Risparmio

Poste Italiane condannata a risarcire un cliente a cui sono stati rubati 18mila euro con un falso sms

Poste Italiane deve risarcire un cliente che si è visto sottrarre dal conto corrente 18.000 euro dopo aver ricevuto un sms truffa.

Pubblicato

il

Poste Italiane deve risarcire un cliente in relazione ad una truffa di cui è stato vittima e che ha determinato lo svuotamento del conto corrente postale. L’utente era stato tratto in inganno da un finto messaggio che conteneva il logo di Poste italiane che alludeva ad un presunto problema proprio sul conto. Successivamente il cliente ha ricevuto una telefonata da un finto operatore: complessivamente sono stati portati via alla vittima qualcosa come 18.039 euro.

L’ennesima truffa di cui è stato vittima il cliente di Poste Italiane è, tra l’altro, l’occasione per ribadire che è sempre necessario tenere alta la guardia. E, soprattutto, per ribadire che le banche e gli uffici postali non inviano mai sms o mail con le quali chiedono i dati degli accessi all’home banking.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e vediamo cosa è accaduto in questa occasione.

Il logo di Poste Italiane trae in inganno il cliente

A trarre in inganno l’ignara vittima di questa ennesima truffa ad una persona anziana è stato il logo di Poste italiane, che è stato inserito in un messaggio, attraverso il quale si comunicava ad un ignaro cliente un presunto problema sul conto corrente. Successivamente è arrivata una telefonata da un sedicente – ed ovviamente finto – operatore.

In questo modo ha preso il via truffa, attraverso la quale è stato ingannato un uomo di 73 anni residente a San Casciano Val di Pesa, che si è visto sottrarre qualcosa come 18.039 euro dal proprio conto corrente. A mettere a posto le cose ci ha pensato, però, il tribunale di Firenze, grazie al quale è arrivata un po’ di giustizia. In primo grado Poste italiane è stata condannata a risarcire il cliente dell’intera somma.

Assistito dall’avvocato Pierpaolo Florio, l’uomo – il 18 ottobre 2021 – ha presentato un ricorso contro l’azienda. Secondo quanto stabilito dalla terza sezione civile del tribunale di Firenze, Poste Italiane non avrebbe adottato le misure necessarie per proteggere il proprio cliente da un eventuale attacco di phishing: stiamo parlando di una truffa informatica che viene condotta attraverso un SMS o una e-mail.

La truffa è orchestrata in maniera molto semplice, anche se il raggiro deve essere organizzato con estrema precisione. Nel caso specifico il pensionato ha ricevuto un SMS contenente il logo di Poste Italiane, con il quale veniva invitato a cliccare su un link per risolvere una presunta anomalia presente sul suo conto corrente.

Subito dopo aver cliccato, la vittima è stata contattata da un falso operatore, che adducendo la scusa di dover resettare il codice d’accesso per delle presunte ragioni di sicurezza, è riuscito a convincerlo ad inserire la tessera in un lettore Postamat. Grazie a questo stratagemma, il truffatore è riuscito ad entrare in possesso delle credenziali necessarie per accedere al conto corrente. Nell’arco di pochi minuti sono state effettuate nove operazioni, attraverso le quali sono stati incassati qualcosa come 18.000 euro in buoni fruttiferi postali.

Il giorno successivo, il pensionato insospettito dal fatto che non riusciva a contattare nuovamente il presunto operatore, ha deciso di recarsi direttamente in filiale, dove è venuta a galla la truffa. In un primo momento, però, Poste Italiane si è rifiutata di rimborsare il cliente, che a questo punto ha deciso di rivolgersi ad un avvocato.

La condanna di Poste Italiane

Le responsabilità di Poste Italiane sono state appurate dal giudice Elisabetta Carloni, che ha sottolineato come l’azienda avrebbe potuto evitare la truffa adottando dei sistemi di sicurezza leggermente più robusti, come la doppia autenticazione attraverso il codice OTP.

La responsabilità di Poste Italiane – si legge nella sentenza – avrebbe potuto essere esclusa solo se l’azienda avesse dimostrato di aver adottato tutte le misure necessarie per tutelare il cliente.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version