BYD: è un 2024 da record, con 100 miliardi di ricavi. Superata Tesla, in una gara che non esiste

Buoni, anzi ottimi i numeri di BYD, il colosso cinese dell’auto elettrica, che sulla stampa italiana trovano particolare eco anche per le vicissitudini politiche e economiche di Elon Musk, divenuto ancora più polarizzante di quanto lo fosse prima del suo sbarco alla Casa Bianca. Tornando a BYD, si sfiorano i 100 miliardi di euro di fatturato, con un utile netto di 5,1 miliardi di euro. E c’è il sorpasso, che nessuno si dimentica di far notare, con il fatturato di Tesla, che si è fermato per il 2024 a soli 98 miliardi di dollari, e dunque sotto di circa il 10% rispetto al poderoso concorrente cinese.

Fatturato che però arriva con numeri molto diversi: non solo il colosso cinese ha venduto più del doppio dei veicoli del marchio di Elon Musk, ma ha anche a listino diversi modelli ibridi Plug-in che, come è noto, Tesla non commercializza.

Uno scontro tra due mondi – e anche politico

I numeri sono l’unica cosa che conta sui mercati, ma fino a un certo punto. L’attenzione per le iatture che colpiscono Tesla è giustificato, almeno in parte, con quel tipo di attenzione che soltanto l’impegno politico è in grado di attirare. Soltanto pochi giorni fa, il candidato alla vice presidenza degli Stati Uniti, Tim Walz, aveva pubblicato un video dove diceva di guardare all’andamento delle azioni Tesla quando voleva tirarsi su di morale. Il riferimento era chiaramente alla pessima performance del titolo dell’azienda guidata da Elon Musk, che poi però – per un destino cinico e baro che si è preoccupato di smentire Walz – ha recuperato il 20%.

Tornando alla guerra – se ci è concesso un linguaggio greve e un po’ fuori luogo – tra BYD e Tesla, sembra che la prima stia avendo la meglio, in un anno forse non buono per Tesla, che aspetta tra le altre cose l’arrivo di prodotti da vendere, che hanno tenuto lontani (più delle questioni politiche) gli acquirenti dalle concessionarie Tesla.

Le azioni BYD hanno fatto registrare a Hong Kong una crescita del 3%, segnale che i mercati hanno apprezzato i risultati ottenuti in quello che potrebbe essere il primo di una lunga serie di anni di grazia per un produttore che innova, vende e realizza anche margini.

Un produttore che si poteva però raccontare, anche a ulteriore esaltazione delle ottime performance ottenute, senza l’eterno paragone con Tesla, azienda che comunque vale ancora 895 miliardi di dollari, circa 10 volte la più capitalizzata delle società italiane in borsa, che è per il momento Intesa San Paolo.