Finanza Personale
L’euro digitale servirà davvero a proteggere la privacy e rendere indipendente l’Europa?
L’euro digitale altro non è che un wallet targato Ue, che dovrebbe rendere indipendente l’Europa dai circuiti di pagamenti internazionali. Ma servirà davvero?

Presto potremo dire ufficialmente addio al contante: i pagamenti potranno essere effettuati grazie all’euro digitale. Gli strumenti di pagamento si stanno evolvendo e l’Unione europea non può rimanere indietro. Ne è certo Pietro Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Bce, il quale nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Econ del Parlamento europeo a inizio aprile 2025, ha sottolineato come sia importante rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, in un contesto internazionale meno prevedibile.
Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di comprendere in quale direzione ha intenzione di muoversi il vecchio Continente.
Perché l’euro diventa digitale e cosa comporta
Grazie all’euro digitale i consumatori hanno la possibilità di effettuare i pagamenti in modalità elettronica. Il passaggio del denaro avviene in maniera istantanea e gratuita in tutti i Paesi che hanno adottato la moneta unica.
Le transazioni possono essere effettuate sia nei negozi fisici che nelle piattaforme digitali, indipendentemente dal Paese nel quale ci si trovi o dal fornitore dei servizi di pagamento. Possibilità che, almeno per il momento, non può essere utilizzata dai consumatori.
Quale differenza c’è tra l’euro digitale e la carta di credito
A questo punto sorge una domanda: quale differenza intercorre tra l’euro digitale e la carta di credito? Quest’ultima, insieme al bancomat, è una moneta elettronica a tutti gli effetti, ma richiede l’apertura e l’esistenza di un conto corrente presso una banca commerciale.
La situazione è leggermente diversa per l’euro digitale, perché è a tutti gli effetti una moneta virtuale che è stata emessa e gestita dalla Banca Centrale europea. Non richiede di collegare un conto corrente per la sua gestione.
Quando uscirà l’euro digitale?
Il debutto dell’euro digitale, in un certo senso, è dietro l’angolo. Con ogni probabilità verrà emesso a partire dal 2028: tra poco più di due anni dovrebbe essere distribuito a cittadini ed imprese.
È importante sottolineare che affiancherà l’euro in contanti, non lo sostituirà completamente. Costituisce, in altre parole, un’alternativa che i cittadini possono utilizzare, non un obbligo.
Come funziona l’euro digitale
Ai fini pratici come funziona l’euro digitale? Per poterlo utilizzare è necessario aprire un portafoglio elettronico – ossia un wallet – presso un intermediario vigilato, che può essere una banca o le Poste (almeno in Italia).
Il wallet può essere caricato trasferendo dei fondi da un conto corrente o con un versamento in contanti. Questo strumento permette di effettuare i pagamenti in euro digitale. Gli importi possono essere conservati direttamente nel wallet fino ad un limite massimo. Possono trasferiti su un conto corrente o ritirati in contanti.
Per effettuare i pagamenti in euro digitale è necessario accedere ad un’applicazione disponibile sul dispositivo mobile. Si ipotizza di permettere l’uso di una carta fisica, che potrebbe andare a beneficio delle persone che hanno delle difficoltà a gestire il wallet su un dispositivo mobile.
Perché dovrebbe essere utilizzato l’euro digitale
Grazie all’euro digitale i pagamenti verrebbero effettuati in sicurezza e velocità, soprattutto per le transazioni quotidiane da effettuare nei negozi fisici o online, per i pagamenti effettuati presso la Pubblica Amministrazione e per quelli che avvengono tra privati.
Almeno in linea teorica l’euro digitale potrebbe essere in grado di spingersi laddove le attuali carte di credito non sono in grado di arrivare, permettendo le transizioni dove non c’è la connessione Internet o dove non ci sono dei servizi di telefonia mobile.
Gli importi potrebbero essere trasferiti da un wallet all’altro con estrema facilità, grazie a dispositivi come smartphone o smartwatch.
Grazie all’euro digitale verrebbero agevolati i pagamenti ricorrenti e automatizzati, come quelli previsti per l’affitto e le bollette. Non sono previste delle restrizioni spaziali, temporali o di bacino d’utenza all’interno dei Paesi nei quali è stato adottata la moneta unica.
Perché si vuole introdurre l’euro digitale
Ma perché è così importante pensare all’euro digitale? Oggi un terzo delle operazioni commerciali avviene online, mentre il 55% dei cittadini residenti nell’Eurozona preferisce adottare dei pagamenti cashless.
In 13 Paesi su 20 dell’area euro le transazioni che avvengono nei negozi dipendono esclusivamente da dei circuiti internazionali: spesso e volentieri vengono imposti dei co-branding. Il timore è che questo scenario possa sfociare in una dipendenza da altri mezzi di pagamento privati, come le stablecoin basate su valute estere.
Il timore è che l’Europa possa andare incontro ad una progressiva erosione della sovranità monetaria, che è già insidiata dall’espansione di alcuni wallet digitali – primi tra tutti Apple Pay e PayPal -che raccolgono dei dati sensibili e delle commissioni al di fuori dell’Europa.
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