Investimenti
Ontario contro USA: accordo per fermare guerra commerciale. Mercati in stallo
Continua la guerra commerciale degli USA contro gli alleati. Ontario però fa un passo indietro.

La guerra dei dazi sconvolge anche le negoziazioni attuali. Donald Trump nel pieno della sessione USA ha alzato la posta, ordinando al suo Segretario del Commercio, Howard Lutnick, il raddoppio dei dazi già fissati sull’alluminio canadese e ulteriori ritorsioni sulle auto prodotte in Canada. Il governatore dell’Ontario Doug Ford risponde aggiungendo balzelli sull’energia venduta dalla sua provincia negli USA del 25%. Poi il disgelo. Lo stesso Doug Ford annuncia su X che è stato raggiunto un accordo con Howard Lutnick, dopo una conversazione ritenuta produttiva dallo stesso governatore.
Con conseguente sospensione del sovrapprezzo del 25% che era stato fissato poco prima e accordo per ridiscutere l’USMCA. I mercati tentano un recupero, per quanto all’interno di una sessione comunque asfittica e che non ha permesso di colmare le enorme perdite di ieri, 11 marzo. Una situazione che rimane comunque precaria e di poca tranquillità per mercati che ormai, ad ogni apertura, si aspettano discussioni accese, ritorsioni commerciali, annunci roboanti che poi rientrano e topolini che si trasformano in montagne.
Palla alla Russia sulla tregua
Ci sono altre evoluzioni che hanno aiutato i mercati a recuperare dai minimi di giornata, che avrebbero suggellato un’altra pessima giornata per i principali indici USA. La tregua tra Russia e Ucraina fa un passo avanti: Marco Rubio, Segretario di Stato del nuovo governo Trump, ha infatti annunciato che la palla è passata – metaforicamente, nella metà del campo russa. L’Ucraina avrebbe infatti accettato le condizioni USA per un cessate fuoco immediato di 30 giorni, circostanza che è stata confermata anche da fonti ucraine.
Un altro problema che se ne va, a patto che la Russia sia dello stesso avviso e problema rimandato di 30 giorni almeno. Ne rimangono comunque di diversi: c’è chi inizia a mettere sul tavolo la possibilità di una recessione, o di uno short term pain, come lo chiamano gli analisti statunitensi, inevitabile se l’obiettivo è quello di riportare una fetta importante di produzioni negli States mentre si cerca al contempo di tornare verso il pareggio di bilancio.
Imprese entrambe titaniche, che secondo l’amministrazione Trump potrebbero valere qualche scossone a Wall Street sul breve periodo.
Main Street contro Wall Street
La narrativa che si è fatta avanti tra analisti e commentatori è quella di Main Street – via simbolo della cosiddetta economia reale, contro la Wall Street dei giganti della finanza. Una dicotomia però sbilenca, almeno alla luce di quanto dichiarato oggi dalla Casa Bianca.
Il Presidente, dicono dalla sua residenza, si occuperà di entrambe. E i mercati, di qualunque tipo, dovrebbero scommetterci sopra. Per ora le dichiarazioni non hanno aiutato però i mercati, se non quelli crypto, che dopo il disastro di ieri hanno accennato ad una, pur timida, reazione.
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