Investimenti
Crollo BORSE USA: NASDAQ -4,3%, SPX 500 -3%. È caos sui mercati azionari
Arriva un altro pesante scarico dalle piazze USA. Terrore sui mercati, indici in profondo rosso.

È un disastro che non si vedeva almeno da agosto, quando le borse furono colpite da una correzione molto grave in seguito ai rischi che arrivavano dal Giappone. Ora invece i motivi sarebbero tutti interni agli USA, secondo la lettura prevalente tra gli analisti. I dazi e le novità introdotte dall’amministrazione Trump, arrivate anche in modo confuso, hanno portato i mercati a un livello di paura che non si vedeva da tempo e che per il momento non sembrerebbe trovare sponde per un rimbalzo.
Nel corso della sessione odierna NASDAQ ha superato anche il -4%, SPX 500 ha fatto poco meglio, avvicinandosi comunque al -3%. Male anche il resto degli indici, per perdite che sono comunque capitanate dalle magnifiche 7 e con $TSLA che appare come una pallida imitazione del titolo che aveva emozionato tanti investitori. Tutto questo in apertura di una settimana che sarà densa di numeri cruciali che arriveranno proprio dall’economia USA. Dalla CPI (inflazione classica) alla PPI, per capire che tipo di direzione potrà prendere il mercato e anche la politica monetaria degli Stati Uniti.
C’è chi sogna uno stop al crollo grazie ai dati sull’inflazione
In realtà c’è chi sta cercando di leggere la situazione in modo non così negativo. Mercoledì avremo infatti i dati sull’inflazione, CPI headline e core, che secondo le previsioni andranno a 2,9% e 3,2%. Non sono vicini al 2%, ma non sono questi i dati che dovranno arrivarci per ritenere che si sia tornati in target.
Girano però voci di una lettura, di mercoledì, che potrebbe essere sensibilmente inferiore. È questo quanto verrebbe fuori dai modelli fatti girare nel corso degli ultimi giorni. E se così fosse, potremmo forse trovare finalmente un bottom per un crollo che, anche guardandolo sempre a grafico, è di quelli che fanno davvero paura.
La questione, in senso positivo, è stata sollevata ad esempio da Sam Stovall di S&P Global, che si chiede se l’inflazione potrà dare una mano (la darà), e però quanto a lungo potrà offrire una base solida per un’eventuale ripartenza.
Pensare però a mercoledì, in una situazione del genere, con il panico che sta scemando ma con i bear che sono ancora pienamente in controllo, sembra essere esercizio futile. Ci sarà la chiusura di questa sessione, poi un’altra, e comunque l’intramezzo di borse europee e asiatiche che non appaiono molto più tranquille.
Nel frattempo Donald Trump, apparso in pubblico di nuovo domenica per parlare di mercati, ha affermato di non interessarsene più di tanto – e che se recessione sarà, sarà un prezzo necessario da pagare in ottica – parafrasiamo – di un bene più grande in futuro.
I profeti di sventura parlano di un Patto con il Diavolo per evitare un peggioramento della situazione economica pubblica degli Stati Uniti. Una sorta di cura da cavallo che è l’unica alternativa sul tavolo, anche se il rischio dovesse diventare quello di ammazzare il paziente.
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