Risparmio
Buoni fruttiferi postali prescritti, due risparmiatori hanno ottenuto il rimborso nel 2025
A due risparmiatori di Parma è stato riconosciuto il rimborso dei buoni fruttiferi postali prescritti, che erano stati acquistati nel 2007.

Buoni fruttiferi postali prescritti: non sempre Poste italiane ha ragione a non voler rimborsare i risparmiatori. Ne è una conferma la pronuncia n. 225/2025 datata 9 marzo 2025 del Giudice di Pace di Parma, attraverso la quale a due risparmiatori è stato riconosciuto il diritto a vedersi risarciti dei danni patiti in relazione della mancata consegna da parte di Poste Italiane del Foglio Informativo Analitico, grazie al quale sarebbe stato possibile venire a conoscenza delle condizioni dei buoni fruttiferi postali sottoscritti dai due risparmiatori. Tra le informazioni più importanti che sono venute a mancare ci sono la durata e la scadenza degli investimenti.
Questa ulteriore vittoria ottenuta dai sottoscrittori di questi prodotti è arrivata grazie al costante impegno profuso da Confconsumatori nella campagna Buono Tradito. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e analizziamo il caso specifico.
Buoni fruttiferi postali prescritti, l’ennesima vittoria dei risparmiatori
La vicenda prende le sue mosse da un caso molto preciso: padre e figlia risultavano essere titolari di tre diversi buoni fruttiferi postali, il cui valore complessivo ammonta a 7.000 euro. Sul retro era indicata unicamente la serie di appartenenza 1B8, con scadenza 18 mesi. Sono stati acquistati nel corso del 2007.
Nel 2024 padre e figlia decidono di rivolgersi alla filiale di Poste italiane presso la quale avevano sottoscritto i buoni fruttiferi postali: erano convinti, infatti, che i titoli acquistati avessero una durata ventennale come altri prodotti che erano già in loro possesso e che avevano la stessa scadenza. Solo in quell’occasione hanno scoperto che era sopraggiunta la prescrizione.
A questo punto padre e figlia decidono di chiedere il risarcimento del danno per non aver mai ricevuto il Foglio Informativo Analitico, attraverso il quale sarebbero stati in grado di scoprire, tra le altre cose, quale fosse stata la reale scadenza dei titoli in loro possesso.
Il primo passo che hanno compiuto padre e figlia è stato quello di aprire un formale reclamo nei confronti di Poste italiane, dalla quale però è arrivato un secco diniego alla possibilità di risarcire il danno. I due risparmiatori, a questo punto, hanno avviato una causa civile, appoggiandosi al legale di Confconsumatori, per appurare quali fossero le responsabilità di Poste Italiane rispetto all’obbligo/dovere di informare la propria clientela sulle caratteristiche dei prodotti di investimento distribuiti. E richiedere l’eventuale risarcimento per il danno subito determinato dal mancato ricevimento del Foglio Informativo Analitico.
La sentenza sui buoni fruttiferi postali
Il nodo della vicenda è ruotato proprio intorno alla mancata consegna del foglio illustrativo ai due risparmiatori. Il Giudice di Pace di Parma, infatti, ha constatato una esplicitazione violazione degli obblighi di legge che ha determinato alla parte ricorrente un danno costituito dalla perdita del diritto ad ottenere la restituzione del capitale maggiorato degli interessi, perché i buoni fruttiferi postali si sono prescritti.
Questo è il motivo per il quale è stato riconosciuto ai due risparmiatori il diritto ad essere risarciti del danno provocato dal comportamento negligente di Poste Italiane. Il danno è stato quantificato nell’importo dei buoni fruttiferi postali prescritti, a cui sono stati aggiunti gli interessi legali che sono stati rivalutati anche per gli anni che gli stessi erano ufficialmente scaduti.
Ancora una pronuncia che rende giustizia ai risparmiatori che non sono stati correttamente informati – commenta l’avvocato Grazia Ferdenzi di Confconsumatori che ha assistito i due risparmiatori nella causa – perché anche questa sentenza riconosce la violazione dell’esplicito obbligo di legge gravante su Poste Italiane, vale a dire quello di consegnare il Foglio informativo unitamente alla sottoscrizione dei Buoni postali.
Quello di Parma è l’ennesimo caso che vede coinvolti i risparmiatori con dei buoni fruttiferi postali prescritti, dei quali, però, i soggetti coinvolti non conoscevano quando fosse realmente la loro scadenza perché non comunicata in maniera corretta dagli addetti degli uffici postali.
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