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200 miliardi di stablecoin per il dominio del dollaro: il piano di Scott Bessent, Tesoro USA

Scott Bessent, Tesoro USA, vuole il dominio del dollaro. E vuole affidarsi agli stablecoin per…

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USD BESSENT

Scott Bessent, il nuovo segretario del Tesoro degli Stati Uniti, sembrerebbe avere le idee molto precise sul futuro monetario degli Stati Uniti. Zero fantasie di utilizzare Bitcoin per qualcosa che vada oltre una riserva strategica. A interessare sono gli stablecoin, che svolgeranno il ruolo di dollaro digitale ma privato, al contrario di quanto si sta facendo in Europa con l’euro digitale targato BCE. Il discorso è complesso – perché va oltre quanto siamo abituati a leggere a tema crypto. Ma scavando oltre riusciremo a capire qual è il piano che il nuovo Segretario del Tesoro ha per il futuro dominio del dollaro.

Sarà un dominio che non potrà che prescindere, almeno nell’idea di Bessent , dai suddetti stablecoin. I due più popolari e utilizzati valgono insieme quasi 200 miliardi di dollari di riserve, che sono in larga parte investiti in bond a breve scadenza USA, abbassandone i rendimenti e rendendoli di fatto decentralizzati. Chiunque, anche e soprattutto in quei luoghi in cui l’accesso al dollaro autentico è difficoltoso, compra questi stablecoin, sta di fatto alimentando acquisti di debito pubblico USA. Una questione che forse preme più delle riserve in Bitcoin che hanno deluso molti degli appassionati e degli analisti.

Il piano di Bessent

Non sarà Bessent a portarlo avanti da solo, ma ci sono diverse questioni di cui tenere conto. La prima è che il registro è cambiato in modo consistente rispetto a quando al Tesoro sedeva Janet Yellen. Allora – ma parliamo soltanto di pochi mesi fa – gli stablecoin erano considerati una sorta di minaccia dalla quale difendersi come possibile, che non poteva essere schiacciata tout court anche per gli effetti benefici sulla collocazione del debito USA.

Oggi invece si chiudono gli occhi sui (pochi in verità) problemi di controllo del comparto – Tether e Circle, le due società leader, rispondono immediatamente a richieste delle autorità – per avere dei privati a spingere l’acquisto, indiretto, di debito USA.

Una situazione ghiotta per gli USA per due motivi: il primo è che la dominance del dollaro sui mercati mondiali è assoluta e totale e contribuirà all’ulteriore espansione di USD. La seconda è che tutto quel debito, che viene comprato indirettamente e per piccole parti da tanti piccoli investitori, fa molto comodo a conti che sono proprio ora in revisione.

Le proporzioni sono importanti: se Tether fosse uno stato, sarebbe di poco dietro la Norvegia, avanti a Corea del Sud, Messico, Germania. Ovvero in 17esima posizione, tenendo conto degli ultimi dati diffusi da Reuters. Rinunciare a tanto ben di Dio per le casse federali (e per la distribuzione a mercato del debito) non sembrerebbe essere un’opzione.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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