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Detrazioni fiscali, come cambiano dal 2025 e chi ci rimette di più

Nel 2025 le detrazioni fiscali per le famiglie con un reddito superiore a 75.000 euro cambiano. Vediamo come.

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L’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2025 arriverà non prima del 27 dicembre 2024. Nel frattempo, però, iniziano già ad essere delineate le novità che riguardano le famiglie, a partire dalle detrazioni fiscali che proprio dal 2025 cambieranno volto: è prevista una stretta per i contribuenti con un reddito superiore a 75.000 euro ed è prevista l’introduzione del quoziente familiare. Volendo sintetizzare al massimo, si può affermare che più grande è la famiglia – intesa come numero di componenti – maggiori saranno i margini di manovra per le detrazioni fiscali. Da premettere, ad ogni modo, che nei vari computi non rientrano le spese sanitarie e le somme che sono state investite nelle start up.

Le novità, però, non finiscono qui: è prevista una Carta per i nuovi nati, attraverso la quale sarà riconosciuto un contributo di 1.000 euro ai genitori con un Isee inferiore a 40.000 euro.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quali siano le novità previste per le detrazioni fiscali nel 2025.

Detrazioni fiscali 2025, le novità previste

Sotto il fronte delle detrazioni fiscali, a partire dal 2025, arriva una vera e propria stretta, almeno per i contribuenti con un reddito più alto. Allo stesso tempo viene introdotto il meccanismo del quoziente familiare: più è alto il numero dei componenti le famiglie più basso è il reddito, permettendo di aumentare gli spazi per le varie detrazioni fiscali.

Nel caso in cui i contribuenti abbiano un reddito superiore a 75.000 euro, le spese e gli oneri che possono essere portati in detrazione sono ammessi fino ad un ammontare calcolato moltiplicando l’importo base determinato in corrispondenza del reddito per il coefficiente indicato in corrispondenza del numero dei figli.

Il legislatore ha previsto che l’importo massimo debba essere modulato sulla base dei seguenti coefficienti:

  • nel caso in cui non ci siano figli a carico: 0,50;
  • con un solo figlio: 0,70;
  • con due figli: 0,85;
  • con più di due figli o almeno uno con disabilità: 1,00.

Nel caso in cui il reddito dovesse essere compreso tra i 75.000 e i 100.000 euro, il tetto massimo per le detrazioni fiscali è fissato a 14.000 euro nel caso in cui in famiglia siano presenti più di due figli a carico o uno disabile. Se invece non ci dovessero essere dei figli a carico, il coefficiente da utilizzare è 0,5 e quindi il tetto risulta dimezzato a 7.000 euro.

Con un solo figlio a carico il coefficiente da considerare è lo 0,7: la somma sale a 9.800 e, nel caso in cui i figli a carico siano due, passa a 11.900 euro.

Le famiglie con un reddito superiore a 100.000 euro con due figli a carico il tetto massimo per le detrazioni fiscali è posto a 8.000 euro, che passa a 4.000 euro nel caso in cui non ci fossero dei figli.

Le spese escluse dal taglio delle detrazioni fiscali

Le spese sanitarie sono escluse dal taglio delle detrazioni fiscali a chi ha un reddito superiore a 75.000 euro. Allo stesso modo sono esclusi gli investimenti relativi a start up e alle PMI. Le imprese sociali e gli Enti del Terzo Settore sono rimaste, invece, completamente fuori dalla salvaguardia.

Non sono finite sotto le forche caudine della tagliola delle detrazioni fiscali quelle legate ai premi assicurativi e agli interessi passivi sui mutui contratti per acquistare la prima casa. Purché i contratti siano stati sottoscritti entro il 31 dicembre 2024. Nel caso in cui quest’ultima condizione sia soddisfatta, sarà possibile continuare a detrarre gli interessi passivi senza prendere in considerazione i tetti massimi accennati in precedenza.

Dal 1° gennaio 2025 tra le spese sulle quali verranno applicati dei tagli ci sono quelle di istruzione,  sia quelle universitarie che quelle non universitarie. Una sforbiciata, inoltre, è prevista per spese sostenute in favore dei ragazzi affetti da disturbi dell’apprendimento e le spese di manutenzione edilizia.

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