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Isee 2025, i titoli di Stato non sono stati esclusi dai conteggi. Alla faccia del Btp Più

I titoli di Stato, almeno per il momento, non sono stati ancora esclusi dal conteggio dell’Isee. Manca ancora la pubblicazione del decreto attuativo.

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Isee 2025, i titoli di Stato non sono stati esclusi dai conteggi. Alla faccia del Btp Più

Il Btp Più che ha debuttato proprio in questi giorni ha portato al centro dell’attenzione il problema dell’Isee, il cui calcolo aggiornato non dovrebbe contenere i Titoli di Stato. Questo significa, molto semplicemente, che una miriade di pratiche dovranno essere riviste al ribasso. Le famiglie, che fino a questo momento erano escluse da una serie di agevolazioni o a determinate prestazioni, d’ora in poi vi potranno accedere.

L’esclusione dei titoli di Stato e dei buoni fruttiferi postali ha un impatto diretto sull’Isee e sulle agevolazioni ad esso connesse. Al momento, però, questa novità non è completamente operativa. Le famiglie che dovessero avere già presentato la Dsu saranno costrette a presentarne una nuova non appena la procedura diventerà operativa.

Ma entriamo un po’ di più nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa è destinato a cambiare.

Isee, i Titoli di Stato ne sono fuori fino a 50.000 euro

Stando agli ultimi dati in possesso dell’Inps, dal 1° gennaio 2025 ad oggi sarebbero stati presentati oltre 4,6 milioni di Isee ordinario. Almeno il 28% di quelli che sono stati elaborati attraverso la rete Caf Acli conterrebbero – all’interno del patrimonio mobiliare – dei titoli di Stato o dei prodotti di risparmio postale con garanzia pubblica.

A rendere pubblica questa notizia è un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, che in articolo pubblicato lo scorso 17 febbraio ha messo in evidenza che tra gli Isee che sono rimasti al di sotto dei 15.000 euro, in almeno una pratica su cinque conterrebbero al loro interno Btp, buoni fruttiferi o libretti postali. L’incidenza sale al 40% se si prendono in considerazione gli Isee oltre i 25.000 euro.

Fino ad oggi la decisione di andare a scorporare dal patrimonio mobiliare ai fini dell’Isee i Titoli di Stato fino a 50.000 euro non ha avuto alcun effetto pratico. La novità potrà avere un impatto positivo per i diretti interessati solo quando il decreto attuativo verrà finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Lo scorso 10 febbraio 2025 il testo è riuscito ad ottenere il via libera definitivo direttamente dalla Corte dei Conti: al momento, però, il documento risulterebbe essere rimasto bloccato all’ufficio legislativo, perché ci sarebbe un refuso da correggere prima della sua pubblicazione.

Al momento, volendo mette i punti sulle i, rimarrebbe ancora da capire se la soglia dei 50.000 euro da cassare dal calcolo dell’Isee coinvolga tutti gli importi detenuti dai vari componenti il nucleo familiare o solo dal singolo richiedente. La risposta a questo quesito arriverà unicamente dal decreto che, a questo punto, si spera possa essere pubblicato a breve. Una conferma dovrebbe arrivare dal nuovo modello Dsu senza titoli di Stato al quale il Ministero del Lavoro e l’Inps stanno lavorando nel corso di questi giorni.

Isee, quanto costa rifare la pratica

Al momento non è ancora possibile scorporare i Titoli di Stato dal calcolo dell’Isee. Questo determina non poche conseguenze per le famiglie che si ritrovano con un Isee più alto e il rischio di rimanere esclusi da alcune prestazioni. O nel caso in cui il pagamento della prestazione sia condizionato direttamente dalla soglia dell’Isee – ne è un esempio l’assegno unico – il rischio è quello di vedersi accreditata una somma più bassa o di dover pagare di più nel caso in cui sia una prestazione a pagamento.

Tra l’altro appare quanto mai opportuno ricordare che dal 1° ottobre 2023 richiedere l’aggiornamento dell’Isee già attestato è a pagamento. Il costo è in capo di quanti decidono di passare dai Caf. Stando a quanto spiegato dalla Consulta dei Caf, l’aggiornamento dovrebbe arrivare a costare 25 euro a pratica. In un certo senso, potremmo dire che per le famiglie che non riescono ad espletare la pratica da sole sul portale dell’Inps, oltre al danno ci sarebbe la beffa.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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