Risparmio
Polizza anti calamità, un obbligo che può arrivare a costare fino a 30 mila euro l’anno
La polizza anti calamità può avere un onere molto alto per le aziende che la devono sottoscrivere, che in alcuni casi può arrivare a 30.000 euro.
Ancora poche settimane per mettersi in regola. Entro il 31 marzo 2025 le imprese devono sottoscrivere un’assicurazione contro gli eventi calamitosi – che viene brevemente chiamata polizza anti calamità -, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2024. in un primo momento la scadenza era prevista per lo scorso 31 dicembre 2024, ma il Decreto Milleproroghe ha fatto slittare la deadline alla fine di questo mese.
Ma vediamo chi si deve mettere in regola nel corso dei prossimi giorni.
Polizza anti calamità, chi la deve sottoscrivere
Il legislatore ha previsto che tutte le imprese italiane – con la sola esclusione di quelle agricole – debbano sottoscrivere una polizza anti calamità, con una copertura dei danni ai beni immobili, agli impianti e ai macchinari causati da alluvioni, frane, terremoti, inondazioni ed esondazioni. L’obbligo scatta per le aziende che hanno la sede legale in Italia o abbiano una stabile organizzazione nel territorio nazionale e che risultino essere iscritte al Registro delle Imprese.
L’obbligo di sottoscrivere la polizza anticalamità riguarda anche le imprese individuali e le società di persone. Ne sono esentate, invece, quelle che siano proprietari di un immobile gravato da degli abusi edilizi. Chi si dovesse trovare in questa situazione non si vedrebbe indennizzare eventuali danni nemmeno con i fondi pubblici.
Nel caso in cui non si dovesse sottoscrivere la polizza anti calamità non sono previste delle sanzioni dirette. Di fatto, però, diventa un obbligo, perché chi non lo facesse non potrebbe accedere agli indennizzi in caso di eventi avversi. Ma non solo: aver sottoscritto la polizza serve per non essere discriminati nel momento in cui vengono assegnati dei contributi, delle sovvenzioni o quando si dovessero chiedere delle agevolazioni di carattere finanziario che si appoggiano su delle risorse pubbliche.
Altro rischio a cui potrebbero andare incontro le aziende che non sottoscrivono una polizza anti calamità è la mancata erogazione del credito da parte delle banche, che potrebbero ritenere troppo rischioso mettere a disposizione dei fondi a quanti non si fossero tutelati in questo senso.
Ad ogni modo le imprese hanno la possibilità di contrattare i limiti dell’indennizzo e le eventuali franchigie. Il legislatore ha previsto che nel caso in cui le somme assicurate dovessero arrivare ad un milione, il massimale di indennizzo possa arrivare anche al valore che è stato assicurato. Se, invece, il valore supera i 30 milioni di euro, il limite dell’indennizzo non potrà essere inferiore al 70% della somma che è stata assicurata.
Polizza anti calamità, quale impatto ha sul Bilancio
Quale impatto economico avrà sulle imprese l’obbligo di sottoscrivere la polizza anti calamità? A fare due conti in tasca alle piccole e alle media imprese ci ha pensato il Centro Studi Unimpresa, che messo in evidenza che i costi annuali – che, ovviamente, sono proporzionali al rischio della zona nella quali si trovano le sedi delle varie aziende – possono arrivare a 12.000 euro per quelle situate ad alto rischio sismico o in zone soggette a frequenti alluvioni.
Giusto per avere un’idea delle spese che si dovrebbero affrontare, basti pensare che una piccola o media impresa, con una sede da 500 metri quadrati e 15 dipendenti, deve affrontare i seguenti costi variabili:
- nelle aree a basso rischio: tra i 1.500 e i 3.000 euro;
- nelle aree ad alto rischio: tra i 6.000 ed i 12.000 euro.
Nel caso di una grande impresa con più stabilimenti, la spesa può arrivare a superare i 30.000 euro.
Ricordiamo che la polizza anti calamità deve prevedere una franchigia che non superi il 15% del danni, mentre i premi devono essere effettivamente proporzionati al rischio.
È necessario prevedere incentivi fiscali e tariffe calmierate per mitigare l’impatto economico su queste realtà, particolarmente vulnerabili agli aumenti dei costi operativi – spiega Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa -. L’introduzione dell’obbligo assicurativo, che scatterà dopo il 31 marzo 2025, rappresenta una novità rilevante nel modello di gestione del rischio per le piccole e medie imprese italiane. Tuttavia, affinché la norma non si trasformi in un peso insostenibile proprio per le pmi, sarà fondamentale prevedere incentivi fiscali per abbassare il costo dei premi, stabilire un sistema di tariffe calmierate per le imprese più esposte, monitorare il mercato assicurativo, evitando speculazioni sui premi.
-
Approfondimenti 26 Dicembre 2024
Corsi Trading Online: Migliori del 2024
-
Guide Forex 26 Dicembre 2024
Miglior Corso Forex Gratis 2025 ▶ eBook PDF FACILE 2025
-
Approfondimenti 16 Gennaio 2025
Trading Online: Cos’è e come iniziare da Zero [2025]
-
Approfondimenti 26 Dicembre 2024
Come diventare trader online professionista di successo nel 2025