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Bonus casa 2025, come risolvere il problema della residenza. I suggerimenti pratici
Prima di avviare dei lavori di ristrutturazione e beneficiare del bonus casa 205 è necessario sciogliere il nodo della residenza. Ecco come fare.
Bonus casa condizionato dal nodo della residenza. La misura, grazie alla quale è possibile accedere ad una detrazione Irpef del 50% per la prima casa e del 36% per la seconda, è stata prorogata al 31 dicembre 2025. Al momento, però, non è ancora chiaro quale aliquota debba essere applicata nel caso in cui un contribuente acquisti un immobile e decida di andarci a vivere stabilmente solo dopo aver concluso i lavori di ristrutturazione.
A fornire alcuni suggerimenti su quale possa essere la corretta interpretazione arriva Confedilizia, secondo la quale è importante attenersi all’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate che, intervenendo nel 2023 su un caso simile relativo al Superbonus, ritiene debba essere applicata la detrazione più elevata.
Ma cerchiamo di capire come debbano muoversi le famiglie alle prese con il bonus casa nel corso del 2025.
Bonus casa, il nodo della residenza
Il tema della residenza legata al bonus casa finisce letteralmente sotto i riflettori in questo primo scorcio del 2025. Con la Legge di Bilancio 2025, il legislatore ha introdotto una detrazione differenziata, che è al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda. La novità porta ad un dubbio interpretativo, che potrebbe penalizzare alcune categorie di contribuenti. Chi dovesse iniziare a ristrutturare un immobile, ma, che proprio a causa dei lavori in corso, non vi può prendere la residenza, potrebbe trovarsi nella situazione di godere dell’agevolazione più bassa. In altre parole la detrazione passerebbe dal 50% al 36%.
Ricordiamo che i lavori ammessi al bonus casa 2025 sono diversi e non coinvolgono unicamente l’immobile di proprietà, ma anche le parti comuni. Ci sono, solo per portare alcuni esempi:
- l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
- la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande;
- la realizzazione e il miglioramento di servizi igienici.
Tra le diverse agevolazioni previste dalla normativa ci sono anche la costruzione o il rifacimento delle scale e delle rampe. Ma anche gli interventi connessi alla bonifica dell’amianto.
Detrazione al 36% o al 50%
Come molte altre agevolazioni, il bonus casa è stato rivisto e corretto dalla Legge di Bilancio 2025. È stata introdotta la distinzione tra le detrazioni al 50% e quelle al 36%: una decisione presa per ridurre in parte l’impatto delle agevolazioni fiscali sul bilancio dello Stato.
I problemi interpretativi arrivano proprio intorno all’applicazione delle due aliquote. Quella al 50%, per un tetto massimo di spesa di 96.000 euro, è applicabile unicamente quando a sostenere le spese siano i titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento su un immobile adibito ad abitazione principale. A preoccupare è proprio quest’ultima definizione: nel caso in cui non dovesse arrivare un chiarimento interpretativo o normativo, alcuni proprietari potrebbero essere costretti ad accontentarsi della detrazione prevista per la seconda casa, nel caso in cui non siano stati in grado di prendere la residenza nell’immobile oggetto degli interventi.
Come ci si deve muovere con il bonus casa
Come si devono muovere, a questo punto, i diretti interessati alle prese con il bonus casa? A fornire qualche suggerimento ci ha pensato Confedilizia, che ritiene sia opportuno attenersi all’interpretazione che ha fornito nel 2023 l’Agenzia delle Entrate. Nella circolare n. 13/E e nella risposta all’interpello n. 377 – entrambi sono del 2023 – l’AdE ha affrontato un problema simile.
Nei documenti citati l’Agenzia delle Entrate spiegava che nel caso in cui l’unità immobiliare non dovesse essere adibita ad abitazione principale nel momento in cui i lavori sono iniziati, la detrazione spetta quando lo stesso immobile vi venga adibito entro la fine dei lavori.
Confedilizia spiega che si tratta:
Di una lettura coerente con lo spirito della norma, che mira ad agevolare i lavori effettuati sulla casa destinata ad abitazione, a prescindere dalla materiale impossibilità a fissarvi la residenza al momento dell’avvio degli interventi, come accade in caso di acquisto di un immobile usato.
Stando, quindi, all’interpretazione fornita da Confedilizia, quanti dovessero acquistare un immobile e successivamente lo dovessero ristrutturare – anche se non vi hanno trasferito la residenza – hanno diritto ad accedere alla detrazione al 50%. Purché entro la fine dei lavori trasferiscano la residenza.