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L’Agenzia delle Entrate invia migliaia di lettere di compliance. Chi le riceverà

In arrivano le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate. Cerchiamo di capire come devono essere gestite e quando devono preoccupare.

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Sono in arrivo le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate, che con il provvedimento n. 176284 dell’11 aprile 2025 ha reso noto di aver inviato una serie di comunicazioni ai titolari di partita Iva. Grazie a questa operazione si ha intenzione di segnalare eventuali incongruenze nei dati Iva relativi al periodo d’imposta 2022, che sono state rilevate da un sistema automatizzato attraverso il quale sono state confrontate una serie di informazioni.

Attraverso queste lettere di compliance, l’Agenzia delle Entrate vuole incentivare l’adempimento spontaneo ai contribuenti. L’operazione rientra tra le iniziative che sono state previste dalla Legge n. 190/2014, i cui articoli 634 e 635 hanno il compito di disciplinare quali debbano essere le modalità di controllo preventivo basate sulla trasparenza e la collaborazione tra l’amministrazione fiscale e il contribuente. È bene sottolineare, ad ogni modo, che le lettere di compliance non rappresentano degli atti impositivi, ma servono semplicemente a comunicare eventuali irregolarità e a sollecitare la loro regolarizzazione.

Perché l’Agenzia delle Entrate ha inviato le lettere di compliance

Ma perché l’Agenzia delle Entrate ha inviato queste lettere di compliance? Alla base di questa comunicazione vi è stata un’attenta attività di verifica, che gli uffici del fisco hanno effettuato andando ad incrociare i dati contenuti all’interno del Modello Iva 2023 – che si riferisce al periodo d’imposta 2022 – con quelli che sono stati trasmessi attraverso delle piattaforme digitali. Entrando un po’ più nel dettaglio sono stati raffrontati:

  • i corrispettivi giornalieri che vengono memorizzati e successivamente trasmessi telematicamente dagli esercenti;
  • le fatture elettroniche che sono state inviate al sistema di Interscambio (SdI).

L’obiettivo dell’operazione è quello di andare a individuare quali siano gli eventuali scostamenti tra quanto viene dichiarato all’interno dei quadri VE e VJ della dichiarazione Iva e quanto contenuto all’interno delle comunicazioni telematiche che devono essere trasmesse obbligatoriamente. Stiamo parlando di discrepanze che possono essere emerse a seguito di un banale errore o possono essere il sinonimo di un comportamento non conforme con la normativa fiscale.

Cos’è contenuto nella comunicazione

L’Agenzia delle Entrate ha inviato delle lettere di compliance precise e dettagliate al cui interno si trovano tutte le informazioni per comprendere in cosa consistono le anomalie riscontrate. Al loro interno ci troviamo:

  • la denominazione del soggetto interessato e il suo codice fiscale;
  • il codice identificativo della comunicazione trasmessa;
  • l’ammontare delle operazioni Iva attive e passive che sono state registrate dai vari dati telematici;
  • i valori che si è provveduto a dichiarare all’interno dei righi VE (vendite) e VJ (acquisti) del Modello Iva;
  • le differenze che sono state rilevate tra quanto il contribuente ha dichiarato e i dati che sono presenti all’interno del sistema;
  • un elenco completo dei clienti e dei fornitori che sono stati coinvolti. Vengono, inoltre, indicati gli importi non coerenti con la dichiarazione;
  • vengono fornite, infine, le informazioni per poter accedere ai dati utilizzando i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Le lettere di compliance vengono recapitate utilizzando due diverse modalità: attraverso il domicilio digitale registrato (ossia la Pec), o  con la consultazione dell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i seguenti servizi:

  • cassetto fiscale;
  • fatture e corrispettivi.

Un’opportunità da non farsi scappare

Chi avesse involontariamente effettuato degli errori non si deve far scappare questa opportunità di mettersi in regola. Attraverso le lettere di compliance l’Agenzia delle Entrate vuole stimolare il contribuente ad effettuare una revisione autonoma della propria posizione fiscale, cercando di introdurre una cultura fiscale improntata sulla collaborazione.

Chi riceve le missive non si deve spaventare: non ha tra le mani un atto formale di accertamento, ma sono semplicemente un invito alla verifica e alla correzione volontaria delle anomalie, laddove fossero presenti.

Chi dovesse ricevere le lettere di compliance ha la possibilità:

  • fornire le eventuali spiegazioni che possano giustificare il suo operato. Il contribuente potrebbe essere in possesso di elementi non noti all’Agenzia delle Entrate, attraverso i quali sia possibile motivare le discrepanze rilevate. Come trasmettere i chiarimenti si trova all’interno della stessa comunicazione;
  • può effettuare un ravvedimento operoso, attraverso il quale correggere spontaneamente gli errori con la presentazione di dichiarazioni integrative e il pagamento delle imposte (a cui saranno aggiunte delle sanzioni ridotte).

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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