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BlackRock vuole tutto il mercato Bitcoin anche in Europa. 8 milioni per il primo giorno

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ETF BLACKROCK

È stato il primo giorno, il 25 marzo, di un prodotto finanziario molto particolare. A colpire non è la novità – ce n’erano a bizzeffe di identici già prima del 25 – ma chi lo ha proposto. Come diceva un vecchio e magnifico film di Stanley Kubrick, ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. In questo caso non è di chi vi scrive, ma di BlackRock. È stato infatti ufficialmente lanciato iShares ETP Bitcoin, un prodotto per quote, scambiato sulle piazze regolamentate Euronext e XETRA, che investe direttamente in Bitcoin. Ovvero li compra a mercato e li mette in portafoglio.

È un prodotto identico a quello che è stato lanciato durante il gennaio 2024 e che è stato il lancio più prolifico di un ETF di sempre. Negli Stati Uniti, tra le altre cose, piazza che è la più importante sia a livello finanziario generale, sia per questa categoria di prodotti. Perché tanta attesa? Perché la scelta di BlackRock di lanciare un prodotto del genere anche in Europa porta con sé diverse questioni accessorie. Questioni che la dicono più lunga su Bitcoin che sull’Europa e BlackRock.

Perché lanciare un prodotto del genere in un mercato già affollato – e non molto liquido

Le lamentele dei governanti europei dovrebbero conoscerle tutti. Si investe poco sui mercati di rischio, fotografia perfetta di un continente che con le borse non è mai andato granché d’accordo. Situazione precipitata, tra le altre cose, da quando non si può più annoverare Londra come una delle piazze comunitarie. Tornando a questioni però più pressanti: BlackRock ha deciso di lanciare il suo ETF Bitcoin (che in Europa è un ETP, ma è questione di lana caprina) nonostante il mercato sia già affollato di prodotti simili. E nonostante questi prodotti non abbiano portato a casa granché (il top per capitalizzazione è quello di CoinShares, con un misero miliardo e rotti, meno di 1/30 della performance di BlackRock in America).

  • Il caso del Brasile

Si potrà obiettare che BlackRock ha già lanciato un prodotto simile in Brasile, non esattamente il più liquido dei mercati. È vero, ma è anche vero che i costi di gestione e soprattutto la concorrenza non sono neanche lontanamente paragonabili con quelli europei.

  • Allora perché?

Probabilmente per la fiducia che il gruppo conserva nella possibilità di vendere, alla grande, il suo ETP/ETF su Bitcoin. Gli investitori professionali e quelli istituzionali potrebbero comunque accedere a quello USA, ma evidentemente dagli excel di BlackRock sono usciti fuori buoni numeri potenziali.

  • Può funzionare?

Poi passeremo ai numeri, nonostante la prima giornata di scambi sia stata piuttosto modesta. Può certamente funzionare: BlackRock è un nome che comanda, non ce ne vogliano gli altri, maggiore rispetto sui mercati.

C’è un’altra questione: quello di BlackRock è anche un collocamento di relazione. Le sue rubriche sono infarcite di tutti gli investitori, i fondi, i gestori che contano. E anche la sua rete europea, per quanto meno formidabile di quella americana, può piazzare prodotti che gli altri non sono stati capaci di piazzare.

Il primo giorno di trading: volumi fiacchi, ma BlackRock è un diesel

Il primo giorno di trading ha visto già passare di mano oltre 1 milione di quote, il che vuol dire un controvalore di circa 8,7 milioni di euro a Euronext Parigi. Il paragone con Coinshares è già impietoso: il leader del mercato ha mosso soltanto 250.000€, euro più euro meno, sempre secondo i dati Euronext.

Abbiamo già un vincitore, per quanto in realtà siano numeri lontani anni luce da quelli fatti registrare in Europa.

Vanno però fatte due considerazioni a riguardo: la prima è che il prezzo e l’entusiasmo su Bitcoin, che sono ai minimi, non aiutano. La seconda è che BlackRock, in un mercato come quello europeo, avrà bisogno di carburare. O meglio, di alzare la cornetta e far arrivare i capitali che contano.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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