Investimenti
Fusione Nissan-Honda: parole di fuoco dall’ex Carlos Ghosn
Carlos Ghosn riserva parole di fuoco all’accordo Nissan-Honda. Non funzionerà – e non ha alcun senso industriale.
Il tema di queste vacanze natalizie, almeno per chi è interessato alle borse e al futuro del mondo auto è quello della fusione tra Honda e Nissan, una fusione salutata con un certo favore dai mercati e che però ora riceve anche le prime critiche. E sono critiche di una certa rilevanza, perché a muoverle è Carlos Ghosn, un tempo alla guida del gruppo Nissan e poi fuggito dal Giappone in modo invero rocambolesco e rifugiatosi in libano. Nissan sarebbe indietro rispetto al resto del settore auto, senza visione e soprattutto senza poter offrire alcun tipo di complementarietà a Honda.
Una fusione – parole molto dure quelle di Ghosn, che non avrebbe alcun tipo di senso industriale. Una doccia fredda che ha anche il profumo della vendetta personale consumata fredda, per parole che senza dubbio alcuno finiranno per creare un vespaio di polemiche collaterali. Tutto questo mentre per l’appunto esiste ancora – sul fronte legale – un MoU che dovrà essere perfezionato.
Mitsubishi per ora rimane alla porta
Per ora il terzo gruppo che potrebbe entrare a far parte dell’accordo – in virtù di collaborazioni strette precedentemente con Nissan – rimane alla porta. Mitsubishi avrà tutto il tempo di decidere, almeno fino alla fine di gennaio, per una decisione sulla quale però fino ad oggi non è trapelato assolutamente nulla.
Una notizia che ha colto di sorpresa il mondo auto, per quanto almeno in certi corridoi se ne parlasse da tempo. I mercati contro Carlos Ghosn: chi avrà ragione? Vedremo se le parole dell’ex leader del gruppo avranno o meno un impatto sulle previsioni del mercato sui due titoli, che torneranno a mercato già tra poche ore.
Tutto questo in una situazione di grande preoccupazione per tutto il mondo dell’auto di vecchia generazione, colto in contropiede sia sull’elettrico, sia da un mercato che non tira più a livello globale come prima. Senza parlare poi del grande spauracchio (che in realtà oggi è molto più di uno spauracchio) dell’enorme crescita dell’industria automobilistica cinese.