Finanza Personale
Black Friday, arrivano le grandi offerte. Ma attenzione alle truffe in agguato
Con il Black Friday arrivano le grandi offerte. Ma è bene stare attenti alle truffe. Un breve vademecum per difendersi.
Nato negli Stati Uniti ma importato da un po’ di anni in Italia, il Black Friday è una delle tante occasioni che i consumatori hanno per risparmiare un po’ quando hanno intenzione di fare acquisti. Purtroppo, però, se è vero che il Black Friday è un buon momento per portare a casa un vero e proprio affare, ci sono fin troppi truffatori che cercano di approfittarsi dei consumatori più maldestri e meno attenti.
Il rischio di truffa può arrivare anche online: le vendite digitali sono cresciute a dismisura, così come i siti truffaldini e quelli che si approfittano della frenesia degli acquirenti. Ma come si fa a difendersi da delle potenziali fregature? A cosa è necessario stare attenti per evitare di cadere nelle braccia del truffatore di turno? Cerchiamo di capirlo insieme.
Black Friday, acquistare solo su siti affidabili
Alcune regole su cui ci soffermeremo non varranno unicamente per il Black Friday, ma è bene tenerle a mente anche in futuro: in qualsiasi momento in cui si dovesse decidere di fare un acquisto online.
Sicuramente una delle truffe più comuni nelle quali è possibile cadere è quella relativa ai falsi siti web, che imitano le grandi catene di supermercati e i negozi più famosi. E che, per attirare i potenziali clienti, offrono degli sconti favolosi. Per difendersi, in questo caso, è necessario adottare una serie di piccoli accorgimenti:
- è sempre importante verificare l’Url del sito. L’indirizzo che digiti deve sempre iniziare con https:// nella quale s sta per sicurezza. Ma non solo: ci deve un’icona a forma di lucchetto accanto all’url;
- è sempre opportuno evitare dei link sospetti: è meglio non cliccare su dei link o dei messaggi che promettono delle offerte imperdibili senza prima averne controllato la provenienza. Per farlo è possibile accedere al sito digitando l’indirizzo direttamente sul browser;
- conviene sempre controllare le recensioni. Nel caso in cui dovessi avere dei dubbi su un determinato sito, è possibile fare una ricerca online e controllare se altri utenti hanno avuto delle esperienze negative.
Un campanellino d’allarme deve essere acceso nel momento in cui si vedono delle offerte esageratamente vantaggiose su dei prodotti particolarmente costosi, come ad esempio un computer, uno smartphone o dei vestiti di lusso. Prima di procede con un acquisto è opportuno confrontare i prezzi su più siti: nel caso in cui il prezzo dovesse risultare troppo basso rispetto alla media, si potrebbe trattare di una vera e propria truffa.
Importante, poi, diffidare dai cosiddetti saldoni, ossia degli sconti eccessivi: alcuni siti truffaldini tentano di attirare proponendo degli sconti superiori all’80-90% in occasione del Black Friday solo per attirare l’attenzione. È difficile che le aziende – almeno quelle legittime – effettuino degli sconti così alti, specialmente quando stanno vedendo dei prodotti altamente richiesti.
Proteggere i dati di pagamento durante il Black Friday
Nei giorni in cui c’è il Black Friday – ma anche dopo – è necessario proteggere i propri dati di pagamento. I truffatori, più spesso di quanto si possa credere, cercano di accedere alle informazioni personali e finanziarie degli acquirenti. Una delle strade migliori per proteggersi è utilizzare dei sistemi di pagamento sicuro – quello più noto sicuramente è PayPal – che garantiscono la protezione e la sicurezza delle transazioni.
Generalmente questi strumenti agiscono da intermediari ed evitano che i dati della carta di credito vengano condivisi con il venditore. Ottimale, inoltre, sarebbe l’attivazione di un servizio offerto da quasi tutti i gestori delle carte di credito: le notifiche per ogni acquisto che viene effettuato, in modo da poter monitorare in tempo reale tutte le transazioni. E ovviamente poter intervenire nel caso in cui ci siano delle attività sospette.
Prima ancora di acquistare, soprattutto quando si vuole usufruire di uno sconto su un prodotto costoso, è meglio controllare le politiche di reso e la garanzia del venditore.
Finanza Personale
Saldo Imu 2024, come effettuare il versamento con il bollettino postale
Il saldo Imu 2024 può essere effettuato anche con un bollettino postale, purché il contribuente non sia titolare di partita Iva.
Il 16 dicembre si avvicina e con esso la deadline per versare il saldo Imu 2024. Ma quest’anno come deve essere effettuato il versamento? Quali soluzioni vengono messe a disposizione dei contribuenti per saldare la seconda rata Imu di quest’anno? Il Modello F24 telematico, indubbiamente, è la soluzione che viene utilizzata di più, ma ci sono anche altre soluzioni per effettuare questa operazione.
Una delle soluzioni che sono a disposizione dei contribuenti, ma solo se non sono titolari di partita Iva, è il pagamento tramite bollettino postale. In questo caso, però, non è possibile compensare eventuali crediti. Ma vediamo come si effettua il versamento dell’Imu e, soprattutto, come rispettare le scadenze previste dalla normativa.
Saldo Imu 2024, chi può utilizzare il bollettino
Il bollettino postale per versare il saldo Imu può essere utilizzato unicamente dai contribuenti che non siano titolari di partita Iva. E che, soprattutto, non debbano gestire delle compensazioni di crediti fiscali. Questa, in altre parole, è una soluzione riservata ai privati, che preferiscono utilizzare delle soluzioni alternative al Modello F24.
I diretti interessati hanno la possibilità di ritirare gratuitamente il bollettino in qualsiasi ufficio postale. Ed è una valida alternativa al consueto metodo di pagamento.
Il modulo che si ritira direttamente presso Poste Italiane riporta già il numero di conto corrente valido per effettuare l’operazione (è il n. 1008857615).
Ad ogni modo è necessario accertarsi che non ci siano delle eccezioni, perché alcune amministrazioni comunali potrebbero mettere a disposizione un conto corrente diverso. Nel momento in cui si va a compilare il bollettino postale è necessario inserire al suo interno tutte le informazioni più importanti:
- il codice tributo Imu, attraverso il quale viene identificato il tipo di imposta che deve essere versato;
- l’anno di riferimento, che, ovviamente, si riferisce al periodo a cui si riferisce il versamento;
- il codice catastale del comune, attraverso il quale viene specificato il territorio nel quale l’immobile è ubicato;
- il numero di immobili, nel caso in cui si sia proprietari di più di un immobile è necessario indicarlo.
È necessario provvedere ad indicare tutti i dati con precisione, in modo che il pagamento venga attribuito in maniera corretta. Eventuali errori nell’inserimento dei dati potrebbero comportare dei ritardi o dei disguidi nelle operazioni di accertamento dei versamenti da parte delle amministrazioni comunali.
Imu 2024, l’importanza del bollettino precompilato
Alcune amministrazioni comunali mettono a disposizione dei contribuenti dei bollettini postali precompilati. Nella maggior parte dei casi questi documenti, al loro interno, includono:
- l’importo dell’Imu che deve essere versata, calcolata sulla base degli immobili che il contribuente possiede;
- i dati che servono a identificare il contribuente.
Il servizio messo a disposizione da questi Comuni è molto importante perché evita che vengano commessi degli errori. Ma soprattutto permette di semplificare in maniera notevole il processo di pagamento. Nel caso in cui il comune nel quale sono ubicati gli immobili mette a disposizione queto tipo di servizio, utilizzarlo può essere una mossa indubbiamente vantaggiosa.
È bene precisare, inoltre, che nel caso in cui un contribuente sia proprietario di immobili collocati in Comuni diversi, dovrà utilizzare dei bollettini differenti per ogni territorio. Questo è bene ricordarlo, perché l’Imu è un tributo gestito a livello locale e il versamento cumulativo non consentito dalla legge. I pagamenti devono essere distinti in base al codice catastale del comune di riferimento.
Ricordiamo che compilare il bollettino con il saldo Imu in maniera corretta non è semplicemente una formalità. Ma è un passaggio fondamentale per evitare che sorgano dei problemi in futuro. Commettere un errore nell’inserire dei dati – come un codice catastale sbagliato o un anno di riferimento non corretto – possono aprire la porta a delle contestazioni da parte dell’amministrazione comunale.
Impiegare anche una decina di minuti in più per verificare che tutto sia corretto è il migliore investimento per evitare di avere intoppi in futuro.
Finanza Personale
Black Friday alla porta, si preannuncia un giro d’affari da 4 miliardi di euro
Il giro d’affari connesso il Black Friday nel 2024 crescerà rispetto a quello dello scorso anno. Ma i consumatori devono stare attenti.
Black Friday in arrivo e con esso la voglia di sfruttare le promozioni e gli sconti riservati agli acquirenti. Siamo ad un passo dall’apertura di una delle settimane più calde per chi ha intenzione di fare acquisti e che sfocerà in una data che in molti si sono già segnati sul calendario: venerdì 29 novembre 2024.
Stando ad alcune stime diffuse in questi giorni dal Codacons, il giro d’affari legati al Black Friday, tra acquisti online e nei negozi fisici, dovrebbe essere pari a circa di 4 miliardi di euro. inutile nasconderlo, a fare la parte del leone sarà ancora una volta il web, dove – sempre stando alle stime dell’associazione dei consumatori – verranno effettuati sei acquisti su dieci (pari al 65%) e il cui controvalore è stimato in 2,6 miliardi di euro.
Black friday o meno, i consumatori devono stare attenti alle frodi, che ogni anno sono sempre in agguato soprattutto quando gli acquisti vengono effettuati nei negozi fisici. Per difendersi, hanno già iniziato a circolare, in questi giorni, alcuni importanti vademecum, che forniscono delle utili informazioni per quanti sono alle prese con gli acquisti.
Black Friday, si riaccendono gli acquisti
Con il Black Friday si riaccende la voglia di acquistare delle famiglie italiane, alla ricerca dello sconto di turno per risparmiare. Durante il periodo degli sconti almeno il 47% degli italiani ha intenzione di comprare almeno un prodotto, in crescita del 5% rispetto al 2023. Prendendo in considerazione anche la fetta degli indecisi e di quanti hanno intenzione di aspettare fino all’ultimo minuto per decidere se aderire o meno a delle offerte, la percentuale degli interessati sale all’85%.
Il Codacons prevede che il Black Friday possa confermarsi come l’occasione per anticipare i regali di Natali: almeno un acquisto su due effettuato in questi giorni è un regalo che verrà destinato ad amici o parenti per le festività di fine anno, andando a consolidare uno dei trend che si sono avviati nel corso degli ultimi anni.
In vetta alla classifica degli acquisti effettuati con il Black Friday ci sono l’elettronica e l’hi-tech, anche se perderanno dei punti rispetto al passato: il 60% dei consumatori ha intenzione di fare un acquisto in questo comparto. L’interesse cresce anche per:
- le calzature: 42%;
- l’abbigliamento: 39%;
- gli accessori: 38%;
- la cosmetica e i prodotti di bellezza: 32%;
- i giocattoli: 30%.
Quanto spenderanno gli italiani con il black friday
Ma quanto hanno intenzione di spendere gli italiani in occasione del Black Friday? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano e Netcomm, il consorzio del commercio digitale, secondo il quale la spesa dei consumatori italiani dovrebbe essere intorno ai 2 miliardi di euro nei giorni compresi tra il black friday ed il cyber monday. In crescita del 9% rispetto allo scorso anno.
I settori più gettonati dovrebbero essere:
- abbigliamento;
- beauty;
- enogastronomia;
- giocattoli;
- informatica;
- elettronica;
- esperienze legate al mondo dei viaggi e degli eventi.
Nell’arco dei dieci giorni in cui sono attive le promozione del Black Friday il Polimi stima che siano in circolazione almeno 38 milioni di pacchi, il 13% in più rispetto a quelli che sono circolati nel 2023.
Come abbiamo segnalato in apertura, con la frenesia degli sconti, il rischio maggiore a cui possono incorrere i consumatori sono le truffe, soprattutto quelle online. Codacons e Udicon consigliano sempre di controllare se i portali nei quali si stanno effettuando degli acquisti siano sicuri e che, soprattutto, abbiano il lucchetto nella barra di indirizzo. È sempre meglio evitare di cliccare su dei link sconosciuti e che segnalano la spedizione di un pacco che non è mai stato ordinato. Ed è meglio stare alla larga da finte offerte a prezzi stracciati.
È sempre opportuno verificare e confrontare i prezzi, sia quando si effettuano degli acquisti online, che quando si passa da un negozio fisico. Diffidare dagli sconti troppo alti e verificare sempre che ci siano il prezzo iniziale e quello finale comprensivo di spese di spedizione o tasse. Verificare sempre la data di spedizione e controllare sempre da dove arriva il prodotto che viene spedito.
Finanza Personale
Cedolino Inps, a dicembre 2024 la pensione sarà più ricca. Ecco cosa cercare
Il cedolino Inps del mese di dicembre sarà particolarmente interessante, perché la pensione risulterà essere più alta. Ecco perché.
Cedolino Inps più ricco a dicembre. Con l’erogazione della pensione arriverà, infatti, la tredicesima. In alcuni casi è prevista anche l’erogazione della quattordicesima e un bonus aggiuntivo da 154,94 euro. L’ultimo mese dell’anno, per chi percepisce un assegno previdenziale, potrebbe essere molto interessate.
Ma è opportuno procedere con ordine. Il cedolino Inps del prossimo mese, indubbiamente, sarà molto importante per chi lo riceverà: il pagamento della pensione è previsto a partire dal 2 dicembre 2024 e proseguiranno fino a giovedì 5 dicembre (stiamo pensando principalmente a quanti andranno ad incassare le spettanze in contanti agli uffici postali).
Cedolino Inps, a cosa stare attenti
A cosa devono prestare attenzione i diretti interessati mentre guardano al cedolino Inps? Partiamo dalla tredicesima, che spetta trasversalmente a tutte le persone che ricevono una pensione. Il suo importo, in estrema sintesi, è pari a quello di una qualsiasi altra mensilità.
Il discorso, invece, cambia per la quattordicesima. La troveranno nel cedolino Inps i soggetti che hanno raggiunto i requisiti necessari dopo il 1° luglio 2024. Altro importo che arriverà insieme alla pensione, soprattutto per quanti la ricevono relativamente bassa, è il cosiddetto bonus tredicesima pari a 154,94 euro. Ma chi ha diritto a ricevere questo importo aggiuntivo?
A riceverlo, nel 2024, sono circa 400 mila pensionati. Per poterlo vedere nel cedolino Inps è necessario ricevere una pensione che non superi il trattamento minimo Inps: per il 2024 significa avere un reddito complessivo pari a 7.781,93 euro all’anno. Nel caso in cui il reddito dovesse essere più alto della prima soglia (quella che abbiamo appena indicato), ma più bassa della seconda (7.936,87 euro), il pensionato ha diritto a ricevere la cifra necessaria ad arrivare alla soglia più alta.
Ai fini della percezione del cosiddetto bonus tredicesima non è importante esclusivamente la pensione che si percepisce, ma anche il reddito individuale complessivo, per il quale è necessario prendere in considerazione tutte le entrate. Complessivamente deve essere più basso di una volta e mezzo rispetto il trattamento minimo Inps. Nel corso dell’anno il diretto interessato deve aver percepito meno di 11.772,90. Per quanto riguarda il reddito familiare, invece, deve essere inferiore ai 23.345,79 euro. Nel caso in cui vengano rispettati questi requisiti di reddito si vedrà nel cedolino Inps il bonus da 154,94 euro.
Quattordicesima, a chi spetta
La quattordicesima, nella maggior parte delle occasioni, viene erogato con il cedolino Inps dell’estate. Quanti, però, maturano i requisiti per riceverla dopo il 1° luglio 2024 la ricevono con il pagamento di dicembre. Stando ad alcune stime dell’istituto di previdenza dovrebbero essere almeno 200mila le persone che la riceveranno il prossimo mese.
Ricordiamo che la quattordicesima è stata introdotta nel 2007. È destinata ai pensionati che abbiano compiuto almeno 64 anni con un reddito basso. A fornire le indicazioni precise per la sua erogazione ci ha pensato direttamente l’Inps attraverso una circolare diffusa a giugno. A condizionare il suo importo sono l’anzianità contributiva e il reddito. Entrando nel dettaglio gli importi erogati sono i seguenti:
- chi ha meno di 15 anni di contributi (meno di 18 per gli autonomi): 336 euro. il reddito complessivo annuale deve essere compreso tra 11.773,90 euro e 15.563,86 euro;
- chi ha versato oltre 25 anni di contributi (28 per gli autonomi): 655 euro (pari all’importo massimo erogabile). Il reddito deve rimanere al di sotto degli 11.672,90 euro all’anno.
La tredicesima non è una misura legata alle soglie di reddito. Viene erogata trasversalmente a tutti i pensionati, con poche eccezioni, come chi sta usufruendo dell’Ape Sociale e non ha raggiunto i 67 anni di età. Il suo ammontare è condizionato dal valore della pensione mensile erogata.
Finanza Personale
Negozi, nell’arco di dieci anni ne sono spariti 140mila. Continua la desertificazione delle città
Nel corso degli ultimi dieci anni sono spariti qualcosa come 140mila negozi nei centri storici delle città. Continua la desertificazione delle città.
Nell’arco di una decina di anni – esattamente tra il 2014 ed il 2024 – sono spariti qualcosa come 140 mila negozi. Nello specifico stiamo parlando di imprese del commercio al dettaglio in sede fissa. Di queste 46.500 sono delle attività di vicinato, tra le quali rientrano negozi alimentari, edicole, bar e distributori di carburanti.
A mettere in risalto il problema è Confesercenti, che sostanzialmente conferma i numeri resi noti ad inizio anno da Confcommercio e dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, i quali hanno sottolineato come tra il 2013 ed il 2023 siano spariti qualcosa come 111 mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante. La desertificazione delle grandi e, soprattutto, piccole città continua rendendo sempre più difficile andare a fare la spesa alle persone più anziane o a quelle sprovviste di un automobile.
Scomparsi 140 mila negozi in dieci anni
Dalle piazze e dalle vie cittadine, tra il 2014 ed il 2024, sono scomparsi qualcosa come 140 mila imprese del commercio al dettaglio con sede fissa. Oltre 46mila erano delle attività di vicinato. La desertificazioni in molti piccoli comuni – ma anche in alcuni quartieri delle città più grandi – riduce la qualità della vita della popolazione e – secondo Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti – tende a rafforzare la tendenza al declino demografico in molte aree del nostro Paese.
Numeri che grosso modo sono confermati dall’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle città italiane, effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, che mette in evidenza come nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2023 nel nostro paese siano spariti qualcosa come 11 mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante. Crescono unicamente le attività di alloggio e ristorazione.
Nel corso dello stesso periodo si riducono le imprese italiane negli alberghi e nei pubblici esercizi (-8,4%), mentre aumentano quelle straniere (+30,1%). Nell’intera occupazione, la metà della nuova occupazione straniera – che complessivamente è cresciuta di 242 mila occupati – è proprio in questi settori (120mila).
Ma dove spariscono di più i negozi? La desertificazione colpisce di più i centri storici rispetto alle periferie: questo accade soprattutto nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno. Il tessuto commerciale, nei centri storici, cambia radicalmente. Calano le attività tradizionali:
- carburanti: -40,7%;
- libri e giocattoli: -35,8%;
- mobili e ferramenta: -33,9%;
- abbigliamento: -25,5%.
Aumentano, invece, i servizi e la tecnologia:
- farmacie: +12,4%;
- computer e telefonia: +11,8%;
- attività di alloggio: +42%;
- ristorazione: +2,3%.
Cosa serve per riavviare il centro cittadino
Rilanciare i negozi e le imprese del territorio dovrebbe essere uno dei fronti sui quali il Governo si deve impegnare. Secondo Patrizia De Luise, infatti, si è venuto a creare un vero e proprio circolo vizioso tra declino demografico e desertificazione commerciale. In molte aree – principalmente i piccoli centri, le zone interne e rurali, solo per citarne alcune – stanno subendo un vero e proprio impoverimento del territorio.
Questa perdita di punti di accesso ai servizi essenziali riduce la qualità della vita della popolazione e contribuisce a rafforzare la tendenza al declino demografico di vaste aree territoriali – spiega De Luise. Sono dunque necessari investimenti per arginare la desertificazione commerciale dell’Italia. Dobbiamo avviare iniziative per la resilienza della rete di imprese di vicinato. Per chi apre nelle aree desertificate, un regime agevolato accompagnato da semplificazioni burocratiche è da ritenersi prioritario.
A pesare sui negozi e sul commercio al dettaglio, indubbiamente, sono le promozioni e la distorsione nella concorrenza introdotte dai giganti del web. Una di queste è il famoso Black Friday, che è diventato anche in Italia sinonimo di sconti e vendite promozionali. Una tradizione nordamericana, importata dai giganti del commercio online per assaltare la diligenza del mercato natalizio.
Finanza Personale
Codice della strada, inasprite le sanzioni per chi guida dopo aver bevuto
Inasprite le sanzioni per quanti dovessero guidare in stato di ebbrezza. Il codice della strada introduce un vero e proprio cambio di passo.
Mancano effettivamente pochi passi perché il Ddl che riforma il Codice della Strada diventi legge. Una volta approvato definitivamente verranno introdotte delle norme che inaspriscono le multe, mentre la sospensione della patente per quanti guidano con il telefono in mano o sotto gli effetti dell’alcol o degli stupefacenti è realmente dietro l’angolo.
Ma quali sono le principali misure che verranno introdotte attraverso il nuovo Codice della Strada? Ma soprattutto come andranno ad impattare sulla vita di tutti i giorni? Cerchiamo di capirlo insieme.
Codice della Strada, le nuove misure
Sono diverse le misure che sono contenute direttamente all’interno del nuovo Codice della Strada, che avranno un impatto diretto sugli automobilisti. Le più importanti sono le seguenti:
- il ritiro della patente per quanti stiano guidando con il telefonino in mano, siano ubriachi o drogati. O per le persone che abbandonano degli animali;
- è prevista una vera e propria stretta sui monopattini, i cui conducenti saranno tenuti ad indossare il casco e a sottoscrivere un’assicurazione;
- sale, inoltre, la cilindrata delle auto che possono guidare i neopatentati. Il limite, però, durerà unicamente tre anni.
Vediamo le varie novità introdotte dal Codice della Strada una per una. Guidare con uno smartphone in mano comporterà una sanzione da un minimo di 250 euro ad un massimo di 1.000 euro. La patente viene sospesa automaticamente per una settimana, nel caso in cui si dovesse essere sorpresi con un telefonino in mano mentre si guida. Verranno sottratti dieci punti alla patente. Nel caso in cui i punti dovessero essere più bassi, la sospensione è per quindici giorni. I recidivi devono mettere in conto una multa fino a 1.400 euro e la sospensione della patente può arrivare a tre mesi, a cui si aggiunge una decurtazione che oscilla tra 8 e 10 punti. La sospensione viene raddoppiata nel caso in cui l’uso del telefonino mentre si guida dovesse determinare un incidente.
Si inaspriscono le pene per chi guida in stato di ebbrezza. Nel caso in cui il tasso alcolemico dovesse essere compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro la sanzione prevista è compresa tra 573 e 2.170 euro. La patente viene sospesa tra tre e sei mesi. Se, invece, il tasso alcolemico dovesse essere compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro la sanzione viene raddoppiata, diventando detentiva e pecuniaria (c’è l’arresto fino a sei mesi e un’ammenda compresa tra 800 e 3.200 euro). Con la sospensione della patente tra sei mesi ed un anno. Qualora il tasso alcolemico dovesse essere superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione sarebbe punita con una sanzione detentiva e pecuniaria: arresto da sei mesi ad un anno e un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro. La sospensione della patente sarebbe compresa tra uno e due anni.
Cosa e quanto si può bere
Cosa permette di bere il nuovo Codice della Strada? La risposta non è univoca per tutti gli automobilisti, ma dipende dal peso, dall’altezza e dal fatto se si è a stomaco pieno o no. Nella maggior parte dei casi si può affermare di essere al sicuro con un bicchiere di vino, una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico.
Le regole cambiano per i neopatentati, per i quali è previsto un tasso alcolemico zero per i primi tre anni. Ricordiamo che tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza prevedono una decurtazione di almeno dieci punti della patente. Tra le sanzioni previste c’è anche quella di installare l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del motore nel caso in cui il tasso alcolemico del guidatore risulti essere superiore a zero.
È prevista anche tolleranza zero per chi fa uso di stupefacenti. In questo caso non è necessario essere in stato di alterazione psico-fisica, ma è sufficiente essere positivi perché scatti la revoca e la sospensione per tre anni della patente.
Penalizzati anche quanti superano i limiti di velocità: chi li supera di oltre dieci chilometri all’ora è soggetto ad una sanzione che può oscillare da 173 a 694 euro.
La patente viene revocata o sospesa da sei mesi ad un anno per quanti abbandonano degli animali in strada.
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