Investimenti
L’indagine che TERRORIZZA gli USA: inflazione su, lavoro giù su livelli da recessione
Outlook terrorizzanti dall’indagine più seguita dai mercati USA.

La fiducia dei consumatori americani – almeno secondo i dati raccolti dall’importante survey periodica dell’Università del Michigan – cala a picco. Ci si ferma a 57,9, per un calo del 10,5% rispetto allo stesso rilevamento effettuato in febbraio. Male, almeno per i mercati, anche le proiezioni sull’inflazione. Outlook a 4,9%, che se dovesse materializzarsi significherebbe grossi guai per Federal Reserve, che sarebbe stretta nella morsa di una decisione impossibile da prendere, perché i suoi due mandati andrebbero in conflitto. Da un lato prezzi in crescita, dall’altro economia in rallentamento. Un avvicinamento a quella stagflazione che Jerome Powell aveva indicato come ipotesi da ignorare soltanto poche settimane fa.
Effetto del tornado politico-economico che ha travolto il pianeta dopo l’elezione di Donald Trump? Probabilmente sì, ed è anche per questo – scontando la sovra-reazione di quella che è comunque una semplice inchiesta – che i mercati non sembrerebbero essersene preoccupati più di tanto. Buon rimbalzo per Dow, SPX500, NASDAQ 100, al termine di una settimana letteralmente da incubo per le piazze statunitensi.
Preoccupano anche le proiezioni sul mercato del lavoro
Per i più acuti nel guardare i dati che arrivano dagli States, c’è un’altra questione, che riportiamo in grafico. Le proiezioni sull’andamento futuro del mercato del lavoro fotografano una situazione identica a quella di tutte le precedenti recessioni. Numeri che fanno paura ma che – ancora una volta – i mercati ignorano per larga parte, vuoi perché comunque frutto di un’indagine, per quanto prestigiosa, vuoi perché un rimbalzo d un azionario massacrato in settimana era dovuto, vuoi ancora perché in tanti l’avranno letta come una reazione spropositata da parte dei consumatori, che sono la fonte di questa indagine.

Lavoro male, inflazione anche peggio: se questa è la situazione che andrà a configurarsi effettivamente nell’economia USA, si tratterebbe del più preoccupante degli scenari, soprattutto per Federal Reserve. Perché si configurerebbe una recessione con un’inflazione in recupero. Dalla Casa Bianca dicono che lo shock è soltanto temporanea, lasciando intendere che un -10% dai massimi dei principali indici non è la fine del mondo. I mercati sperano che abbia ragione il nuovo governo.
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