Finanza Personale
Scende la spesa per consumi in Italia: nel 2025 si paga di più per ottenere di meno
La spesa per consumi scende. Le famiglie cambiano radicalmente le abitudini condizionate dall’inflazione galoppante e dai costi in continua crescita.
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Rispetto al periodo pre Covid 19, la spesa per consumi delle famiglie è scesa mediamente del 9% in termini reali. A determinare questa contrazione è principalmente l’inflazione: i rialzi dei prezzi nel corso degli ultimi mesi hanno radicalmente modificato le abitudini dei consumatori.
Ma vediamo un po’ come è stata modificata la spesa per i consumi nel corso degli ultimi anni.
Spesa per consumi, come è cambiata
Nel corso degli ultimi anni la spesa per consumi delle famiglie italiane è radicalmente cambiata. A fare il punto della situazione è un recente studio realizzato dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) in collaborazione con Assoutenti, attraverso il quale sono stati messi a confronto i dati Istat sull’inflazione dal 2019 ad oggi.
Una famiglia italiana, mediamente, è passata ad una spesa per consumi pari a 2.560 euro del 2019 a 2.738 del 2023 (questo è l’ultimo dato in possesso dell’Istat). La crescita nominale è stata pari al 7%. Nel corso dei cinque anni presi in esame, ad ogni modo, l’inflazione complessiva registrata in Italia è stata pari al 16,1%. I prezzi al dettaglio hanno registrato una crescita leggermente più sostenuta rispetto ai consumi. Questo si traduce – stando alla ricerca effettuata dal Crc – in una riduzione del 9,1% in termini reali della spesa per consumi effettuata dalle famiglie.
Il trend registrato nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2023 si conferma anche nel 2024: andando a dare un’occhiata agli ultimi dati sulle vendite al dettaglio si riesce a constatare che per effettuare gli acquisti alimentari e non alimentari le famiglie hanno speso lo 0,7% in più rispetto all’anno precedente. Ma i volumi degli acquisti si sono ridotti dello 0,4%.
Volendosi soffermare sulle singole voci, si scopre che la spesa alimentare – almeno rispetto al periodo che ha preceduto il Covid – risulta essere scesa dell’8,6% in termini reali. A questa percentuale si deve aggiungere un -1% relativo al volume delle vendite alimentari del 2024. I consumatori hanno deciso di tagliare i seguenti prodotti:
- oli e grassi. In questo caso c’è stato un crollo degli acquisti del 36% determinato dall’inflazione complessiva, mentre un crollo del 40% è da associare alle conseguenze della guerra scoppiata in Ucraina;
- prodotti ittici: -22%;
- vegetali: -21,5%.
Anche se sono leggermente in calo, riescono a resistere ai consumi di cioccolato e dolciumi: -0,4%. Aumenta la spesa sostenuta per il caffè e il tè, che registra un +12,7%: milioni di famiglie preferiscono non rinunciare a questa abitudine quotidiana.
Come si muovono le altre spese
Rispetto al 2019 gli italiani hanno preferito ridurre la spesa destinata all’abbigliamento e alle calzature, per i quali è stato registrato un calo in termini reali del 16,5%. Indubbiamente, però, a registrare uno dei cali più consistenti sono le spese sostenute per la casa, che sono crollate del 33%. Il settore è stato particolarmente penalizzato dal caro-energia, registrando un’inflazione del 44%, anche se il Superbonus e gli altri eco-incentivi hanno contribuito ad abbattere la spesa per i lavori di ristrutturazione.
Scende anche la spesa reale sostenuta per i trasporti – in questa voce rientrano l’acquisto di un’auto, i carburanti, la manutenzione e quant’altro connesso – che ha registrato un crollo del 15,8%. In discesa anche la spesa sostenuta per curarsi, in calo del 5%. Gli italiani, però, non rinunciano a mangiare fuori o alle vacanze: i Servizi ricettivi e di ristorazione sono in crescita del 2,8%.
Assoutenti ritiene che questi dati debbano essere letti non pensando che le famiglie si stanno privando di una serie di beni e servizi, ma più semplicemente di un radicale cambiamento delle abitudini di acquisto.
Prima il Covid che ha depauperato i redditi di milioni di famiglie, poi il caro-bollette e l’inflazione alle stelle che hanno imperversato tra il 2022 e il 2023: sono stati elementi che hanno costretto i cittadini e modificare radicalmente le proprie scelte economiche, non solo riducendo le spese non indispensabili, ma mettendo il prezzo e il risparmio come fattori principali che orientano gli acquisti – spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti -. Non a caso negli ultimi anni si è assistito a un boom dei discount alimentari le cui vendite, secondo l’Istat, hanno registrato una crescita complessiva del 40% tra il 2019 e il 2024.
Per abbigliamento, accessori e calzature ci si rivolge sempre di più a piattaforme di e-commerce che vendono capi e scarpe con una lotta dei prezzi al ribasso.