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Risparmio

Btp Più, conviene realmente? A cosa stare attenti prima di investire

Conviene realmente investire nel Btp Più? Analizziamo le sue caratteristiche e cerchiamo di capire quale sia la convenienza di questo Titolo di Stato.

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Cresce l’attesa per il Btp Più riservato ai piccoli risparmiatori: il nuovo Titolo di Stato ha una durata di 8 anni, mentre le cedole vengono pagate ogni tre mesi. Oggi, 14 febbraio 2025, viene fissato il tasso, mentre l’emissione è in calendario la prossima settimana: da lunedì 17 febbraio fino a venerdì 21 febbraio. Caratteristica fondamentale di Btp Più sono proprio le cedole, in aumento nel corso degli ultimi quattro anni di vita dell’investimento: i risparmiatori, ad ogni modo, hanno la possibilità di chiedere il rimborso del capitale investito già dopo quattro anni.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche di Btp Più.

Btp Più, le caratteristiche principali

Il Btp Più entra a pieno diritto nella famiglia Btp Valore, anche se è riservato ai piccoli risparmiatori. Permette di ottenere il rimborso anticipato del capitale a quanti abbiano effettuato l’acquisto del titolo nella fase del collocamento.

Il Tesoro ha deciso di introdurre questa possibilità in alternativa al più tradizionale premio di fedeltà, che era riconosciuto agli investitori che comprano i titoli in fase di emissione e decidono di continuare a tenerli fino alla loro scadenza. Giusto per avere un paragone, basti pensare che per il Btp Valore con una durata di 6 anni il premio di fedeltà è pari allo 0,8%.

Il tesoro, con il Btp Più, ha cambiato strategia: è, infatti, il primo titolo riservato ai piccoli risparmiatori che non punta ad attrarre gli investimenti con un rendimento extra costituito da un premio di fedeltà, ma offre una garanzia di sicurezza maggiore, permettendo di disinvestire il capitale senza correre il rischio di perdere parte del capitale.

Ad ogni modo, stando a quanto ha calcolato l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, i rendimenti extra che vengono riconosciuti alle famiglie nelle emissioni a loro dedicate sono costate all’Erario qualcosa come 15,8 miliardi di euro prendendo in considerazione tutte le emissioni retail del periodo compreso tra il 2012 ed il 2024.

La possibilità di ottenere il rimborso anticipato senza perdere il capitale investito ha una logica ben precisa: ridurre la volatilità dei rendimenti del debito italiano. L’obiettivo di fondo è quello di cercare di contenere il più possibile i rendimenti del debito italiano e i costi di finanziamento nei momenti in cui attraversano delle fasi macroeconomiche. Invece di solleticare l’interesse delle famiglie promettendo degli interessi aggiuntivi – scelta che storicamente ha avuto un costo importante per l’Erario italiano – si è preferito puntare sulla flessibilità. Ossia vendere Btp Più prima della sua scadenza, senza incappare in probabili rischi, a parte quello di un improbabile default.

Btp, a cosa prestare attenzione

Grosso modo le caratteristiche principali del Btp Più vanno a ricalcare quelle del Btp Valore: è presente la struttura dei rendimenti a step up. Questo particolare meccanismo prevede delle cedole che crescono nel corso del tempo: la remunerazione è maggiore nel corso degli ultimi quattro anni dell’orizzonte temporale dell’investimento, che dura complessivamente 8 anni. Questo significa, in altre parole, che è necessario tenere il titolo fino al 2033.

Stando ad una simulazione effettuata dall’ufficio studi di Finnit, nel corso dei primi quattro anni la cedola potrebbe rendere il 2,80% mentre negli ultimi il 3,5%. 

Btp Più, a differenza dei prodotti contenuti nella famiglia Btp Valore, mette in pagamento le cedole con scadenza trimestrale. Sarà possibile chiedere il rimborso del capitale investito, che potrà essere totale o parziale con degli importi minimi pari a 1.000 euro. L’operazione può essere effettuata inviando una semplice comunicazione alla propria banca o all’ufficio postale nel periodo compreso tra il 29 gennaio ed il 16 febbraio 2029.

Al Btp Più viene assegnato un doppio codice Isin,

  • il primo che viene assegnato durante il periodo di collocamento sul Mot ed è il Codice Isin speciale;
  • ne viene assegnato un altro dopo la fase di emissione per il mercato secondario: stiamo parlando del Codice Isin Regolare.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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