Finanza Personale
L’inflazione MORDE: in Europa addio a RATE del MUTUO più BASSE? Il dilemma impossibile di BCE
I dati sull’inflazione europea non sono dei migliori. Cresce – e tanto – la core, con la quale presto si dovranno fare i conti.

L’inflazione europea di aprile è più alta delle aspettative. Un numero non straordinario – che complica ulteriormente il futuro monetario dell’Unione. Il ritorno di atteggiamenti favorevoli ai tagli di solo un paio di settimane fa potrebbe essere già finito.
La preoccupazione principale dei cittadini è sui mutui: ci si aspettava un rapido ritorno verso rate più economiche – che c’è stato – e c’è chi sognava ancora qualche sconto. Probabilmente un altro taglio ci sarà, ma il dato sull’inflazione di oggi racconta un’economia che non solo è lenta, ma che ha anche difficoltà a tornare in target inflazione.
A spingere l’inflazione – soprattutto la Core – è stata l’inflazione sui servizi, ad un pessimo +3,9% – che segue però il classico svilupparsi delle situazioni inflative. I servizi tendono ad arrivare in ritardo e spesso ad avere cammini di adeguamento più lunghi.
Addio mutuo economico? Troppo presto per parlare
Sappiamo che la tua preoccupazione principale, come quella di milioni di europei, riguarda il mutuo. I tassi imposti da BCE arrivano poi a cascata anche sui mutui.
In breve: più tagli, meno paghi di rata. O comunque meno pagherai andando a rinegoziare. Le cose per un po’ hanno funzionato così: tagli importanti e costanti dal massimo che si era toccato nel 2024 e un po’ di sollievo per chi sostiene un mutuo.
- La situazione a Eurolandia
Non è delle migliori. Per chi segue TradingOnline.com non dovrebbe essere una novità. La crescita c’è, ma è frustrata sia dalle difficoltà della Germania (e a catena di tutto il tessuto industriale), sia dal contesto macro globale.
In questa situazione, la scelta più scontata sarebbe quella di tagliare ulteriormente i tassi, immettendo liquidità sui mercati e facendo respirare un po’ tutti.
Peccato che con un’inflazione che si sta avvicinando troppo lentamente (e nel caso di aprile allontanando) dal target del 2%, procedere in questo senso sia enormemente controindicato.
Saltano i tagli consigliati da FMI?
C’era motivo di essere ancora più speranzosi perché a dare l’ok su un eventuale nuovo taglio era stato addirittura il Fondo Monetario Internazionale, che aveva parlato poi però della necessità di rimanere in attesa.
Il dato di oggi non è brutto a sufficienza da far saltare questo piano. Ma la prossima lettura dell’inflazione sarà certamente più importante di quanto avessimo previsto noi e di quanto avessero previsto probabilmente dalle parti di Francoforte.
La parola che nessuno vuole pronunciare è quella di stagflazione – che sembrerebbe più di moda negli USA (con dei buoni motivi affinché sia così) che in Europa. Ma prepararsi per tempo forse non è la cosa più sbagliata.
Perché se è vero che la crescita potrebbe ricevere un aiuto da un eventuale ritorno alla concordia, è altrettanto vero che con l’inflazione si dovrà fare prima o poi i conti.
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