. 

Il Tesoro ritiene che la domanda dei nuovi Bot venga completamente assorbita dal rinnovo degli investimenti che stanno scadendo. Le domande, tra l’altro, potrebbero essere superiori, condizionate dalle incertezze che stanno caratterizzando le Borse nel corso degli ultimi giorni: questo è il motivo per il quale gli investitori sarebbero poco propensi al rischio.

Altra variabile, che dovrebbe essere presa in considerazione, è il possibile taglio dei tassi che potrebbe arrivare da parte della Banca Centrale Europea: molti esperti ritengono che possa avvenire nel corso della prossima settimana. Una decisione che potrebbe aprire la porta ad una risalita dei prezzi sui titoli a breve scadenza, mentre le obbligazioni lunghe ne potrebbero guadagnare meno.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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