Titoli di Stato, da quali Btp arrivano i rendimenti migliori per i risparmiatori

A parità di durata, quali sono i Titoli di Stato che rendono di più? Forse è bene modificare leggermente la prospettiva e cercare di capire come si articolano i rendimenti, che possono essere fissi e costanti o fissi e crescenti nel tempo.

A finire sotto i riflettori, almeno nel corso degli ultimi giorni, è Btp Più, riservato alla clientela retail che permette di investire il capitale fino ad otto anni, ma con la possibilità di riscattare il capitale alla scadenza dei primi quattro anni. Il rendimento di questi Titoli di Stato sono stati più alti rispetto a quelli che erano stati preventivamente in un primo momento, anche se il Btp con la stessa scadenza ha una cedola molto più ricca rispetto a quella del Btp Più.

Ma cerchiamo di capire cosa effettivamente convenga e su quale investimento puntare.

Investire nei Titoli di Stato, i rendimenti del Btp Più

A differenza di quanto si era ritenuto in un primo momento, venerdì 14 febbraio sono stati ritoccati i rendimenti minimi garantiti del Btp Più: il Mef ha annunciato che agli investitori spetterà il 2,85% lordo, pari al 2,49375% netto per il primo, secondo, terzo e quarto anno. Il rendimento, successivamente, passerà al 3,70%, pari al 3,2375%, che verrà riconosciuto per il quinto, il sesto, il settimo e l’ottavo anno.

Cosa significa tutto questo in termini molto pragmatici? Per i primi 48 mesi gli investitori che hanno puntato su questo Titolo di Stato beneficeranno di un ritorno complessivo dell’11,40% (grazie a delle cedole trimestrali) e del 14,80% nel corso dei successivi 48. Andando, invece, a sommare i tassi definitivi e suddividendoli per gli otto anni della durata complessiva dell’investimento, i risparmiatori riescono ad ottenere un ritorno medio teorico pari al 3,275%. Sostanzialmente siamo davanti ad un +0,075% annuo lordo medio teorico rispetto a quello che è stato annunciato nel corso della giornata di venerdì 14 febbraio.

Oggi – martedì 25 febbraio – è una giornata molto importante perché è quella di regolamento, godimento e debutto sul Mot: sarà, quindi, possibile comprendere quale accoglienza il mercato ha deciso di riservare al Btp Più.

Come si muoveranno, a questo punto, i corsi? Tra i tanti Titoli di Stato a disposizione dei contribuenti, è stata effettuata la scelta migliore? Chi ha effettuato l’investimento e dovesse avere l’urgenza di rivenderlo anticipatamente spera proprio sì.

Titoli di Stato, quale altra scelta si poteva fare

Quale altra opportunità ha chi ha deciso di investire nei Titoli di Stato? Sul mercato appare interessante il Btp con cedola del 5,75% lordo, la cui scadenza è prevista per il 25 febbraio 2033. 

Il rendimento, soffermandosi unicamente alla percentuale prospettata, permette un ritorno più alto. Ma il risparmiatore deve valutare se è certo di riuscire a portare a termine l’investimento. Questa è una valutazione molto importante, che può impattare sulla validità dell’investimento. Al contrario di quanto può accadere con i buoni fruttiferi, la certezza del valore nominale sottoscritto la si ha unicamente nel momento in cui si arriva a scadenza.

Solo per portare un esempio, il Btp 1fb33 all’inizio del decennio aveva una quotazione che oscillava tra i 150 ed i 160. Chi lo ha comprato lo ha preso a dei prezzi sicuramente maggiori rispetto agli attuali. Fino a questo momento è riuscito ad avere un ricco flusso cedolare, ma si è anche trovato nella situazione di dover gestire le dinamiche dei prezzi, anche perché da oggi fino alla sua naturale scadenza risulta difficile che questo Titolo di Stato sia in grado di far rivedere i corsi del passato. Secondo molti esperti il bond potrebbe dirigersi tranquillamente verso quota 100, il valore di rimborso finale.