Connettiti con noi

Investimenti

Crypto e Bitcoin: la Casa Bianca cambia tutto. È scontro tra i leader dei crypto dollari

Bitcoin e crypto al centro delle manovre della Casa Bianca. Lo scontro più importante è dietro le quinte.

Pubblicato

il

DOLLARO USD CRYPTO BITCOIN

Grandi movimenti all’incrocio tra politica e mondo crypto negli USA. Una promessa fatta in campagna elettorale che però per adesso non sembrerebbe aver sortito grandi effetti sul prezzo. Mentre la stampa mainstream si crogiola sul fallimento di Bitcoin in termini di prezzo, le cose a Washington accelerano. Non solo una riserva crypto federale, della quale si parlerà tra poche ore più in dettaglio, ma anche un incontro tra nemici che non diventeranno mai amici da CFTC, l’authority che negli USA si occupa di derivati (e anche di commodity, categoria che include anche diverse criptovalute).

Si sono seduti infatti allo stesso tavolo il presidente di Circle, Heath Tarbert, e Paolo Ardoino, CEO di Tether, che stanno affrontando una guerra l’uno contro l’altro che potrebbe essere decisa – come è avvenuta in Europa – anche dal regolatore.

Le grandi manovre a Washington

Le questioni importanti sono diverse, ma per comprenderle è necessario fare qualche passo indietro e capire come siamo arrivati a questo punto della pellicola. Durante la campagna elettorale delle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il candidato poi uscito vincitore dalle urne, Donald Trump ha giurato fedeltà al mondo Bitcoin e crypto. E di più, ha promesso di chiudere una guerra avviata contro il settore dall’amministrazione Biden, guerra che c’è stata sul serio, rivoluzionando il funzionamento, le regole e gli uomini che si occupavano per conto del governo federale del settore.

È stata addirittura creata una crypto task force, guidata da David Sacks, che si sta occupando tra le altre cose di creare una riserva federale in Bitcoin e in altre criptovalute.

Tale task force inaugurerà i suoi rapporti con il grande pubblico venerdì 7 marzo, dalle 13:30 ora locale secondo le confuse comunicazioni che sono arrivate dalla Casa Bianca, e ospiterà diversi degli uomini più rilevanti del settore negli States. Dai grandi exchange come Coinbase, Cryptodotcom e Kraken, passando per servizi come Polymarket (noto sito di scommesse onchain, che fu cruciale per capire in quale direzione stesse andando l’America), e società che emettono token come Ripple. Per qualcuno la crema che questo settore ha da offrire, per altri – più correttamente – una selezione delle aziende che si muovono nel settore partendo da un quartier generale negli USA.

Il vero caso che agita Washington: cosa ne sarà degli stablecoin?

Gli stablecoin sono criptovalute particolari il cui valore è ancorato al dollaro USA (nella maggioranza dei casi). Per garantire tale peg, come lo chiamiamo in gergo tecnico, hanno portafogli infarciti di bond USA a breve scadenza. E ne hanno così tanti da essere diventati un player con il quale Washington non può esimersi dal parlare.

La questione è principalmente a due. Da un lato Circle, con ottime connessioni politiche (anche in Europa, dove ha ottenuto licenza come stablecoin autorizzato dal MiCA) e Tether, che prova a conservare un atteggiamento più punk. Finché si tratta di Europa, continente dove i volumi sono ridotti e che interessa poco i grandi player, non avere il bollino non è un problema.

Quando invece sono gli USA che si stanno muovendo la questione diventa più seria. Ed è lì che Circle sta cercando di portare un attacco forse non mortale, ma comunque di grande importanza, e di maggiore importanza rispetto a quello portato a segno in Europa.

Le pressioni, secondo i bene informati, sarebbero per ottenere una sorta di ban agli acquisti di Bond USA da parte di emittenti senza sede negli USA. Circle ha sede negli States, Tether no – ed è dunque operazione elementare capire da chi sia partito l’attacco e ai danni di chi.

Tutto questo mentre uno degli uomini più vicini a Tether, Howard Lutnick, è diventato Segretario del Commercio del governo Trump. Non si è capito però ancora con quante e quali leve.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

Clicca per commentare

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending