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Risparmio

Aste Btp del 13 marzo, a chi conviene puntare sui titoli di Stato italiani

A chi conviene puntare ai Btp in questi giorni? Vediamo quali rendimenti garantiscono e per quanto tempo è necessario bloccare il denaro.

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Domani giovedì 13 marzo 2025 debutterà il nuovo Btp a 3 anni: la prima tranche che il Tesoro immetterà sul mercato prevede un importo compreso tra i 3,5 ed i 4 miliardi di euro. Il giorno successivo – quindi il 14 marzo 2025 – è prevista un’asta supplementare, alla quale avranno la possibilità di partecipare esclusivamente gli Specialisti in titoli di Stato: in questa occasione verrà assegnato un ulteriore 30% delle assegnazioni precedenti.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa è previsto per i risparmiatori e gli investitori.

Btp con cedola corta a giugno

La scadenza prevista per il nuovo Btp a 3 anni è il 15 giugno 2028: la cedola lorda annuale è stata fissata al 2,65% e viene corrisposta al sottoscrittore su base semestrale. Per il 17 marzo 2025 è stata fissata la data di regolamento.

Volendo analizzare nel dettaglio cosa è previsto, significa che fino al 15 giugno 2025 – data nella quale viene erogata la prima cedola corta – saranno passati 90 giorni rispetto ad un semestre teorico di 182 giorni: chi ha effettuato l’investimento, in questa occasione riceverà lo 0,655220% del capitale nominale che ha sottoscritto. Considerando il lotto minimo di 1.000 euro siamo davanti ad un guadagno di 6,55 euro lordi che corrispondono a 5,73 euro netti. A partire dal 15 dicembre 2025 le cedole semestrali prevedono l’1,3250% lordo.

È bene sottolineare che quando si parla di una cedola lorda annuale del 2,65% siamo davanti ad un netto pari al 2,30%. Per un investimento a medio-breve termine è un rendimento di tutto rispetto, soprattutto se  inserito in un contesto di bassa inflazione come quello che c’è attualmente in Italia. A partire dallo scorso anno, infatti, la crescita dei prezzi al consumo ha rallentato dopo che è stato attraversato un periodo a dir poco esplosivo. Anche se negli ultimi mesi è tornata a crescere, l’inflazione continua a rimanere contenuta: a febbraio si è attestata all’1,7%. Benché il caro energia stia ancora preoccupando, al momento non ci sarebbero delle tensioni che preoccupano il mercato.

Volendo entrare nel dettaglio, l’emissione Btp del 13 marzo coinvolge quattro tipologie di titoli:

  • Btp a 3 anni. Ha una cedola annuale al 2,65%. L’importo minimo offerto è 3,5 miliardi di euro, quello massimo 4 miliardi di euro. La data di scadenza è stata fissata al 15 giugno 2028;
  • Btp a 15 anni. Questo titolo ha una cedola annuale pari al 2,45%. L’importo minimo offerto è di  750 milioni di euro, mentre quello massimo è 1,25 miliardi di euro. Al 1 settembre 2033 è stata fissata la data di scadenza;
  • Btp a 30 anni. Cedola più alta dei precedenti: 4,30%. In questo caso l’importo minimo offerto è pari 1,25 miliardi di euro mentre quello massimo risulta essere 1,5 miliardi di euro. La data di scadenza è il 1° ottobre 2054.
  •  Btp Green avrà una cedola annuale del 4,00%. Gli importi minimi e massimi sono gli stessi del Btp a 30 anni, mentre la scadenza è prevista per il 30 ottobre 2031.

A chi conviene investire su questi Btp

Con una cedola al 4,30% i Btp a 30 anni sono un investimento ideale per quanti stiano cercando dei rendimenti elevati ed abbiano la possibilità di mantenere l’investimento per un lungo periodo. Quanti, invece, abbiano intenzione di coniugare sostenibilità e rendimenti possono optare per i Btp Green, che hanno un rendimento simile a quelli tradizionali, mentre i proventi sono destinati a finanziare dei progetti ecologici: per questo sono una scelta interessante per quanti hanno a cuore l’ambiente.

Con una cedola al 2,45% i Btp a 15 anni sono un buon compromesso tra durata e rendimento. I btp a 3 anni – la cui cedola è al 2,65% – possono essere una valida soluzione per chi cerca liquidità senza compromettere pesantemente il rendimento.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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