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Caos pensioni 2025, Cgil accusa un aumento dell’età pensionabile, l’Inps smentisce

Il 2025 parte con un vero e proprio caos sulle pensioni, con la Cgil che accusa un aumento dell’età pensionabile e l’Inps che smentisce prontamente la notizia.

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Caos pensioni 2025, Cgil accusa un aumento dell'età pensionabile, l'Inps smentisce

Caos pensioni di inizio 2025. La Cgil lancia un’accusa ben precisa e delineata, secondo la quale l’Inps avrebbe cambiato gli applicativi e avrebbe inserito dei nuovi requisiti per i lavoratori che hanno intenzione di andare in quiescenza. L’operazione sarebbe stata effettuata senza che, dai ministeri competenti, sia arrivata una comunicazione ufficiale in tal senso. E, soprattutto, tralasciando le più elementari regole della trasparenza istituzionale.

Stando a quanto riportato dalla Cgil a partire dal 2027 servirebbero 67 anni e tre mesi per poter accedere alla pensione di vecchiaia, mentre per quella anticipata servirebbero almeno 43 anni ed un mese di contributi indipendentemente dall’età raggiunta. A partire dal 2029 sarebbe previsto un ulteriore incremento contributivo: 43 anni e 3 mesi.

Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, nel corso degli ultimi mesi, aveva provveduto ad annunciare lo scatto previsto nel 2027 per poter accedere alla pensione, che sarebbe stato pari a tre mesi. L’Inps, nella serata di ieri 9 gennaio 2024, ha seccamente smentito le voci che stavano circolando relative all’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Inps ha poi garantito che le certificazioni verranno redatte tenendo conto delle tabelle note a tutti.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio cosa succede alle pensioni e vediamo cosa è previsto.

Caos pensioni, la denuncia sollevata dall’Inps

A sollevare un vero e proprio bubbone sul sistema previdenziale ci ha pensato la Cgil, secondo la quale a partire dal 2027, per accedere alle pensioni anticipate sono necessari 43 anni ed 1 mese di contributi, mentre dal 2029 saranno necessari due mesi in più (quindi 43 anni e 3 mesi).

Anche per le pensioni di vecchiaia sono previsti degli aumenti, dato che l’età minima dovrebbe passare a 67 anni e tre mesi nel 2027, destinati a salire a 67 anni e 5 mesi nel 2029. Ipotesi che sono state prontamente smentite dall’Inps.

Secondo Ezio Cigna, responsabile dell’Ufficio Politiche previdenziali della Cgil:

Risulta infatti che l’Inps abbia aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso: dal 2027 per accedere alla pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi; mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi. Anche per la pensione di vecchiaia si registrano incrementi, con l’età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029.

Secondo la Cgil nel caso in cui queste modifiche dovesse essere confermate – l’Inps le ha comunque smentite – non troverebbero alcun riscontro nei documenti ufficiali che stanno circolando nel corso di queste ore. Tra l’altro, come mette in evidenza il sindacato, arriverebbero pochi giorni dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2025: le modifiche costituirebbero l’ennesimo peggioramento del quadro previdenziale del nostro paese che si va ad aggiungere ad una serie di scelte già sbagliate che il governo Meloni avrebbe effettuato sul tema delle pensioni.

L’Inps smentisce e le opposizioni si ribellano

La smentita alle accuse alzate dalla Cgil è arrivata prontamente ieri sera dall’Inps. Ma ancora prima che l’istituto si muovesse le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro ed esponente Pd, sui social scrive che il governo Meloni, benché si sia presentato come quello che avrebbe abolito la Legge Fornero, ha invece aumentato i requisiti e quindi il periodo nel quale le persone devono rimanere al lavoro per andare in pensione.

Sulla questione è intervenuto a gamba tesa anche Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al lavoro, che prima dell’arrivo della smentita dell’Inps aveva affermato che l’aumento dei requisiti per andare in pensione non ci sarà, perché nel momento in cui dovesse esserci realmente la Lega farebbe di tutto per scongiurarla.

Per completare il quadro è bene anche sottolineare che Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, nel corso degli ultimi mesi del 2024 aveva accennato ad un’importante crescita della speranza di vita a 65 anni e aveva fatto riferimento ad una crescita dell’età di pensionamento a 67 anni e tre mesi nel 2027 e 67 anni e 6 mesi nel 2029. Ad ogni modo, come ha anche sottolineato la Cgil, questi dati non sarebbero stati comunicati ufficialmente dai ministeri.

Per il momento la pensione di vecchiaia nel 2025 e nel 2026 resta a 67 anni, mentre per quella anticipata sono necessari almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini, che scendono a 41 anni e 10 mesi per le donne (a cui è necessario aggiungere la finestra mobile di tre mesi).

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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