Finanza Personale
Pensione di invalidità 2025, i requisiti per potervi accedere e l’ammontare dell’assegno
Scopriamo quali sono i requisiti per ottenere la pensione di invalidità nel 2025 e a quanto ammonta l’assegno previsto dall’Inps.
Quali strade permettono di accedere alla pensione di invalidità? Lasciare in anticipo il mondo del lavoro perché si è affetti da un’invalidità certificata e grave è una delle strade che possono percorrere i dipendenti in possesso di particolari requisiti. Quando si parla di pensione di invalidità, non si devono tralasciare le misure più note e conosciute dal grande pubblico, come l’Ape Sociale o Quota 41 per i precoci.
Le misure che abbiamo elencato sono destinate agli invalidi, ma devono avere almeno il 74% della disabilità certificata. Nel caso in cui l’invalidità sia specifica, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile, ma è necessario che la disabilità certificata sia pari all’80%. Per poter accedere a quest’ultima misura, è necessario aver compiuto almeno 56 anni per le donne e 61 per gli uomini. Nel caso in cui si volesse accedere a Quota 41 non sono previsti dei limiti di età. Servono almeno 63,5 anni di età e 30 di versamenti di contributi per poter accedere all’Ape Sociale.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quando spetti la pensione di invalidità.
Pensione di invalidità con Quota 41 o l’Ape Sociale
La pensione di invalidità può arrivare attraverso Quota 41 per i precoci: i lavoratori, in questo caso, devono aver maturato almeno 41 anni di versamenti. 35 di questi devono essere effettivi ed almeno uno deve essere versato prima del compimento dei 19 anni di età. La disabilità certificata deve essere almeno al 74%, la stessa percentuale richiesta per poter accedere all’Ape Sociale, per la quale, però, sono sufficienti 63,5 anni di età e 30 anni di contributi.
Quanti vanno in quiescenza beneficiando dell’Ape Sociale non possono svolgere delle attività lavorative, fatta eccezione per il lavoro autonomo occasionale, che deve rimanere al di sotto dei 5.000 euro di reddito annuo.
Anche chi accede alla pensione di invalidità con una disabilità specifica non deve lavorare. La riduzione della capacità lavorativa – che deve essere pari almeno all’80% – non deve essere generica, cosa che vale per gli invalidi civili, ma deve essere specifica per le mansioni che vengono svolte e per la tipologia di lavoro effettuato.
Se invece si percepisce un assegno ordinario di invalidità non sono previsti dei vincoli: è possibile continuare a lavorare anche dopo che si è percepito il trattamento.
Assegno ordinario di invalidità
Chi volesse ottenere l’assegno ordinario di invalidità deve essere in possesso del certificato del medico di famiglia – il cosiddetto certificato introduttivo – che il professionista dovrà trasmettere in versione digitale.
Il richiedente, munito del certificato e della relativa ricevuta di trasmissione, deve recarsi ad un Patronato in modo da presentare all’Inps la domanda di invalidità civile. Dopo questo primo passaggio, il richiedente viene convocato presso la Commissione Medica Invalidi Civili dove verrà visitato.
Nel caso in cui dovesse essere riconosciuto disabile in una misura non inferiore al 67%, ha la possibilità di chiedere l’assegno ordinario, per il quale, però è necessario aver versato un minimo di contributi. Sono sufficienti 5 anni di versamenti, ma almeno tre di questi devono essere stati effettuati nell’arco dei cinque anni precedenti la domanda di pensione di invalidità.
Pensione di invalidità, le regole per potervi accedere
Volendo sintetizzare al massimo, per poter ottenere l’assegno ordinario di invalidità è necessario che la capacità lavorativa risulti ridotta di almeno due terzi – deve esserci, quindi, il 67% di invalidità civile -. L’Inps deve ancora pubblicare la consueta circolare attraverso la quale comunica i nuovi importi annuali: per il 2024 l’assegno ordinario era pari a 333,33 euro al mese. La misura, ad ogni modo, è riservata unicamente ai lavoratori del settore pubblico e ai lavoratori autonomi: sono esclusi quanti sono alle dipendenze della pubblica amministrazione.
Ricordiamo che la misura è periodica e risulta essere soggetta ad una revisione periodica: dusa, infatti, 3 anni. Prima della scadenza il percipienti è convocato per una visita di revisione, alla quale dovrà obbligatoriamente presentarsi per non perdere la prestazione.