Connettiti con noi

Finanza Personale

Tutti gli aumenti previsti nel 2026 per le pensioni. Cosa cambia caso per caso

Scopriamo quali sono gli aumenti previsti nel 2026 per le pensioni. Al momento sono solo ipotesi, ma è già possibile capire cosa potrebbe accadere.

Pubblicato

il

Inizia a delinearsi quale possa essere il futuro delle pensioni. Pietra miliare, in questo senso, è costituita dall’approvazione del Documento di Economia e Finanza (Def) da parte del Consiglio dei Ministri, che da quest’anno si chiama Documento di Finanza Pubblica, abbreviato in Dfp.

Dal prossimo 1° gennaio 2026 i trattamenti previdenziali potrebbero tornare a salire, grazie alla rivalutazione degli assegni previdenziali, che verranno aggiornati al costo della vita. Ma vediamo un po’ cosa si devono aspettare le famiglie che percepiscono una pensione.

Rivalutazione delle pensioni, di cosa si tratta

La rivalutazione della pensione – che viene anche chiamata perequazione – è un meccanismo attraverso il quale si aumenta l’assegno previdenziale prendendo come parametro di riferimento il tasso di inflazione certificato dall’Istat l’anno precedente. Serve, molto semplicemente, per uniformare gli importi erogati al reale costo della vita.

Stando alle prime proiezioni del Documento di Finanza Pubblica che è stato approvato lo scorso 9 aprile 2025, nel 2026 potrebbe arrivare un aumento delle pensioni dello 0,8% calcolato sull’inflazione. I dati preliminari diffusi dall’Istat hanno messo in evidenza che il tasso a febbraio risultava essere pari all’1,6% per poi salire al 2%. A pesare sull’aumento dei prezzi è stato principalmente il comparto energetico, che ha registrato un +3,2% su base annua, oltre mezzo punto rispetto al mese precedente.

Stando alle previsioni più ottimistiche, entro la fine dell’anno l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 2,1%, che potrebbe determinare un aumento delle pensioni nel corso del 2026 tra 1,6 e l’1,8%.

Mancano i dati ufficiali

Ovviamente quelle che stiamo effettuando in questa sede sono unicamente delle previsioni che si basano su delle ipotesi, dato che siamo in attesa dei dati ufficiali. Quello che al momento appare certo è che l’aumento non avrà lo stesso impatto su tutte le pensioni, ma verrà suddiviso così come prevede la Legge n. 448/1998. Sempre che non arrivino delle modifiche strada facendo, gli assegni previdenziali che non superano di 4 volte il valore del trattamento minimo di pensione saranno rivalutati del 100%. La percentuale scende al 90% per quanti percepiscono degli importi che rimangono sotto la soglia delle 5 volte. Chi va oltre, invece, percepirà una rivalutazione pari al 75%.

Le ipotesi di rivalutazione delle pensioni

La soglia della pensione minima, nel 2025, si è attestata a 603,40 euro. Nel caso in cui ci dovesse una rivalutazione dell’assegno previdenziale compreso tra l’1,6 e l’1,8% , questo significa che la rivalutazione sarà integrale per quanti percepiscono meno di 2.413,60 euro, mentre calerà al 90% per chi percepisce un importo compreso tra 2.413,61 e 3.017 euro (la percentuale esatta sarà tra l’1,44% e l’1,62%). Quanti percepiscono un importo superiore a 3.017 euro avranno un tasso di rivalutazione compreso tra l’1,2% e l’1,35% (ossia il 75%):

Volendo tradurre monetariamente questi importi, significa che quanti percepiscono una pensione pari a 800 euro, vedranno un aumento mensile pieno compreso tra 12,80 e 14,40 euro. Per gli assegni da 1.000, gli aumenti oscilleranno tra i 16 e i 18 euro.

Se, invece, si prende in considerazione una rivalutazione dello 0,8%, un assegno previdenziale pari a 1.000 euro aumenta di 8 euro, ovviamente la metà rispetto a quanti percepiscono 2.000 euro. Rivalutazione parziale al 90% nel caso in cui si percepiscono 3.000 euro: spetteranno 24,63 euro. Per un assegno pari a 5.000 euro, la rivalutazione al 75% comporterà un aumento di 37,50 euro.

Cosa accadrà ai trattamenti assistenziali

Oltre agli aumenti delle pensioni, il prossimo anno sono previsti anche degli aumenti per altri tipi di prestazioni assistenziali. L’assegno sociale dovrebbe passare da 534,41 euro a 539,75 euro, mentre la pensione di invalidità dovrebbe arrivare a 336,66 euro contro i precedenti 333,33 euro.

Pierpaolo Molinengo è laureato in materie letterarie ed è un giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002. Ha iniziato ad occuparsi di Economia fin da subito, concentrandosi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i suoi interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Pierpaolo Molinengo scrive di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

Clicca per commentare

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending