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Il Taeg supera la soglia psicologica del 10%, ma non frena la voglia di comprare a rate

Cambio di rotta per il Taeg nel 2025, che ha superato la soglia psicologica del 10%. Ma non frena la voglia delle famiglie di acquistare a rate.

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Cambio di rotta per il Taeg nel 2025, che ha superato la soglia psicologica del 10%. Ma non frena la voglia delle famiglie di acquistare a rate.

Il credito al consumo cresce in Italia. Ma allo stesso tempo aumenta il Taeg, ossia il tasso annuo effettivo globale, che è riuscito a superare la soglia del 10%. Questo significa che se è vero che cresce la voglia di finanziamenti da parte delle famiglie, è pur vero che i diretti interessati sono disposti a pagare di più per ottenere dei soldi in prestito.

Il valore dei finanziamenti, alle fine del 2024, ha raggiunto quota 169,3 miliardi di euro, crescendo del 5,3% rispetto a quanto registrato alla fine del 2023, quando era stata toccata quota 160,7 miliardi di euro.

Stando a quanto ha messo in evidenza la Fondazione Fiba di First Cisl – attraverso la sua analisi periodica che si basa sui dati di Bankitalia e Bce – sono aumentati, anche se in misura più contenuta, i prestiti complessivi che vengono erogati alle famiglie : +0,5%.

Credito al consumo, il Taeg in Italia penalizza i consumatori

Soffermandosi sui costi che le famiglie devono sostenere per prendere in prestito del denaro, si scopre che in Italia, il Taeg è uno dei più alti che sono stati registrati nell’Unione europea. Andando a dare uno sguardo alle nuove operazioni sottoscritte nel mese di febbraio, nel nostro Paese il Taeg ha toccato il 10,45%, percentuale che risulta essere molto più ampia rispetto a quella registrata nell’area euro: 8,38%. Il divario dell’Italia risulta essere molto alto se confrontato con:

  • Francia: 6,73%;
  • Germania: 8,34%.

Stando a quanto mette in evidenza la Fondazione Fiba, il percorso di discesa del Taeg che era stato registrato nel corso dell’ultima parte del 2024 si è interrotto a gennaio.

In Italia spicca il credito al consumo

Nel nostro Paese quello che spicca, indubbiamente, è la quota destinata al credito al consumo rispetto al totale dei prestiti che sono stati richiesti. A febbraio si è attestata al 18,9%: la media registrata nella zona euro, invece, si è fermata all’11,1%.

Anche in questo caso l’Italia risulta essere molto distante rispetto a quanto accade in Francia ed in Germania, che risultano essere ferme rispettivamente al 12,7% e al 9,5%.

Volendo dare uno sguardo a quanto accade nelle singole regioni italiane, nel corso degli ultimi tre mesi del 2024 gli aumenti maggiori sono stati registrati in:

  • Emilia-Romagna: +2,01%;
  • Toscana: +1,97%;
  • Lombardia: +1,86%. 

L’aumento minore è stato registrato in Campania, che si è fermato ad un +1,14%.

Cosa cambia per chi sottoscrive un mutuo

Purtroppo non arrivano delle notizie positive nemmeno sul fronte dei mutui: con il 2025 sono arrivati dei nuovi inasprimenti delle condizioni di finanziamento.

Un primo calo era stato registrato nel corso del mese di gennaio. A febbraio, però, le carte in tavola sono state cambiate ed è stato registrato un aumento del Taeg, passato al 3,58% dal precedente 3,5%, andando ad interrompere la flessione dei tassi che era stata innescata dal cambio di politica della Bce, che a giugno dello scorso anno ha deciso di rivedere la politica monetaria restrittiva.

Per quanto riguarda i mutui, però, la situazione italiana non è assolutamente isolata. La parabola discendente del Taeg – nell’intera area euro – è durata fino allo scorso mese di gennaio: a febbraio ha invertito la rotta, passando dal 3,41% al 3,61%. Nella stessa situazione si ritrovano anche la Germania, che è passata dal 3,56% al 3,63%, e la Francia, passata dal 3,67% al 3,68%.

La fondazione Fiba, infine, analizza quale sia la rischiosità del credito in Italia. Stiamo parlando, in altre parole, del tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie in relazione al numero degli affidati. Nel nostro Paese è stato registrato un calo in tutto il 2024: da 0,262% a 0,222%.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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