Finanza Personale
Nuovo Isee, fermi tutti. Non bisogna presentare la Dsu, come muoversi in questi giorni
Per il momento non è necessario presentare la Dsu per ottenere il nuovo Isee. Mancano ancora le istruzioni Inps che arriveranno solo ad aprile.
Fermi tutti: il nuovo Isee non deve essere richiesto. Almeno per il momento. Il regolamento rivisto e corretto dell’indicatore è partito ufficialmente nel corso della giornata di ieri: la novità più importante riguarda l’esclusione dal calcolo del patrimonio mobiliare dei Btp, dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio postale nel caso in cui abbiano un valore complessivo inferiore a 50.000 euro. Per il momento non è ancora arrivato il via libera dell’Inps a compilare la Dsu e a richiedere il nuovo Isee.
Perché le novità possano essere recepite nel nuovo Isee è necessario attendere almeno una trentina di giorni: quindi non se ne parla prima dell’inizio di aprile 2025, salvo altra indicazione che potrebbe arrivare dall’Inps nel corso dei prossimi giorni. Questo ulteriore mese è necessario per aggiornare le varie procedure e rendere operative a tutti gli effetti le nuove metodologie di calcolo.
Nuovo Isee, l’estenuante attesa
Inutile negarlo, da poco più di un anno gli investitori stanno attendendo il nuovo Isee, in modo da escludere una serie di voci dal proprio patrimonio mobiliare. Questo avrebbe un impatto immediato sul valore dell’attestazione, che potrebbe portare, solo per fare un esempio, all’aumento dell’importo dell’assegno unico.
Per il momento, però, continua a rimanere tutto fermo. Non è ancora possibile chiedere il nuovo Isee calcolato ed aggiornato seguendo le nuove regole. L’Inps deve ancora sciogliere una serie di riserve e, soprattutto, deve rendere ancora noto come ha intenzione di far diventare operative le novità introdotte.
Il nuovo regolamento Isee, entrato in vigore ieri 5 marzo 2025, apporta una serie di modifiche molto importanti al calcolo dell’indicatore, che non si limitano ad escludere i Titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio dal calcolo del patrimonio mobiliare. Ma introduce una serie di novità, tra le quali ci sono:
- non vengono più presi in considerazione, per il nuovo Isee, i trattamenti percepiti per la condizione disabilità, nel caso in cui non dovessero rientrare nel reddito complessivo ai fini Irpef;
- per le famiglie che vivono in affitto, la detrazione è pari a 7.000 euro, che viene aumentata di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo;
- l’Isee corrente diventa più accessibile: potrà, infatti, essere richiesto in più occasioni.
Con il nuovo Isee sono previsti una serie di cambiamenti rispetto al passato, i quali, almeno per le famiglie che ne sono interessate, può servire un aggiornamento dell’attestazione. Ed è proprio su questo punto che è necessario fare attenzione: se è pur vero che il nuovo decreto è entrato in vigore, le famiglie non devono correre per aggiornare l’Isee. Sarà necessario attendere almeno un mesetto per farlo.
L’Inps deve ancora prendere una decisione
Volendo sintetizzare al massimo si potrebbe affermare che per il momento l’Inps non ha ancora preso una decisione su come rendere operative le novità. Le modalità attraverso le quali saranno attuate non sono ancora state decise. Non è ancora possibile sapere se sarà necessario presentare una nuova Dsu o se l’aggiornamento avverrà in maniera automatica.
Nel corso di un incontro che si è tenuto lo scorso 25 febbraio 2025 – al tavolo c’erano Inps, Agenzia delle Entrate, Ministero del Lavoro e Consulta dei Caf -, l’AdE ha spiegato che nella fase di compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica i contribuenti dovranno dichiarare il valore netto di Titoli di Stato, sulla base delle istruzioni che sono state fornite agli intermediari finanziari, in modo che la certificazione possa essere rilasciata in modo corretto. Il meccanismo, però, avrebbe destato alcune perplessità da parte della Consulta dei Caf, che hanno messo in evidenza una serie di criticità che sono legate proprio alle tempistiche attraverso le quali le novità sono state introdotte.
Il timore è che, data proprio la complessità di questo passaggio, possa indurre le famiglie a presentare più volte la Dsu con l’intento di correggere errori o eventuali omissioni che siano determinate da una non corretta interpretazione delle modalità di compilazione.
Da sottolineare che, almeno per quanto riguarda l’assegno unico, questo ritardo, almeno per il momento, non ha delle conseguenze, perché i diretti interessati hanno tempo fino al 30 giugno per godere del ricalcolo degli importi che spettano con decorrenza da marzo 2025.
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