Risparmio
Conto corrente, a quali rischi si va incontro nel momento in cui si decide di prestarlo
Bisogna stare attenti a quando si decide di prestare il proprio conto corrente: si può incorrere nel reato di riciclaggio. La sentenza della Cassazione.

È possibile prestare il conto corrente ad un amico? Se la risposta fosse affermativa, quali sono le conseguenze sotto il profilo legale e tributario di questa operazione? Prima di procedere chiariamo cosa intendiamo con il prestito di un conto corrente: con questa locuzione ci riferiamo alla possibilità di mettere a disposizione di una persona che non sia intestataria del rapporto bancario il proprio Iban per far accreditare un qualsiasi tipo di importo.
Come potranno ben comprendere i nostri lettori, questo tipo di operazione apre la porta ad una serie problemi: il conto corrente finisce regolarmente sotto la lente d’ingradimento dell’Agenzia delle Entrate, sempre attenta a scoprire se ci siano delle attività illecite, come il riciclaggio di denaro.
La Corte di Cassazione è intervenuta recentemente proprio su questo argomento ed ha stabilito che prestare – o comunque mettere a disposizione – il proprio conto corrente per far transitare del denaro di estranei può configurare il reato di riciclaggio.
In cosa consiste il riciclaggio di denaro
A questo punto, prima di proseguire, è bene fermarsi un attimo e cercare di comprendere cosa si intenda per riciclaggio di denaro. È un reato che si concretizza nel momento in cui si nasconde l’origine illecita di risorse economiche. L’operazione può essere effettuata attraverso una serie di operazioni finanziarie che permettono di celare la proveninenza del denaro, la cui origine, a questo punto, appare legittima.
Sono vari i modi attraverso i quali si può arrivare a riciclare il denaro: lo scopo è sempre lo stesso. Far in modo che i soldi vengano ripuliti nel momento in cui provengono da delle attività criminali, che possono essere una frode informatica, traffico di droga o evasione fiscale. Giusto per aver un’idea di quanto ammontino i proventi dalle attività criminali, basti pensare che rappresentano tra il 2% ed il 5% del Pil mondiale. Stanndo ai dati resi noti dall’Istat, in Italia costituiscono l’1% del Pil, pari a 20 miliardi di euro.
Sotto il profilo normativo, nel nostro paese, è il Decreto Legislativo 231/2007 a regolamentare le sanzioni connesse al riciclaggio. Recependo le varie direttive europee, viene punito non solo chi ricicla il denaro, ma anche chi dovesse agevolare questa operazione appoggiandosi sulla propria attività economica.
I rischi di prestare il conto corrente
Purtroppo sono in molti a non comprendere quali siano i rischi del prestare il proprio conto corrente, permettendo ad altri di far transitare del denaro. A volte può sembrare un gesto innocuo, ma che potrebbe avere delle conseguenze pesanti nel caso in cui il denaro dovesse provenire da delle attività illecite.
Con la sentenza n. 29346 del 6 luglio 2023, la Corte di Cassazione è intervenuta sull’argomento, chiarendo che, anche se il titolare del conto corrente non dovesse essere coinvolto nell’attività criminale, permettere di far transitare del denaro sulle proprie coordinate bancarie configura il reato di riciclaggio.
La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di un soggetto che aveva messo a disposizione il proprio conto corrente per delle operazioni sospette. I giudici hanno ritenuto che, il semplice fatto di averne facilitato l’uso, costituisce un atto di riciclaggio, anche se non sono state portate delle prove dirette di una complicità nel crimine.
In altre parole il prestito del conto corrente non può essere in nessun modo ritenuto innovuo. Nella sentenza si legge:
Integra il delitto di riciclaggio la condotta di chi, senza aver concorso al delitto presupposto, metta a disposizione il proprio conto corrente per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro.
Volendo sintetizzare al massimo, questo significa che lasciar operare sul proprio conto corrente un estraneo, anche quando non ci sia alcun concorso nel reato di riciclaggio, l’intestatario è colpevole lo stesso.
Nodo cruciale della sentenza è la responsabilità del titolare del conto corrente, anche quando non si ha la consapevolezza diretta dell’origine fraudolenta dei fondi. Questo porta ad essere perseguito penalmente chi effettua questo tipo di prestito.
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