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Prysmian vuole quotarsi anche a New York. La conferma durante il capital markets del 26 marzo

Prysmian ha intenzione di quotarsi anche alla Borsa di New York. L’ufficialità o meno del progetto arriverà con il capital markets.

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Doppia quotazione per Prysmian, che starebbe valutando l’ipotesi di sbarcare anche sulla piazza di New York. Le intenzioni dell’azienda sono state anticipate dall’amministratore delegato Massimo Battaini, il quale ha spiegato che il consolidamento di Encore Wire ha incrementato gli utili trimestrali di Prysmian.

Ricordiamo che Prysmian ha completato l’acquisizione del produttore statunitense di componenti ed apparecchiature elettriche a luglio, un’operazione da 4,2 miliardi di dollari: l’obiettivo di questo acquisto è rafforzare la sua posizione in Nord America, considerato il suo secondo mercato più grande. La quotazione a Wall Street potrebbe servire ad attrarre nuovi investimenti.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire come ha intenzione di muoversi Prysmian.

Prysmian, si vuole quotare anche negli Stati Uniti

A fare il punto sull’intenzione di quotarsi negli Stati Uniti ci ha pensato Massimo Battini, che ha spiegato che dopo l’acquisizione di Encore Wire, in Prysmian si è pensato che ci fossero le condizioni per analizzare e progettare questa opzione. La società ha un’esposizione significativa in termini di fatturato e ha un’esposizione ancora maggiore in termini di EBITDA.

Prysmian, che è il più grande produttore di cavi al mondo, starebbe anche valutando l’acquisto della divisione industriale della società francese specializzata in fibra ottica Nexans. Un portavoce di Nexans ha, però, sottolineato che al momento non ci sono trattative in corso tra Naxans e Prysmian sulla vendita di una divisione industriale.

Prysmian terrà il suo Capital Markets Day il 26 marzo a New York, durante il quale fornirà ulteriori dettagli sulla potenziale quotazione e annuncerà nuovi obiettivi finanziari.

La società  prevede un EBITDA per l’intero anno 2024 compreso tra 1,90 e 1,95 miliardi di euro, con un flusso di cassa libero compreso tra 840 e 920 milioni di euro. Ciò conferma le previsioni aggiornate pubblicate dalla società in agosto, che prevedevano un impatto positivo dell’acquisizione di Encore Wire pari a circa 200 milioni di euro sull’EBITDA annuale.

L’EBITDA rettificato del terzo trimestre è aumentato del 32% su base annua, attestandosi a 540 milioni di euro, in linea con quanto affermato da un sondaggio tra analisti fornito dall’azienda.

L’aumento delle vendite nei segmenti della trasmissione, della rete elettrica e dei consumi industriali ha compensato le debolezze del segmento dei prodotti speciali, che, secondo l’azienda, è sceso del 7% rispetto all’anno precedente a causa di un rallentamento del mercato automobilistico.

Prysmian e l’operazione Encore Wire

Ma torniamo un attimo sull’operazione Encore Wire: grazie a questo acquisto Prysmian è riuscita a raddoppiare la propria presenza nel mercato nordamericano, che già adesso alimenta i suoi profitti.

Massimo Battaini ha descritto il produttore di cavi Encore Wire come un attore forte negli Stati Uniti, in particolare nel segmento delle costruzioni industriali. L’accordo ha permesso a Prysmian di diventare ancora più rilevante nel mercato nordamericano, il più redditizio, grazie ai portafogli complementari delle due aziende.

Battaini ha affermato che con lacquisizione di Encore Wire il Nord America rappresenterà oltre il 30% degli utili core di Prysmian (EBITDA). Ciò significherà inoltre che raggiungerà l’obiettivo del piano aziendale di un EBITDA rettificato di circa 2 miliardi di euro molto più rapidamente rispetto al 2027.

La società ha affermato di aspettarsi che l’acquisizione generi sinergie annuali run rate sul suo EBITDA di circa 140 milioni di euro, da attività commerciali e riduzione dei costi, entro quattro anni dalla chiusura dell’operazione, prevista per la seconda metà del 2024. Ciò aiuterà Prysmian ad aumentare i suoi utili per azione (EPS) di circa il 30%.

Prysmian ha dichiarato lo scorso anno di essersi concentrata sulla crescita organica, con possibilità di effettuare solo acquisizioni bolt-on in specifici segmenti di mercato o aree geografiche, utilizzando un capitale di circa 1,1 miliardi di euro.

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