Finanza Personale
Bonus Tari 2025, ecco perché potrebbe slittare al prossimo anno
Il bonus tari 2025 potrebbe slittare al prossimo anno. I Comuni chiedono più tempo per poter applicare gli sconti previsti da Arera.

In linea strettamente teorica il bonus Tari è partito lo scorso 1° gennaio 2025. Nella realtà dei fatti non è ancora operativo, anzi, potrebbe volerci ancora un po’ di tempo prima che possa essere richiesto ufficialmente.
I motivi che sono dietro a questo ritardo sarebbe legato alle tempistiche per l’adeguamento degli importi richiesti ai contribuenti. Se da un lato Arera avrebbe già provveduto a predisporre una delibera attraverso la quale riconoscere ufficialmente lo sconto, da parte sua l’Anci starebbe chiedendo più tempo.
Bonus Tari 2025, perché bisogna aspettare
I potenziali beneficiari del bonus Tari 2025 sono le famiglie con un Isee inferiore a 9.530 euro – che sale a 20.000 euro nel caso in cui siano presenti quattro o più figli -. L’agevolazione prevede uno sconto del 25% sulla tassa rifiuti: la misura è entrata in vigore nel 2020 ed è stata resa operativa per quest’anno a seguito della pubblicazione il 13 marzo 2025 in Gazzetta Ufficiale del DPCM.
Anche se sulla cara il bonus Tari è pronto per essere utilizzato, non mancano delle vere e proprie criticità. L’aspetto più controverso della questione sono le tempistiche: il DPCM pubblicato prevede, almeno sulla carta, che la misura parta dal 1° gennaio 2025. Tra l’altro sono state già fissate le regole per l’erogazione dello sconto.
La delibera 133/2025/R/rif avrebbe avviato ufficialmente il procedimento per attuare il bonus Tari. Il provvedimento, però, si inserisce nel solco delle attività che impegnano i Comuni per la riscossione della Tari. I bollettini, in molti casi, sono stati emessi prima che che l’Arera adottasse ufficialmente le regole. Non si è tenuto conto, quindi, delle regole introdotte dall’autorità. Questo è il motivo per il quale le amministrazioni comunali chiedono più tempo.
Ufficialmente Anci e Fel avrebbero chiesto di rinviare l’avvio dell’agevolazione. I bollettini, in molti casi, sarebbero già stati trasmessi ai contribuenti. Si teme che l’invio di una nuova comunicazione possa generare confusione tra i contribuenti, oltre a comportare dei nuovi costi che ricadrebbero sulle casse dei Comuni. Questo è il motivo per il quale si chiede che l’applicazione del bonus Tari slitti al 2026.
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