Risparmio
Conto corrente, nel 2025 cresce la liquidità di famiglie ed imprese, aiutate da una minore spinta inflazionistica
Nel 2025 cresce la liquidità delle famiglie presente sul conto corrente, aiutate da una minore spinta inflazionistica.
Riprende a crescere la liquidità che le famiglie depositano sul conto corrente, dopo due anni di cali. Nei depositi bancari, oggi come oggi, si trovano 1.363 miliardi di euro contro i 1.480 miliardi del 2021. Nell’arco di 7 mesi, grazie al taglio dei tassi operato dalla Bce, i mutui sono aumentati di 53 miliardi di euro: si è passati, infatti, dai 420,8 miliardi di maggio 2024 a 426,1 miliardi del mese di dicembre.
Nell’arco di tre anni – per effetto della politica dei tassi della Bce – i prestiti ai privati sono crollati di 60 miliardi di euro, mentre il credito alle imprese è crollato del 10%.
Questi, sostanzialmente, sono gli ultimi dati messi in evidenza dal rapporto Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani.
Conto corrente, torna a salire la liquidità
La liquidità che gli italiani tengono sul conto corrente torna a salire: nell’arco di un anno è aumentata di quasi 20 miliardi di euro. Dopo aver registrato una contrazione per due anni di fila, il saldo complessivo della liquidità sul conto corrente delle famiglie italiane si è attestato intorno a 1.363,6 miliardi di euro, in aumento di 19,8 miliardi rispetto al 2023, quando si era fermata a 1.343,8 miliardi di euro. È stata registrata una crescita dell’1,5%.
Rispetto al biennio precedente, il dato che abbiamo appena visto segna un’inversione: i risparmi sono stati erosi dal forte rialzo dell’inflazione e dai vari aumenti del costo della vita. Nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2023 le imprese e le famiglie hanno dovuto attingere dalle proprie riserve per poter affrontare il caro prezzi.
La liquidità disponibile sul conto corrente era scesa del 9,2% – pari a 136,3 miliardi di euro – rispetto al picco raggiunto nel 2021 quando si era arrivati a quota 1.480,1 miliardi di euro. Nel corso degli ultimi dodici mesi è stata registrata una ripresa, anche se i livelli rimangono inferiori a quelli del 2021, con un divario che si attesta a 116,5 miliardi di euro (-7,9%).
Le famiglie iniziano a ricostruire i propri risparmi, aiutati dalla minore pressione inflazionistica e in un momento in cui i tassi di interesse risultano essere ancora elevati.
La decisione della Bce di tagliare i tassi d’interesse ha fatto ripartire il mercato dei mutui. Nel corso degli ultimi sette mesi del 2024 sono aumentati di 5,3 miliardi di euro, registrando una crescita dell’1,3% – siamo passati dai 420,8 miliardi di euro del mese di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre 2024 -. Il secondo semestre 2024, in altre parole, è contrassegnato da un’inversione di tendenza per i mutui: nella prima parte dello scorso anno (cinque mesi), i finanziamenti ipotecari sono calati di quasi 4 miliardi di euro (-0,9%).
In altre parole sono due le buone notizie che emergono dal rapporto Fabi:
- famiglie e imprese iniziano ad avere una maggiore liquidità sul conto corrente;
- possono aumentare i consumi e gli investimenti.
Grazie alla maggiore liquidità in possesso delle famiglie il Pil può salire, mentre la crescita del mercato dei mutui può far crescere il mercato immobiliare, da sempre fondamentale perché l’economia di un Paese si possa sviluppare.
Conto corrente, come si muove la liquidità
Ma come si sta muovendo la liquidità delle famiglie sul conto corrente? Andando a dare uno sguardo alle statistiche della Banca d’Italia, sembrerebbe proprio che i depositi con una durata prestabilita stiano aumentando: +2,7%. Viene, invece, registrato un calo importante (pari ad un -10,8%) nei pronti contro termine: con ogni probabilità siamo di fronte ad un riequilibrio tra le varie forme di risparmio più liquide e gli strumenti di investimento a breve termine.
L’aumento della liquidità sui conti correnti è un segnale positivo, che conferma come le famiglie stiano gradualmente ricostituendo i propri risparmi dopo due anni difficili segnati dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita. C’è maggiore stabilità finanziaria ed emerge una ritrovata capacità di accumulo, elementi fondamentali per sostenere i consumi e la crescita economica – spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi -. Una inversione di tendenza che arriva dopo un biennio senza dubbio difficile sia per le famiglie sia per le imprese.
L’aumento dell’inflazione ha significativamente eroso il potere d’acquisto degli stipendi e, proprio per questa ragione, è necessario che siano rinnovati tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro scaduti, con incrementi capaci di allineare le retribuzioni al nuovo costo della vita. Da parte delle banche, è necessario un cambio di passo: continuano a considerare i conti correnti esclusivamente come strumenti di pagamento, ignorando il loro ruolo essenziale anche come prima forma di risparmio.